Dogane e Monopoli di Stato. Roberto Alesse, il manager che guarda all’Europa

È vero, nel corso della mia esperienza istituzionale, quasi trentennale, ho avuto l’onore di servire molte amministrazioni pubbliche diverse fra loro per compiti e finalità. Ovunque sia stato, ho sempre cercato di dare il mio contributo in termini di idee nuove, di maggiore efficienza dell’azione amministrativa, di valorizzazione del capitale umano, di ferrea salvaguardia del principio di legalità. I risultati positivi non sono mai mancati”.

In Francia di lui direbbero che ha “Le fisique du role”, un manager a 360 gradi, moderno, veloce, freddo, impastato di buone letture e di tanta filosofia giuridica, pragmatico e avvolgente, a tratti anche scontroso e duro, ma nel suo mondo che è quello delle grandi imprese e del grandi appalti è la dote migliore per apparire un mastino da guardia.

Grand Commis di Stato, Roberto Alesse ha tutte le caratteristiche oggi per essere definito tale, Alesse è un decisionista, con le idee chiare, ma ha anche grandi capacità di ascolto e di mediazione. Lo dimostra la sua linea di condotta ovunque abbia avuto ruoli di responsabilità. In particolare ha governato il conflitto sul contratto di lavoro a livello nazionale.

È provvisto di sano humor, intellettualmente un fuori classe, e politicamente al di sopra delle parti. Ufficialmente lui oggi è il nuovo Direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, un “capitano” chiamato a governare e a dirigere una nave carica di mille problemi ma anche di mille investimenti produttivi diversi, una sorta di multinazionale di casa nostra che nessuno conosce oggi meglio di lui. Ma se l’uomo, che è un “duro” ha un futuro ancora tutto da vivere, alle spalle ha anche una lunga esperienza da manager di Stato: è stato presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali, Capo di Gabinetto del presidente della Camera dei deputati,  Direttore generale del personale del Ministero dell’Ambiente, Capo di Gabinetto del ministro per la Protezione civile e per le politiche del mare e infine Direttore generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

 

 

La prima cosa che il nuovo manager dell’Agenzia delle dogane e monopoli tira fuori dal suo cilindro è il caso-Emilia- Romagna.

“Insieme al vice ministro Maurizio Leo abbiamo pensato di dare un contributo concreto alle popolazioni gravemente colpite dalla recente alluvione dell’Emilia-Romagna. Nel decreto-legge approvato lo scorso 1° giugno dal Governo sono state inserite alcune disposizioni che consentono all’Agenzia delle dogane e dei monopoli di disporre la vendita all’asta di beni mobili sottoposti a confisca amministrativa durante le operazioni di polizia giudiziaria e tributaria, ponendo i relativi proventi a disposizione dello Stato per fronteggiare tale emergenza. Inoltre, l’Agenzia sta organizzando estrazioni settimanali aggiuntive del Lotto e del Superenalotto sempre per finanziare interventi di protezione civile a favore di queste sfortunate popolazioni a cui va tutta la nostra solidarietà ed ammirazione per la loro capacità di rialzarsi con forza ed intelligenza”.

 

 

Vi dicevo, un curriculum da primo della classe sempre e comunque. Ma la cosa di cui  oggi va forse più fiero sono le iniziative assunte in tema di immigrazione.

“È vero, dobbiamo assolvere con tempestività anche ad altri doveri. Le ricordo che su delega del presidente del Consiglio dei Ministri, l’Agenzia provvede alla demolizione delle imbarcazioni utilizzate per reati di immigrazione clandestina e sequestrate dalla magistratura. Tramite operatori economici specializzati, rimuoviamo ogni giorno, dalle coste del Mediterraneo, tutto ciò che può costituire una fonte di inquinamento ambientale e, dunque, di pericolo per la salute pubblica. È un lavoro complesso, svolto talora in condizioni di grande criticità, come dimostra il caso di Lampedusa, dove in un solo mese possono affluire nel mare antistante, specialmente in estate, centinaia di barche di varie dimensioni abbandonate dai profughi. Senza un’ampia collaborazione istituzionale, già avviata peraltro con la Protezione civile, il Ministero dell’Interno, la Guardia di finanza, le Capitanerie di porto e le autorità prefettizie, giudiziarie e territoriali, è pressoché impossibile fronteggiare una situazione del genere che è figlia dei tempi drammatici che stiamo vivendo sul versante dell’immigrazione”.

