Società

Un personaggio una storia. Walter Gabellone, paladino della sicurezza stradale

“Meglio perdere un secondo nella vita che la vita in un secondo”. È lo slogan dell’associazione “Alla Conquista della Vita per le Vittime della Strada”, da vent’anni impegnata a tutto campo sul tema della sicurezza stradale, tra scuole, enti, amministrazioni. Intervista al suo storico Presidente e fondatore Walter Gabellone. Il 20 Novembre 2022 si è celebrata la “Giornata Mondiale delle vittime della Strada” (voluta da ONU e OMS).

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Mondo

Giorgia Meloni double face: aggressiva in Italia dimessa in Europa. Ha fatto discutere l’attacco ai medici in soccorso ai migranti a bordo delle navi Ong

La sinistra o quel che resta di essa, oggi sparso su un incerto destino, e a suo tempo ignara di ogni pericolo, ancora si morde le mani dopo essersi accorta del grande regalo fatto a Giorgia Meloni che col suo 25% dei voti alle ultime politiche pare aver conquistato in armi l’Italia intera. Cosa che vive ora come un incubo, resasi finalmente conto dell’errore (tattico e strategico) imperdonabile. E non è nemmeno il caso di accampare scuse, visto che la legge elettorale, ritenuta pessima sotto ogni profilo, valeva per tutti, ma solo Meloni e la sua destra di coalizione evidentemente l’hanno saputa interpretare. Ora, è troppo tardi per rimediare e da parte dell’opposizione, Pd in testa, si elabora il lutto come peggio non si riesce a fare. Oggi Meloni ha il pallino del gioco e già dalle prime battute si vede che può permettersi fortemente di inciampare sul decreto anti-rave ( con un reato letteralmente inventato), senza subire conseguenza alcuna. Anzi Meloni che l’ha rivendicato con forza  (“lo difendo orgogliosamente” – ha detto)-  si prende beffe di tutti e, quasi dimentica, vira dopo qualche giorno sul fatto che “non c’è nulla da temere, tanto sarà il Parlamento a dover decidere”. Il giorno prima era stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi  a dirsi “disposto” a migliorare la norma, rimarcando il fatto che la stessa è stata pensata per i rave illegali e non per altro tipo di manifestazione, tipo l’occupazione di una fabbrica o di un istituto scolastico. Una “precisazione” non richiesta, che è poi la classica toppa peggiore del buco. Con queste dichiarazioni deve aver imbarazzato il ministro della Giustizia Nordio che – si rileva – non avendo detto nulla sull’argomento, si presume sia stato d’accordo sull’impianto di una misura a rischio di pronunciamento della Consulta. L’accidentato esordio di questo

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Politica

‘’Mamma li Turchi’’. ‘’Le mani sulla città“ di Otranto. Ma non è un film

Da Fratello a fratello, di padre in figlio, di madre in figlia, il familismo nella “nuova” generazione di sindaci implicata nel malaffare. Sistema marcio da cima a fondo. Esagerata ogni ammirazione per l’attuale sistema di votazione dei sindaci. Travolti dalle indagini tanti piccoli e medi centri. Nel Salento, clamoroso, tra gli altri, i casi di Carmiano e Neviano. Su tutto e su tutti, campeggia Otranto, ‘’regina del turismo salentino’’, che torna a essere la ‘’città martire’’, travolta da uno scandalo senza precedenti.

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Cultura

Putin, la guerra e il poeta

Vladimir Putin, o del “nuovo” ordine geo-politico mondiale, e che, con la guerra scatenata contro l’Ucraina, ha mandato a morire migliaia di suoi giovani connazionali, forse non ha mai letto  il poeta russo Michail Svetlov, né amato la grande poesia del suo Paese. “O giovane nato a Napoli, che cosa cercavi sui campi della Russia? Perché non sei rimasto là, felice, nel celebre tuo golfo?”. Il poeta assisté sgomento alla tragedia che si consumava sotto i suoi occhi, visse il dramma del suo Paese aggredito dall’orda nazifascista, con l’armata scomparsa degli alpini dell’Armir, lì inviati a morire come mosche, assiderati dal gelo artico. E nella lirica “L’Italiano”, tra fierezza e invettiva, trova il posto per la compassione, per quel giovane napoletano mandato al macello, per la crudeltà di una guerra che aveva procurato lutti e dolore; “Tu non sei stato né vissuto qui! Ma si è disteso nei campi innevati il cielo azzurro della tua Italia, ora vitreo nei tuoi occhi sbarrati”. Forse Svetlov era stato in viaggio in Italia, anche a Napoli , o ne aveva soltanto letto e sentito parlare. Oggi, a parti invertite, impegnate in un  conflitto crudele che tarda a cessare, un’altra lirica può far aprire la mente e il cuore. Un altro poeta, un poeta ucraino (ma anche russo, non importa). E Napoli, stavolta, sarebbe sostituita con Mosca e San Pietroburgo (ma anche tanti umili villaggi), belle città russe e luoghi remoti da cui provenivano i tanti soldati russi caduti sul terreno invaso. Al giovane soldato russo, richiamandosi a Svetlov, il poeta ucraino potrebbe chiedere il conto: “cosa cercavi sui campi dell’Ucraina…”, campi  intrisi del sangue di soldati e civili. Citati nella “nuova” lirica, per rinnovare un dolore universale.   Luigi Nanni – Pubblicista

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