Castelli: Salvini? irreversibile declino politico. Lega tradita, Nord senza rappresentanza

Il partito di Salvini ormai non ha più nulla a che fare con la Lega Nord, che era un partito territoriale e federalista. La Salvini premier è un partito, nei fatti, nazionale e centralista. Il ddl sull’autonomia differenziata è un gigantesco inganno. Calcolati 80-100 miliardi per intervenire sui Lep (livello essenziale nelle prestazioni)

Roberto Castelli ha lasciato la Lega dopo 40 anni e ha formato un suo movimento politico. Marco Reguzzoni, anch’egli importante esponente della Lega bossiana ha fondato un suo raggruppamento e si è candidato come indipendente nelle liste di Forza Italia alle Europee.

Castelli è stato parlamentare per sei legislature, ministro della Giustizia nel dal 2001 al 2006 nel governi Berlusconi II e III, poi vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Berlusconi IV.  A lui domandiamo come vede le prospettive del suo ex partito e di colui che attualmente lo guida.

Senatore Castelli, la Lega ha una lunga storia che dura da 40 anni. Lei è stato il senatore di Pontida e ministro della Giustizia per 5 anni. Come è iniziata la sua attività politica? e come ha incontrato la Lega?

Nel 1986 ho fatto un viaggio nel Meridione, in particolare, nel cosiddetto “cratere” irpino colpito dal terremoto. Ho scoperto un mondo fatto di abusivismo, sprechi e clientele. Ho toccato con mano dove finivano le tasse del Nord e ho deciso di fare qualcosa. Solo poco tempo dopo mi è arrivato a casa un giornale ” Lombardia Autonomista” che mi ha aperto gli occhi. Ho preso la tessera della Lega e non mi sono più fermato.

La Lega quando è diventata una forza politica nazionale? forse il momento è stato quello delle elezioni amministrative del 6 maggio del 90 quando ha raddoppiato i suffragi raggiungendo a livello nazionale il 4%, mentre in Lombardia è arrivata ad essere il secondo partito con quasi il 19% dei voti validi e superando di un decimale l’ allora Partito Comunista che aveva raccolto il 18,8 %. All’epoca Bossi diceva che la Lega Nord è un partito transitoriamente all’opposizione. Lei condivide queste valutazioni?

Sì condivido. Se vuoi cambiare le cose devi avere la maggioranza in Parlamento.

Quali sono secondo lei i leader della cosiddetta Prima Repubblica che hanno capito subito la Lega? Io ricordo giudizi divergenti di Occhetto e di Craxi. Secondo lei la Lega era od è una costola della sinistra, come disse D’Alema? 

Nessuno ha mai capito niente della Lega. I leader nazionali dell’epoca, ma anche quelli successivi, l’hanno ritenuta di volta in volta sovversiva e l’hanno criminalizzata o sbeffeggiata oppure l’hanno blandita tentando di utilizzarla per i propri scopi. Ricordo Fini che in Consiglio dei ministri, ogni volta che Bossi parlava, sogghignava. La cronaca oggi ci dice chi fra i due sia stato uno statista.

Come avete valutato l’avvertimento di Cossiga quando nel 1990 avvisò che avrebbe tutelato fino in fondo l’unità nazionale esercitando tutti i suoi poteri presidenziali in caso di necessità?

Ricordo che un esimio personaggio politico, alla vigilia del raduno sul Po disse che lo Stato avrebbe mandato i carri armati  in caso di sedizione. Ricordo le persecuzioni di Papalia ( procuratore della Repubblica a Verona, NdR). Ricordo in tempi più recenti la mano dura della magistratura contro i Serenissimi. Lo Stato spesso ha mostrato ai federalisti la sua faccia più feroce.

In che rapporti era od è con il fondatore Umberto Bossi ? ha partecipato alla recente riunione tra leghisti storici organizzata dal senatur? Può dirci quali argomenti sono stati trattati?

Sono in ottimi rapporti con Bossi, che resta il mio riferimento storico e politico.

Non solo sono stato a Gemonio, ma ho anche partecipato attivamente all’organizzazione dell’evento. Con Bossi mi sento regolarmente e in quelle occasioni pariamo di politica. Durante quell’incontro c’era grande via vai di persone che volevano salutare il “Capo”. Abbiamo trattato argomenti da buoni amici.

Secondo lei quali sono le maggiori differenze tra il partito delle origini e quello di oggi? a suo avviso i cambiamenti si sono verificati in un momento storico preciso, ad esempio con la fondazione della Lega Salvini premier nel 2020, o si sono via via succeduti? quali i passaggi più importanti? 

Il partito di Salvini ormai non ha più nulla a che fare con la Lega Nord per l’indipendenza della Padania da un punto di vista programmatico. La Lega Nord era un partito territoriale e federalista. La Salvini premier è un partito, nei fatti, nazionale e centralista. Restano i militanti che si radunano a Pontida in numero sempre più esiguo che non hanno capito cosa è successo e pensano che non sia cambiato niente.

Possiamo datare la svolta centralista di Salvini quando fonda il nuovo partito. Ma poi accecato dal 34 % dei consensi alle Europee 2019 dà vita alla sciagurata estate del Papete che segna il suo irreversibile declino politico.

Nel settembre 2023 lei ha lasciato la Lega dopo quasi 40 anni di militanza fondando una nuova formazione politica, il Partito Popolare del Nord. Quali sono le ragioni alla base della sua decisione? prevede un patto di unità d’ azione con la Lega od andrà per conto suo?

Le ragioni stanno essenzialmente in quanto detto prima. La Lega è stata tradita, il Nord non ha più rappresentanza. Il vetero meridionalismo, che sembrava superato, ha ripreso fiato con Il Partito 5 stelle che è diventato di fatto il partito delle istanze assistenzialiste del Sud più retrive . Il DDL sull’Autonomia differenziata è un gigantesco inganno che, se diventasse legge, provocherebbe un’ulteriore massa di denaro verso il Sud. Qualcuno ha già calcolato in 80/100 miliardi il costo necessario per intervenire sui LEP.

Pertanto’ necessario che qualcuno tenga viva la questione Settentrionale e  non potevo starmene seduto a guardare.

Lei è stato ventun anni parlamentare e cinque anni ministro della giustizia. Parlando dell’ oggi  a ex ministro come valuta la riforma Nordio sulla separazione delle carriere? 

La magistratura italiana è un unicum nel panorama mondiale. I Padri Costituenti, per ragioni che sarebbe troppo lungo ricordare in questa sede, hanno costruito un mostro giuridico che non risponde a nessuno se non a sè stesso. Ciò ha portato alle gravi degenarazioni che abbiamo patito e stiamo patendo. Tre in primis :strapotere delle Correnti organizzate , processi tesi a condizionare la politica da parte delle frange più politicizzate della magistratura, eccessiva lentezza dei processi. Occorre una profonda riforma costituzionale che: separi le carriere; tolga il potere al CSM di assegnare le cariche (esse devono essere assegnate tramite concorso); istituisca una sezione disciplinare terza formata da esimie personalità, quali  giudici costituzionali, giuristi, magistrati in pensione.

 

Gianluca RuotoloRedattore, Avvocato

 

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