Nessuno lo immaginava al suo arrivo, ma oggi dopo qualche mese dal suo insediamento ai vertici delle dogane e monopoli Roberto Alesse guarda all’Europa e sceglie l’Europa come bacino privilegiato delle sue future azioni manageriali.

“Ma lei lo sa che lo scorso 31 marzo il Gruppo dei saggi della Commissione europea ha pubblicato la sua relazione finale in cui si è affermato che le dogane dell’Unione europea hanno bisogno di un cambiamento strutturale urgente per far fronte ad un complesso di sfide difficili?

Sono le sfide rappresentate dal nuovo contesto geopolitico, dai rischi per la sicurezza, dalla transizione verde, dagli sviluppi tecnologici, dai crescenti volumi commerciali. Da questo punto di vista, pertanto, la nascita di un’Autorità doganale europea consentirebbe – ripete Alesse- di creare un sistema unico per rafforzare l’integrità territoriale e la capacità di analisi dei flussi import-export. Ci stiamo lavorando con tenacia e l’obiettivo è a portata di mano”.

Qui all’Agenzia delle Dogane tutti si chiedono cosa mai vorrà fare, e soprattutto come proverà a cambiare questo sistema-Paese che per certi versi in passato non ha funzionato per come avrebbe dovuto.

“Abbiamo da poco riorganizzato le strutture centrali dell’Amministrazione; ora ci accingiamo a studiare un nuovo modello territoriale di governance per rendere più incisiva l’azione dei nostri funzionari e dirigenti. Vede, all’Agenzia delle dogane e dei monopoli, c’era bisogno di fare un tagliando urgente e di riportare questa importante amministrazione fiscale al centro dei rapporti istituzionali. La prima esigenza che ho avvertito, appena mi sono insediato, è stata quella di firmare uno storico protocollo di intesa con la Guardia di finanza che è servito a rilanciare la sinergia operativa soprattutto nell’ambito degli spazi doganali ed extra. Una iniziativa opportuna che serve a tutelare maggiormente i settori strategici dell’economia italiana ed europea”.

Il ricorso alla Guardia di Finanza è un “ritorno di fiamma” per i manager più giovani, ma per lei è invece una necessità operativa fondamentale e una sorta di mantra professionale che spiega con assoluta fermezza.

“Le ripeto quello che ho già detto ad altri suoi colleghi. Quando si hanno responsabilità di vertice, occorre subito capire se c’è bisogno di mettere “in sicurezza” l’amministrazione attraverso una capillare attività di procedimentalizzazione dell’attività svolta, così da rendere le procedure sistematiche, precise e razionali. I cittadini hanno diritto ad interagire con uffici veloci, determinati, concreti. L’Agenzia deve rispondere a questi criteri soprattutto con le sue articolazioni territoriali che rappresentano il vero avamposto su cui si giocano rilevanti interessi pubblici”.

E sulla prossima Riforma che il Parlamento si accinge ad approvare Roberto Alesse non ha nessun dubbio di sorta. Lui ritiene che la delega fiscale, a cui, in particolare, ha lavorato il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, “con grande equilibrio e consapevolezza tecnica”, è una straordinaria occasione legislativa per mettere in ordine tutta una serie di materie che impattano sulla vita quotidiana dei cittadini-utenti e sull’intero sistema produttivo.

Ma di cosa parliamo direttore?

