Quando si pensa al Papa, l’immagine della papamobile è immediata: un simbolo di spiritualità su quattro ruote, capace di raccontare l’evoluzione della Chiesa e della società. Un percorso che, dalle carrozze solennemente trainate da cavalli, ci conduce fino al recente corteo funebre di Papa Francesco, chiudendo un cerchio di storia, tecnologia e valori.
La prima Papamobile, ovvero un fuoristrada bianco utilizzato dai vari pontefici per percorrere brevi itinerari tra la folla, fu utilizzata da Papa Paolo VI nel 1976, anche se ancora non era insignita del nominativo “papamobile”. Giovanni Paolo I non la utilizzò praticamente mai, mentre Giovanni Paolo II la richiese fin da subito. Il termine papamobile apparve per la prima volta il 13 maggio 1981 proprio nel pontificato di Giovanni Paolo II. Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire l’evoluzione delle vetture papali negli anni.
Dalla carrozza all’automobile
Prima dell’avvento dell’auto, i Papi si spostavano esclusivamente in carrozza. Ma con gli anni Venti, e l’affermazione dell’automobile, anche il Vaticano viaggiò sullo stesso binario della modernità: Pio XI, il primo a salire su una vettura papale, ricevette una Graham-Paige 837 e una Mercedes-Benz Nürburg 460, segnando l’inizio della lunga amicizia con la casa di Stoccarda.
Mercedes-Benz e la papamobile “di rappresentanza”
Negli anni Sessanta e Settanta, la Mercedes 600 Pullman Landaulet di Paolo VI incarnava eleganza e solennità: tetto apribile, blindatura leggera, oltre sei metri di imponenza. Un esempio opposto alla sobrietà che, solitamente, dovrebbe rispecchiare la Chiesa. Non era insomma un semplice mezzo di trasporto, ma assomiglia più a un vero e proprio trono viaggiante.
L’era delle papamobili blindate
L’attentato a Giovanni Paolo II del 1981 impresse una svolta decisiva: nacque la papamobile blindata, come la Mercedes-Benz G230, dotata di cupola trasparente antiproiettile. Una necessità di sicurezza che però non spense il desiderio del Papa di mantenere il contatto diretto con i fedeli.
Papa Benedetto XVI: comfort e sobrietà
Benedetto XVI predilesse l’eleganza misurata. Amava la Mercedes Classe M con cupola trasparente, ma si concedeva anche spostamenti più discreti, all’interno del Vaticano, a bordo di una semplice Ford Focus.
Papa Francesco: la rivoluzione della semplicità
Con Papa Francesco, le papamobili cambiarono radicalmente volto. Addio blindature sontuose: la missione era tornare «in mezzo al popolo», senza filtri. Fiat Panda, Jeep Wrangler, Dacia Duster, Hyundai Santa Fe e perfino una Kia Soul: mezzi accessibili, popolari, volutamente lontani da ogni forma di sfarzo.
Emblematica la scelta della Fiat Idea senza vetri antiproiettile per la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio. A chi gli proponeva modelli più sicuri rispondeva sorridendo: «Il Signore mi protegge. E se non lo fa, pazienza».
L’ultimo viaggio in una papamobile “umana”
In linea con il suo spirito, per il corteo funebre è stato utilizzato un Dodge Ram 1500 allestito in Messico, un pick-up nato da un veicolo usato, simbolo perfetto della sua scelta di umiltà. Un mezzo semplice, senza lustrini, che aveva accompagnato il Papa nel viaggio pastorale del 2016 in Messico, dal 12 al 18 febbraio.
Simone Massaccesi – Giornalista