Vi è mai capitato di navigare sui Social Network e vedere delle foto di qualche vostro conoscente con dei filtri che cambiano totalmente la reale figura di quella persona? C’è qualcuno che usa in maniera cosciente i filtri, delimitando la fine di quell’uso allo smartphone o al feed Social, altri invece hanno perso la linea di confine tra queste.
In Norvegia, lo scorso giugno, viene istituito il “divieto di utilizzo dei filtri di bellezza NON DICHIARATI”, perché? Per combattere il problema del disagio e delle insicurezze che i social alimentano. Ma ciò non avviene solo in Norvegia, ma anche in altri Stati viene sollevato questo “problema”. A seguito di questa querelle, Instagram, (azione tattica fatta dal suo CEO per prendere ancora più consensi?) aveva lanciato la funzione in cui se un post fosse stato creato con l’uso di filtri, sarebbe stato segnalato automaticamente dal social attraverso una scritta posizionata in fondo alla caption.
Ma ciò non è mai stato riscontrato da nessuno, continuando a lanciare l’immagine di queste influencer perfette con la pelle levigata, gli zigomi alti e le labbra super carnose. Ma ciò a cosa porta nella società di oggi?
Da sempre siamo stati abituati ad avere un mito, una persona a cui vorremmo assomigliare. Sin dai tempi delle nostre mamme e dei nostri papà, c’era qualcuno che voleva somigliare a Marilyn Monroe, Brigitte Bardot, Rock Hudson o a Vittorio De Sica, per poi passare alle Spice Girls, ai Queen o alla propria icona Pop preferita e fino ad arrivare ai giorni nostri.
E chi sono per noi metri di bellezza a cui gli adolescenti, (ma anche i più adulti) si ispirano?
Gli o le influencer, ma chi sono? Gli influencer non sono altro che persone comuni, che non avendo timore di stare davanti a una fotocamera e a una telecamera, hanno accattivato alcune multinazionali, rendendoli “i volti delle loro aziende” per promuovere il loro marchio o più comunemente dei prodotti che le aziende vogliono far correre più velocemente sul mercato.
Al giorno d’oggi però alcuni influencer (uomini o donne, senza distinzione) si fanno anche portatori di un messaggio estetico, alle volte ESTREMO: ottave di seno, sederi rifatti, labbra gonfie all’inverosimile, fino ad arrivare a zigomi, addome, gambe e chi più ne ha più ne metta. Tutto normale fino a qui? Delle semplici persone che raccontano sui social le loro giornate, attraverso lo storytelling e a volte portandoti a conoscere delle seconde persone, degli antagonisti del loro racconto.
Ma il problema arriva quando qualcuno di questi porta avanti il messaggio che essere “acqua e sapone” o diverse dal nuovo stereotipo di chirurgia estetica sia considerato diverso dal normale. Chiunque nella propria vita si è sentito domandare: “ma tu non hai rifatto niente?” oppure “non ti piacerebbe rifarti questo?” ed essere quasi redarguiti per aver posto il proprio dissenso, per gusto personale, non per altro. Alcuni di queste persone però, vedendo ai loro occhi una figura sempre quasi perfetta, ma sempre con quel piccolo tocco in più che manca cadono nel fenomeno più comunque che al giorno d’oggi almeno una volta si è sentito parlare, la dismorfofobia.
Cos’è la “Dismorfofobia”?
La Dismorfofobia in termini molto semplici è il disturbo cronico del vedere il proprio corpo sempre con un presunto difetto fisico.
Come tutte le cose però, ci sono diversi stadi delle cose, perché di fatto per gli psichiatri e psicologi questa è una vera e propria patologia, una combinazione di fattori genetici, sociali e culturali che portano a questo.
Certi esempi di bellezza sui social network portano i nuovi fruitori della piattaforma ad avere una visione diversa però da quella che sono realmente i propri beniamini.
Gli influencer per la maggior parte delle volte vogliono far vedere la parte bella della vita, perché nel loro ideale, stare ad ascoltare qualcuno che parli di problemi “normali” alla lunga può diventare noioso, ovviamente aggiungendo alle loro bellissime storie di vita frenetica piena di borse costose, viaggi da sogno e relazioni piene d’amore, una bella dose di filtri Instagram a volte con annessa modifica di un post con Photoshop.
A cosa porta però questo? Apparentemente a nulla, ma nella mente di qualcuno più giovane o più debole, che magari sta affrontando un periodo difficile, potrebbe essere l’intoppo per cadere nel “io sono diverso” portando possibilmente anche al ritocchino estetico fatto proprio dal chirurgo del mio idolo, fino ad arrivare però al momento in cui per quella persona non sarà mai abbastanza, cadendo nella dismorfofobia.
Social vs Realtà
I social però non sono soltanto “il lato nero della cosa”, sui social ancora qualcuno parla di “body positivity”, mostrando sì la propria immagine con i filtri (dite la verità, anche voi qualche volta li usate. Io si), ma facendosi vedere anche per quello che sono realmente nella vita di tutti i giorni, donne e uomini con le occhiaie, con i capelli scombinati, con qualche chilo di troppo e con la pelle un po’ rovinata.
Un sacco di volti Italiani si sono fatti portatori di questo messaggio, Vanessa Incontrada, additata sui social per aver qualche chilo di troppo nei suoi meravigliosi 44 anni, Matilda De Angelis, che su Instagram ha postato una sua foto con il volto ricoperto di acne (cosa assolutamente normale per la metà della popolazione) Aurora Ramazzotti, che ha seguito i messaggio portato da Matilda, ma anche le star del resto del mondo portano avanti questa “lotta”, tra cui l’attrice Selena Gomez, che ha avuto un cambiamento fisico dovuto ad una malattia, fino ad arrivare alla star indiscussa Britney Spears, che dopo i suoi anni d’oro da regina del Pop, si mostra senza filtri e con i suoi difetti a seguito di alcuni fatti accaduti nella sua vita.
Insomma il mondo dei social network è un bellissimo mondo, se usato con la testa e soprattutto, con la consapevolezza che chiuse tutte le applicazioni, torniamo nel mondo di tutti i giorni, fatto di gioie e problemi.
Clementina Gallo – Social media manager