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Personaggi e storie – Le interviste di Maurizio Eufemi. Giorgio Postal, prezioso testimone della costruzione del “pacchetto” per l’Alto Adige

“Se si pensa alla vicenda attuale della Ucraina, il pacchetto De Gasperi – Gruber, che derivava dagli accordi di Pace di Parigi, fu una grande intuizione”. Il Mattarellum fu fatale alla Dc (diventata Ppi). L’assassinio di Moro, poi la P2, il caso Donat Cattin, gli attacchi a Cossiga, tante tappe di un assedio alla Dc per disarticolare il Sistema. Quella lettera di Piccoli a Moro nella crisi di febbraio del 1978 e mai consegnata al presidente della Dc.

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La Galleria di Eufemi. Calogero Mannino, enfant prodige della politica

“Rileggere i discorsi di Moro”. Con il suo assassinio si volle sconfiggere la capacità, il ruolo della Dc di mediare, fare sintesi. Quando Vassalli comunicò la scelta di Falcone direttore degli Affari penali, Andreotti domandò: come nasce questa cosa? Risposta di Vassalli: La vuole Cossiga Nazionalizzare l’energia elettrica fu un errore gravissimo. Bastava irizzarla. Quando Gorbaciov mi ringraziò

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La Galleria di Eufemi, Franco Bonferroni: la Dc è ancora rimpianta. Martinazzoli e Castagnetti l’hanno liquidata con un fax

Ero forlaniano non fanfaniano. Fanfani, oggi ci vorrebbe un uomo come lui. Casini nel Pd? Adesso riflette la sua natura opportunistica. Fa una cosa che non farei mai! Cirino Pomicino? Un grandissimo presidente della commissione Bilancio. Andreatta uomo geniale ma anche strano: dimenticò la moglie nell’autogrill, si doveva sempre cambiargli collegio elettorale perché non ci andava mai.

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La Galleria di Eufemi. Giorgio De Giuseppe, nel ’92 stavo per essere eletto capo dello Stato con i voti del Msi. Sventai la manovra

Quell’esame di Filosofia del diritto con Moro rinviato di anno in anno. La Dc distrutta dal correntismo. Per noi giovani Fanfani era l’innovatore. Moro stava con i dorotei. Poi le cose cambiarono. I complimenti di Pella. Un unicum: Vicepresidente del Senato, per tre legislature, anche vicario, con quattro Presidenti: Cossiga, Malagodi,  Fanfani e Spadolini. Quel rapporto meraviglioso con Spadolini. Fu sua la proposta- per salvare la Dc dal correntismo –  nell’83 di incompatibilità tra mandato parlamentare e incarichi di governo. Fu approvata solo 10 anni dopo quando ormai era troppo tardi.   Oggi incontriamo Giorgio De Giuseppe Avvocato, classe 1930, dunque un novantaduenne,  già docente di istituzioni di Diritto Pubblico all’Università di Lecce, provveditore agli studi di Lecce. Nella sua lunga carriera  politica De Giuseppe ha ricoperto numerosi incarichi da  delegato provinciale e regionale del Movimento giovanile della Democrazia Cristiana a segretario provinciale della D.C. dal 1968 alla candidatura al Senato nel 1972, poi nelle Istituzioni : Senatore della Repubblica, eletto nel collegio di Galatina-Gallipoli ininterrottamente per sei legislature, dal 1972 al 1994. Quando scomparve la Democrazia Cristiana si ritirò volontariamente dalla politica attiva rinunziando alla riconferma della candidatura; è stato eletto presidente del gruppo parlamentare dei senatori della D.C. dal 1980 al 1983; vicepresidente vicario del Senato per tre legislature dal 1983 al 1994; presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla dignità e la condizione sociale dell’anziano, istituita dal Senato nel 1989. La relazione conclusiva venne votata all’unanimità; per contrastare il correntismo all’interno del partito, propose dal 1983 l’incompatibilità per i Democratici Cristiani tra mandato parlamentare ed incarico di governo: la proposta trovò attuazione soltanto nel 1992 con il governo Amato I e, nel 1993, con il governo Ciampi, troppo tardi per contrastare la crisi del partito. Il documento si trova in Senato nel Fondo Roberto Ruffilli. Fu Candidato Dc 

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La galleria di Eufemi. Carlo Fracanzani, padre della legge sulla obiezione di coscienza. Uno dei cinque ministri del governo Andreotti dimessisi per protesta contro la legge Mammì

Carlo Fracanzani, deputato dal 1968 al 1994, sottosegretario al Tesoro, ministro delle Partecipazioni Statali, presidente della Commissione politiche dell’Unione, può vantare il merito di aver visto molte iniziative parlamentari diventare  leggi dello Stato. Erano i tempi i cui il Parlamento aveva una sua centralità e non rinunciava al proprio ruolo. Una legge riguarda il suo Veneto con la salvaguardia del territorio, un’altra riguarda i giovani con la legge sulla obiezione di coscienza e quella costituzionale per l’abbassamento dell’età per l’elettorato attivo e passivo. Poi se ne possono aggiungere altre,  come la riforma del servizio radiotelevisivo, i giovani del Belice, e da ministro delle Pp.SS., i fondi di dotazione e gli interventi per superare la crisi della siderurgia. Era ministro delle PP.SS. quando insieme a Mannino, Martinazzoli, Mattarella e Misasi, durante il Governo Andreotti VI, il 27 luglio 1990  si dimise non condividendo la legge Mammì, che era la prima legge di sistema del mondo dell’informazione radiotelevisiva. Andreotti li sostituì rapidamente nominando altri cinque ministri Ripercorriamo alcuni passaggi del suo impegno politico.   Come nasce questa passione per la politica? Ero al liceo e mi interessavo; c’è stato un fatto. Nel novembre del 1951, c’è stata l’alluvione del Polesine. Sono affluiti un gran numero di sfollati. Molti sono stati accolti molto bene; un giorno ho deciso di fare volontariato;  mentre facevo questa attività il vicesindaco ha detto: “Tra mezz’ora viene De Gasperi al gabinetto del sindaco”; la gente aveva accolto con grande disponibilità gli sfollati.   (Il 16 novembre 1951 De Gasperi sale nel Polesine con un treno speciale; il 17 dopo Rovigo raggiunge Padova in prefettura  due giorni dopo  l’alluvione, poi Este che accoglie mille profughi nella  grande scuola comunale ). Non sapevo di questa venuta. Sono andato e sono stato veramente colpito da De Gasperi che ha dimostrato grande sensibilità

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Base Cento

La Galleria di Eufemi, Alfio Bassotti: ho avuto 25 processi

È stato uomo di punta della Dc marchigiana e delle sue vicende giudiziarie dice: Sono secondo a Berlusconi ma io non sono il Cavaliere. Il programma di Forlani del 1992 era sull’Europa Era la rinascita di Alcide De Gasperi che aveva visto giusto. Nelle Marche non sono riusciti a fare l’accordo con Amazon che avrebbe portato migliaia di posti di lavoro. L’occasione perduta del collegamento Ancona-Rotterdam

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