Cultura

Mostre a Roma/ Cinzia Di Puppo, “Ode all’amore”

Narrare, è parlare di noi, è raccontare al mondo noi stessi.  Ci raccontiamo ogni giorno, perché nella relazionalità esistiamo e, mostriamo il nostro «essere» a quello altrui.  Ognuno, con il proprio «rievocare», consapevolmente o incoscientemente, prova ad estrarre da dentro il suo spirito e, proprio nel mentre si accinge allo scandagliare in quella membrana sierosa del cuore, mentre siamo proprio intenti nell’atto dello «scavare», ci trasformiamo in provetti archeologi, concentrati nella ricerca, dentro l’universo del pericardio fibroso, intricato e segreto, vivo e abitato proprio in nell’universo di noi stessi.       Poi, come tanti Schliemann, dall’analisi e dalla ricchezza della nostra «intima campagna», riportiamo alla luce piccoli e grandi «tesori nascosti» e; facciamo di tutto per «renderli noti»; ne disveliamo suoni, immagini, colori, gli «amori sempre amati» e custoditi, gelosamente proprio in quell’archivio sensibile e privato, che sta nei territori distesi al centro della nostra coscienza. Per questo, quando poi «il recupero» appartiene all’inquietudine e all’estro di un «umano sensibile», quando «il frutto» è l’arte che si svela », si manifesta e, compare incantevolmente innanzi agli occhi; non c’è quasi mai bisogno di aggettivi, né di contorsioni linguistiche, che lo qualifichino. «Un’opera, se è bella, non ha bisogno di parole. È bella. E sta in piedi da sola». Nonostante i trattati, al di là delle contorte oceaniche considerazioni, lungi dalle diatribe e dai contrasti fra le più agguerrite correnti di pensiero, lontano dai giudizi della critica militante; di quella prezzolata, di quella fuorviante del parlar forbito, di quella autoreferenziale capace solo di dire a se stessa; lontano dagli snob e dai dandy del settore, ben al di là della noia, della vita mondana della gente per bene; oltre le pesantezze della retorica, che – da tempo, purtroppo – hanno complicato e intasato, il campo dell’arte.       Sappiamo

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Cultura

Mostre in Ottobre/1 – “Oltre il confine”, a Roma. Di Rocco Epifanio, artista del made in Italy nel mondo

Oltre il Confine è la mostra delle opere d’ingegno del maestro orafo Rocco Epifanio.  Per tre giorni consecutivi, la sua originale collezione di preziosi sarà in bella vista, per il pubblico e per la clientela. Pura arte orafa concepita, modellata e realizzata durante quarant’anni di lavoro. Un ricco campionario, degno della grande tradizione italiana; l’evento è un appuntamento da non perdere. Alla mostra si potrà far visita a partire da Mercoledì 4 ottobre, con orario continuato dalle ore 10,00 alle ore 19.00 fino a venerdì sei. Lo scenario è da mozzafiato, vetrine e opere pittoriche saranno appositamente allocate nel grande Salone monumentale della Biblioteca Casanatense, all’interno del cosiddetto “Salone dei mappamondi”, proprio sotto lo sguardo vigile della grande statua marmorea (Opera dello scultore francese Pierre Le Gros il giovane Paris 1666 – Roma 1719) – che ritrae il Cardinale Girolamo Casanate, giurista e mecenate uomo di cultura, di scienza e conoscenza. L’avvenimento è in realtà un abbinamento singolare: oro e pittura in esposizione; in una coreografica scenografia, dove tutto diventa un prezioso scrigno, una vetrina incantata per un’arte millenaria, che ricorda bene l’oreficeria dell’antica Roma e il suo stile semplice, dalle linee pulite e geometriche. I monili sono realizzati in oro e gemme come smeraldi, zaffiri, diamanti, ametiste, perle. e terrecotte. Qui tutto è frutto di meditazione, di grande intensità, di sconfinata passione e di certosina pazienza. Preziosi e quadri s’impossessano totalmente della scena, ne impreziosiscono i capolavori che ci sono arrivati dalla storia. Opere che sorprendono, affascinano e ammaliano ogni occhio attento; proprio come qui è già accaduto durante le recenti esposizioni ospitate, quando le sale della Biblioteca hanno ospitato le collezioni dei grandi sarti e degli innovatori del mondo dell’alta moda italiana: Balestra, Capucci, Lancetti, Sarli e Valentino. Rocco Epifanio “Artista & Orafo”, con questa sua performance antologica

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