“L’Agenzia delle dogane e dei monopoli è parte integrante di questo vasto progetto riformatore. Non c’è, infatti, solo da riallineare il testo unico delle leggi doganali al codice doganale dell’Unione europea in vigore dal 2016, le cui disposizioni prevalgono sul primo in forza dell’appartenenza dell’Italia all’Europa, ma è anche l’occasione, più in generale, per revisionare strutturalmente settori strategici, come quelli delle accise e dei giochi pubblici, così da rispondere alle giuste esigenze degli operatori, in un’ottica di bilanciamento di tutti gli interessi coinvolti”.

Uno dei temi caldi sul tavolo dei mille dossier del nuovo manager delle Dogane è quello del gioco pubblico e della vendita di prodotti da tabacco, che sono temi di grande coinvolgimento sociale e collettivo. Ma anche su questo Roberto Alesse ha le idee chiarissime.

“Il contrasto alle ludopatie, in particolare, costituisce un pensiero costante dell’Amministrazione chiamata ad assicurare un ambiente di gioco legale e responsabile e a garantire la tutela dell’ordine pubblico, dei giocatori, degli operatori di gioco autorizzati e, in particolare, dei minori di età. Analogo discorso è quello relativo all’attività di controllo sulla produzione, distribuzione e vendita dei tabacchi lavorati, dei prodotti liquidi da inalazione, nonché degli accessori al consumo dei tabacchi da fumo. Per queste finalità stiamo pensando di istituire, in analogia con il mondo dei giochi, la figura dell’agente in incognito per simulare acquisti on line nei siti soggetti al controllo, allo scopo di acquisire valide prove per supportare i provvedimenti inibitori”.

Non manca da parte di Alesse la sfida che il suo ufficio ha già deciso di giocare sul tavolo del Governo.

“Il settore dei giochi e delle scommesse – spiega- ruota attorno a un rilevante indotto industriale che necessita di essere regolato e controllato dall’Agenzia, soprattutto sotto il profilo degli adempimenti cui sono tenuti i concessionari e gli operatori del settore. L’intero comparto, se non presidiato, può attirare gli interessi della criminalità, organizzata e comune, avida di guadagni e di altre opportunità rappresentate, in primo luogo, dall’attività di riciclaggio dei proventi conseguiti. Vigilare su questo settore significa anche controllare le modalità di gioco prevenendo il fenomeno delle dipendenze”.

Ma da un “duro” come lui puoi aspettarti di tutto. Alesse le cose che pensa non le manda a dire e la cosa forse più immediata che si coglie parlando con lui è il senso internazionale della sua mission. Lui lo dice senza nessuna reticenza, e con la consapevolezza di chi conosce il mondo che ci circonda come le sue tasche.

“L’Agenzia, oltre ad essere l’amministrazione italiana competente ad applicare la tariffa doganale comune e il relativo corpus legislativo, collabora intensamente con organismi europei e internazionali. Noi, infatti, partecipiamo a gruppi di lavoro del Consiglio dell’Unione Europea, offriamo la competenza dei nostri funzionari alla Commissione Europea e, in particolare, alla Direzione Generale della fiscalità e dell’Unione Doganale (TAXUD), collaboriamo con l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), supportiamo la Procura Indipendente dell’Unione europea (EPPO) nelle attività investigative con cui si perseguono condotte illecite perpetrate dalle organizzazioni criminali che ledono gli interessi finanziari dell’Italia e dell’Unione”.

C’è molto di più nella filosofia del manager, e non è un caso che nelle varie interviste rilasciate in questi mesi Alesse faccia preciso riferimento al Fondo Monetario Internazionale.

“Inoltre, in virtù della riconosciuta esperienza nell’attività di capacity building, l’Agenzia è chiamata a partecipare alla predisposizione di progetti di assistenza tecnica in materia doganale sviluppati dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale e si pone in perfetta sinergia con i Paesi terzi, partecipando a continui progetti di gemellaggio e di cooperazione multilaterale”.

Per la tradizione del passato, non si può non dire che ai vertici dell’Agenzia delle Dogane è iniziata una vera rivoluzione generale, che non è solo strutturale, ma soprattutto culturale e ideologica.

 

Pino NanoGiornalista. Già capo redattore centrale Rai

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