Firenze rilancia le edicole come centri culturali di quartiere

Le edicole italiane stanno scomparendo, ma a Firenze nasce un modello di rilancio innovativo. Con il progetto Periodicō 11:11, un chiosco diventa un presidio culturale aperto alla comunità. Il Comune prova a invertire la tendenza, imponendo nuove regole per salvaguardare il ruolo delle edicole nel centro storico. Un’idea che potrebbe ispirare altre città italiane, in un settore sempre più in difficoltà.
Le edicole italiane, lo sappiamo, stanno scomparendo. Un tempo cuore pulsante della vita cittadina, simbolo di un’Italia che si informava attraverso i giornali, i settimanali e in generale la carta stampata, oggi sono sempre meno. Secondo la FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), in vent’anni si è passati da 36.000 a circa 11.000 chioschi attivi. Eppure, c’è chi va controcorrente, e anzi cerca di immaginare nuovi sistemi e nuovi compiti per i classici chioschi dei giornali.
A Firenze, la libreria indipendente Todo Modo ha deciso così di non lasciare che un altro pezzo di città scomparisse, ha rilevato l’edicola di piazza Edison, nella zona di Campo di Marte, e le ha dato una nuova missione. E ha fatto nascere Periodicō 11:11, un progetto innovativo che reinventa il ruolo dell’edicola, trasformandola in un centro culturale di quartiere.

Un presidio culturale aperto a tutti

L’edicola, situata in un piccolo giardino ombreggiato di pini in un quartiere residenziale lontano dal caos turistico del centro, continua a vendere quotidiani e riviste, ma con una marcia in più: una selezione curata di libri, riviste internazionali e specializzate, oltre a un ricco calendario di eventi comunitari. L’idea è quella di creare uno spazio aperto, un luogo in cui chiunque possa fermarsi a sfogliare un giornale, chiacchierare o partecipare a una presentazione letteraria. “L’edicola è ancora più importante della libreria”, ha spiegato Maddalena Fossombroni, cofondatrice di Todo Modo. “Non ha una soglia da varcare, è immediatamente accessibile”. Il progetto non si limita alla vendita di libri e giornali. Periodicō 11:11 vuole essere una “capsula di produzione di contenuti”, come l’ha definita Pietro Torrigiani, altro cofondatore della libreria. Oltre a presentazioni di libri, si organizzano letture pubbliche, rubriche video e incontri con autori e giornalisti. L’edicola diventerà anche un punto di riferimento per il quartiere.

Il declino delle edicole

Inaugurazione di Periodico 11.11 – Foto da Facebook

L’iniziativa di Todo Modo arriva in un momento critico per il settore. Oltre alla crisi dell’editoria tradizionale, pesa anche l’evoluzione della distribuzione, che giudica sempre più diseconomico consegnare i giornali in molte zone. Secondo il Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai (SNAG), più di 2.000 comuni italiani sono ormai senza edicola, mentre altri 2.000 contano un solo punto vendita. Una intera Regione come il Molise conta appena 33 punti vendita attivi. Una rapida passeggiata nei centri storici delle nostre città d’arte rivela come molte edicole siano state riconvertite in punti vendita di biglietti turistici, con sportelli bancomat incassati ai lati, mentre altre si sono trasformate sempre più in semplici rivendite di souvenir. Un fenomeno che riflette sia la loro posizione strategica nelle zone più visitate sia il progressivo calo d’interesse per la carta stampata.

A Firenze, il fenomeno non è diverso: i chioschi dei giornalai continuano a chiudere, lasciando dietro un vuoto culturale e sociale. Lo scorso aprile il Comune ha messo a punto un piano per cercare di invertire la tendenza: nelle aree del centro storico riconosciute come Patrimonio dell’Umanità UNESCO, il 70% dello spazio espositivo deve essere dedicato a giornali e prodotti editoriali affini, mentre non più del 30% può essere destinato ad altri articoli. Le edicole situate al di fuori dell’area UNESCO possono utilizzare un lato del chiosco per la pubblicità, garantendosi così una fonte di sostentamento.

Un modello replicabile?

Quella di Periodicō 11:11 è una scommessa, ma non un caso isolato. In diverse città italiane, da Milano a Roma, fino a Perugia, stanno nascendo esperienze simili, dove vecchie edicole vengono salvate e trasformate in piccoli centri culturali. Può essere questa una strada per salvare un settore in gravissima difficoltà? Se il futuro delle edicole passa da una nuova concezione del loro ruolo, iniziative come quella di Firenze potrebbero diventare un modello. Senza giornali, senza edicole, è un pezzo di civiltà cittadina che scompare. Del Molise, una Regione con 33 edicole, abbiamo detto. Dal prossimo primo aprile in quindici comuni del reatino, tra i quali Amatrice, Antrodoco, Castel Sant’Angelo, Cittareale, Leonessa e Terminillo, non arriverà più la stampa per decisione del distributore unico che opera in quella zona.
E le alternative a volte sono peggiori della chiusura. In Puglia – dove le edicole nei chioschi tradizionali hanno subito un tracollo nelle vendite – la Giunta regionale sta mettendo a punto un pacchetto di provvedimenti che prevede la trasformazione delle edicole superstiti in “chioschi multiservizi”. Ovvero potranno vendere anche alimenti come panini, cibo, bevande e merce di diverso ordine e grado, con distributori automatici all’interno del chiosco accanto ai pacchi dei giornali. Non siamo in grado di dire se è la giusta soluzione: quella fiorentina sembra davvero piu interessante, ammettiamolo.
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