Politica

La spada di Damocle

La Rai di fronte al “Freedom Act”. Una riflessione di Gianpiero Gamaleri professore ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, già dirigente e consigliere di amministrazione RAI, vicepresidente di “Articolo Quinto”

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Cultura

Tre sguardi sul futuro che non c’è. Kissinger, McLuhan, Hoffman

Avete notato che la parola “futuro” non ricorre quasi più in nessun articolo giornalistico, in nessun intervento di talk show, e persino in nessun libro di narrativa o di saggistica? Si parla di transizione digitale,  di emergenza ecologica,  delle promesse e dei rischi della digitalizzazione,  ma la visione  complessiva di un nostro destino più o meno favorevole sembra rimanere estranea a qualsiasi considerazione. Eppure qualche voce più coraggiosa rompe questo diaframma di reticenza, di scetticismo ed anche di paura riguardo ciò in cui l’uomo può ancora sperare. Abbiamo scelto tre personaggi capaci di alimentare il nostro insopprimibile bisogno di futuro, di guardare se oltre la siepe resta il buio o si accende una luce. Henry Kissinger : E il suo libro sull’intelligenza artificiale Il primo personaggio è addirittura un centenario. Avete subito capito che parliamo di Henry Kissinger, questo vegliardo che non è rimasto chiuso nell’ossessiva rievocazione del passato ma si è  tanto aperto verso l’avvenire da  viaggiare per tutto il mondo ed avere colloqui con leader come Xi Jinping e la nostra Giorgia Meloni.  Ma al di là delle immagini di rito, Kissinger ha fissato le sue idee in un libro dal titolo avveniristico: “L’era dell’intelligenza artificiale” col sottotitolo “Il futuro dell’identità umana”. Un libro scritto in collaborazione con due imprenditori e tecnologi Eric Schmidt e Daniel Huttenlocher. Forte della sua enorme esperienza politica, Kissinger si sofferma in particolare sugli effetti dell’intelligenza artificiale nell’ordine internazionale. Anche in questo campo così importante per i destini stessi dell’umanità, con ipotesi catastrofiste, Kissinger ci offre un elemento di rassicurazione.  L’intelligenza artificiale e altre tecnologie emergenti come i computer quantistici spingono gli esseri umani sempre più verso modelli di conoscenza sempre più complessi ma comunque dominati dalla volontà umana. Alla fine potremmo quindi scoprire che persino queste tecnologie hanno dei limiti insuperabili e

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Mondo

La voce di dodici papi contro tutte le guerre. Quale peso hanno avuto i loro appelli?

Come sarebbe il nostro mondo se dalla Grande Guerra ad oggi fossero stati ascoltati gli appelli dei Papi contro la guerra? È l’interrogativo che mi sono posto raccogliendo i loro richiami alla pace dalla metà dell’Ottocento fino ad oggi. Sono dodici papi, da Pio IX fino a papa Francesco. E Vedendoli riuniti in un solo testo colpisce l’assoluta coerenza delle loro parole e iniziative, ispirate non solo dal profondo senso religioso della loro fede cristiana ma anche da una partecipazione appassionata alle vicende del proprio tempo. Nel pensare al titolo di questo libro mi sono chiesto se usare il singolare o il plurale: “la voce o le voci” di dodici Papi? Raccogliendo i loro documenti non ho avuto dubbi: si è trattato e si tratta di una sola voce, anzi di un unico “grido” che purtroppo è rimasto inascoltato in tutto l’arco di tempo  che abbiamo preso in esame. Si tratta di un periodo che, come detto, prende le mosse dalla figura di Pio IX il cui lungo pontificato, dal 1844 al 1878, ha coperto il grande evento dell’Unità d’Italia e quindi anche della caduta del potere temporale pontificio. Un suo documento molto significativo fu la “Locuzione” del 29 aprile 1848 che testimonia tutto il travaglio di questo papa che è stato pienamente consapevole dei punti estremi dell’opinione pubblica di allora, divisa tra quanti all’inizio auspicarono addirittura che egli stesso si mettesse a capo dei moti per l’unità d’Italia, e quanti successivamente lo considerarono la massima espressione delle posizioni reazionarie e conservatrici. Quel documento ben testimonia anche la sofferenza personale di un’autorità religiosa gettata nel vortice di un cambiamento epocale. E dimostra nel contempo come in quel turbine di eventi e di passioni egli abbia saputo sempre tenere ben fissa la barra del timone della Chiesa orientandola verso l’orizzonte della

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