I corsi d’acqua in Liguria sono torrenti che corrono dai monti al mare, perpendicolari alla costa: tante brevi linee azzurre sulla carta geografica. Ci sono poche eccezioni a questa discesa rapida dell’acqua dolce, che guarda il golfo come un’attrazione irresistibile. Una di queste è la Val Fontanabuona, in provincia di Genova, un territorio poco frequentato dai turisti che ha sviluppato e conserva una sua forte identità culturale ed economica. Nel tempo ha sviluppato attività specializzate e prodotti originali che tuttora fanno il giro del mondo, spesso senza che il mondo sappia da dove provengono. CARTA D’IDENTITÀ La Val Fontanabuona ha un andamento strano perché corre parallela alla costa, senza mai guardare il mare. Lo ignora per 43 chilometri, promontorio di Portofino compreso, e tira dritta fino al torrente Entella che a Chiavari si butta nell’acqua salata. Vista dall’alto, è come un gigante sdraiato che appoggia la testa sui monti dietro Genova, volta la schiena alla costa e piega le gambe solo alla fine, giusto per toccare il mare con i piedi. Siamo in mezzo ai monti. Altitudine media tra i 700 e gli 800 metri, con le punte scenografiche dei monti Lavagnola (m. 1.118), Caucaso (m. 1.245) e Ramaceto (1.345). La ferrovia qui non è mai arrivata, l’autostrada neppure. I centri principali sono Moconesi, Carasco, Gattorna, Calvari e Cicagna. Per raggiungere la Val Fontanabuona si percorrono strade tortuose. Da Genova la più frequentata passa per il tunnel Bargagli-Ferriere, con l’alternativa della galleria di Boasi. Chi arriva da Chiavari segue il più agevole e pianeggiante percorso della strada statale 225, che fiancheggia il torrente Lavagna. Dopo 60 anni di attesa, nell’aprile del 2022 è stato presentato il progetto del cosiddetto Tunnel della Val Fontabuona, un’opera da 230 milioni di euro che comprende un nuovo svincolo sull’autostrada A12 e due