Europee, Reguzzoni, per contare in Europa necessario sedersi ai tavoli del Ppe

Porterò avanti due proposte: una legge europea come quella sul made in Italy. Sottrarre il controllo dei club calcistici a proprietà arabe e asiatiche

Onorevole Reguzzoni, allora si torna in campo elettorale. Ci illustra le ragioni perché si candida, come indipendente, nelle liste di Forza Italia?

Perché non riesco più a sopportare la politica urlata e inconcludente. Negli ultimi anni, i nostri eurodeputati all’opposizione non hanno potuto influire quanto basta sulle decisioni prese in Europa. Per contare, l’unico modo è sedersi ai tavoli del PPE, la maggioranza. Quindi torno in gioco e lo faccio per il mio territorio, che oggi più che mai ha bisogno di un suo “sindacato” all’interno del Partito Popolare Europeo. È lì che si prendono le decisioni pesanti.

Ci dice i due tre obiettivi principali per cui si batterà una volta arrivato al Parlamento di Strasburgo?

Il primo è ottenere una legge europea simile alla Reguzzoni-Versace, quella che ho fatto approvare in Parlamento. La Reguzzoni-Versace dice che, per scrivere “Made in Italy”, il prodotto deve essere davvero realizzato in Italia. Al momento non c’è una legge simile a livello europeo; eppure ce ne sarebbe bisogno per difenderci dalla concorrenza sleale. Altro mio obiettivo è il rinforzo delle infrastrutture in tutti i territori del Nord.

Che cosa non le piace di questa Europa così com’è? Che cosa non funziona, che cosa dovrebbe essere innovato e introdotto?

L’Europa deve essere più unita. Siamo il continente più bello del mondo: abbiamo il Louvres, il Prado, il Reina Sofia, il Colosseo, l’Acropoli di Atene… potrei andare avanti all’infinito. Siamo la culla della civiltà occidentale, eppure continuano a serpeggiare tra di noi sentimenti antieuropei. È un errore; per affrontare i macroproblemi globali dobbiamo trovare coesione, non bastano le singole nazioni.

Qual è il suo sogno d’Europa? Un’Europa federale, tipo Stati Uniti d’Europa, con le relative cessioni di sovranità o una Europa centralista?

Un’Europa federale: gli Stati Uniti d’Europa

Recentemente ha illustrato una proposta che riguardava le società di calcio. Ce la può brevemente tratteggiare?

Si tratta del controllo dei club; per me dovrebbe tornare il prima possibile nelle mani di soggetti con residenza e sede fiscale in Europa. Bisogna sottrarre il calcio alle proprietà arabe e asiatiche che utilizzano lo sport solo come business, con risorse la cui provenienza è insondabile. E poi propongo la distribuzione di una percentuale delle risorse miliardarie provenienti dai diritti televisivi in favore dei settori giovanili e dei campionati minori. Sono una grande ricchezza sociale e sportiva.

Quale tipo di maggioranza ipotizza che si formerà per guidare l’Unione europea?

Quella guidata del PPE; è l’unico partito che siederà sempre ai tavoli che contano.

Ursula von der Leyen merita una riconferma o la sua immagine ormai un po’ appannata comporta un cambiamento?

La Von der Leyen è una risorsa, una figura con molta esperienza internazionale. Vedremo poi cosa succederà all’interno della maggioranza.

Veniamo alle cose italiane. Quali sono i suoi attuali rapporti con la Lega di Salvini? Che cosa in particolare non condivide dell’attuale linea che persegue?

Non condivido alcune scelte politiche di Salvini. Le faccio un esempio: nel 2019, dopo l’ottimo risultato della Lega alle Europee, lui ha schierato da subito all’opposizione il suo numeroso gruppo. Così facendo, abbiamo avuto per cinque anni un commissario del PD. Un errore.

Lei è stato un autorevole capogruppo della Lega al tempo della leadership di Bossi, e faceva parte, come scrivevano i giornali, del cosiddetto “cerchio magico”. Si sente ogni tanto con il senatur?

Insieme a Gianfranco Miglio, Umberto è stato il mio primo mentore. Il rapporto che ho con lui trascende la politica, quindi è naturale che la nostra amicizia sia rimasta solida anche al di fuori del Carroccio.

Se dovesse spiegare con poche parole a un giovane le differenze tra la Lega di Bossi (e di Reguzzoni) e la Lega di Salvini, che cosa direbbe?

Per rispondere citerei un vecchio manifesto della Lega che recita: “Lontani da Roma, vicini all’Europa”. Oggi, al contrario, la Lega scrive sui suoi volantini: “Più Italia, meno Europa”. È un partito che ha (legittimamente) cambiato rotta, allontanandosi dalle sue origini europeiste.

E per convincere un giovane a occuparsi di politica, che cosa gli direbbe?

Che merita di più del futuro pensato per lui da banche e governi, e la politica potrebbe essere un’ancora di salvezza per opporsi a un mondo sempre più in mano ai burocrati e alla grande finanza.

 

Mario Nanni – Direttore editoriale

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