Quando si parla di enti pubblici e di organi costituzionali ausiliari, come il Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) – disciplinato dall’art. 99 Cost .- la polvere delle polemiche non manca mai di posarsi. C’è chi li ha definiti “postifici” e chi – addirittura – nel non remoto 2016 ne ha minato l’esistenza attraverso un referendum costituzionale che non ebbe successo (purtroppo o per fortuna?)
Qual è, dunque, la funzione del Cnel? È veramente indispensabile o, come sosteneva Matteo Renzi, se ne potrebbe volentieri fare a meno?
La relazione del Cnel
Per acquisire lumi sulla questione abbiamo seguito, a Villa Lubin, sede del Cnel, la presentazione della “relazione annuale al parlamento e al governo sui livelli e la qualità dei servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali alle imprese e ai cittadini”.
Sull’ospitalità nulla da dire: veniamo accolti in un elegante salone damascato per un brunch di benvenuto. Sicuramente un ottimo inizio! Alle 16.00 in punto tutti seduti in aula consiliare. Il presidente Renato Brunetta – già eurodeputato e già ministro per la P.A. ed innovazione nel governo Berlusconi IV e nuovamente nel governo Draghi (poi si è distaccato da Forza Italia)- è un tipo puntuale e spacca il secondo e il ghiaccio salutando il parterre d’eccezione con il fare brillante che caratterizza i veneziani, non prima però di aver dedicato un minuto di silenzio alle vittime sul lavoro.
Brunetta spazia nel suo intervento, tracciando brevemente la storia del Cnel e ribadendo a gran voce la fondamentale importanza dell’organo, che svolge funzioni consultive indipendenti per governo, camere e regioni. Lo definisce “rappresentanza della società civile” suscitando reazioni contrastanti : qualche sopracciglio alzato e molti applausi.
È il momento del ministro per la P.A. Paolo Zangrillo, che nel lungo intervento fa emergere luci ed ombre della pubblica amministrazione. In sostanza: molte buone pratiche, importanti miglioramenti, ma anche tante sfaccettature che riflettono antiche fragilità mai risolte e rilevanti differenze sociali tra Nord e Sud. Positivi gli indicatori di benessere sulle speranze di vita (83,1 anni) e relativi alla salute degli anziani (37,8% in buona salute); Aumentate le risorse finanziarie per la protezione sociale, la prevenzione sanitaria e i servizi all’infanzia. Parrebbe migliorato anche il livello di istruzione della popolazione e la percentuale di raccolta differenziata e di riciclaggio.
Quali le lacune?
Il ministro osserva che il livello di impegno economico è al di sotto della media europea e fa emergere le numerosissime criticità del trasporto pubblico (non ditelo ai romani). Persiste il fenomeno della perdita di acqua per gli usi domestici. Carenti anche i servizi per la prima infanzia rispetto ai principali paesi Ue.
Marcate differenze a macchia di leopardo per la tanto riguarda performance dei servizi a livello regionale e restano immutate le disuguaglianze che penalizzano i soggetti con problemi economici e sociali.
Paola Severino, già ministro della giustizia nel governo Monti e vicepresidente della Luiss, pone l’accento sulla spesa pubblica per la sanità, che risulta in risalita, ma ciò nonostante rimane ancora tra le più basse d’Europa (75,6% del totale), mentre la spesa privata dei cittadini continua a crescere (+ 5% solo nell’ultimo anno). Si estende, dunque, a macchia di leopardo il fenomeno della rinuncia alle cure necessarie a causa di problemi economici ed organizzativi (che ha raggiunto nel 2023 il valore del 7,6% della popolazione) e cresce la realtà dell’impoverimento determinato da cause legate alla salute (che tocca l’1,6% delle famiglie).
In sanità, inoltre, si registra una vera e propria crisi di anzianità, cui si affiancano la questione della carenza di personale in molti comparti del settore, ed in particolar in ambito di emergenza-urgenza, nella medicina di base e a livello infermieristico, e quella della fuga dai servizi pubblici e dal paese di molti operatori.
Parlando poi delle università, la Severino nota un aumento della quota di laureati, specie nella fascia 25-34 anni. Diminuiscono gli abbandoni scolastici (di 6 punti percentuali tra 2011 e 2021) e anche i cosiddetti “neet” passano dal 19% al 16,1% nel 2023. Un numero sempre maggiore di studenti riesce a completare gli studi universitari (passando dal 54,5% al 65%). Nel confronto europeo la percentuale di donne iscritte all’università in Italia è superiore alla media europea (55,9% per l’Italia rispetto al 54,2% per l’Europa nel 2021).
Tanti, poi, i brevi interventi a ribadire quanto già espresso dai tre relatori.
Il premio “Impatto PA”
In occasione della presentazione della Relazione Cnel sui servizi pubblici è stato inoltre consegnato il premio “Impatto PA”, istituito per la prima volta quest’anno, che ha dato voce ai consumatori nella selezione delle buone pratiche della pubblica amministrazione, privilegiando le segnalazioni “dal basso”. Ecco i tre vincitori:
- Acquedotto Pugliese, per l’erogazione del servizio idrico.
- ATERSIR, per il monitoraggio dei servizi idrici e rifiuti
- RAI per “M’illumino di Meno”