Adelaide Ristori nell’Ottocento ha vissuto come oggi può fare solo una rockstar. Solo che la sua arte era il teatro e lei era una donna in una società che non permetteva qualunque licenza.
Il suo è stato un eccezionale caso di talento, emancipazione, intelligenza, abilità dirigenziale e imprenditoriale. Per questo merita di essere conosciuto anche al di fuori della cerchia degli esperti. Adelaide Ristori ha inventato il merchandising, l’ufficio stampa, i tour mondiali, la cura dell’immagine e volto al femminile un repertorio scritto per i grandi attori uomini con la richiesta, per esempio, di ridurre “Macbeth” in modo da rendere protagonista “Lady Macbeth”.
Sopra di lei non c’era nessuno, al suo fianco il marito Giuliano, marchese Capranica del Grillo. Un matrimonio grazie al quale dall’ambiente umile della nascita passò con un sì a quello nobiliare, potendo contare da quel momento su una solidità economica che ha rafforzato la sua iniziativa senza appesantirla con la zavorra degli obblighi, nonostante la nascita di quattro figli.
Alla più grande attrice italiana del XIX secolo, duecento anni dopo la nascita avvenuta a Cividale del Friuli nel 1822, Genova dedica una celebrazione inserita nel prestigioso Programma Anniversari UNESCO 2022 – 2023. Le iniziative principali sono tre: lo spettacolo “Lady Macbeth. Suite per Adelaide Ristori” con Elisabetta Pozzi, una produzione del Teatro Nazionale di Genova con la drammaturgia di Andrea Porcheddu e la regia di Davide Livermore, in scena al Teatro Modena il 2 e 3 novembre 2022; il convegno internazionale “Adelaide Ristori e il Grande Attore”, dal 2 al 4 novembre all’Università di Genova e il 10 novembre 2022 alla Statale di Milano; infine la mostra del Museo Biblioteca dell’Attore “Adelaide Ristori: teatro e haute couture”, a cura di Livia Cavaglieri con la collaborazione di Danila Parodi e Giandomenico Ricaldone, visitabile dal 29 settembre 2022 al 22 gennaio 2023 nelle sale del Palazzo Lomellino a Genova, allestita da Guido Fiorato.
Nel suo insieme il progetto è stato ideato da Museo Biblioteca dell’Attore, Comune di Genova, Teatro Nazionale di Genova e Università di Genova – DIRAAS (Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo), con il contributo finanziario e il sostegno di Soprintendenza archivistica e bibliografica della Liguria, Regione Liguria, Camera di Commercio di Genova, Ministero della Cultura, Fondazione Carige.
Tutto questo accade a Genova, nonostante la città di per sé non abbia un peso specifico nella biografia di Adelaide Ristori, perché il notevole fondo dell’artista morta a Roma nel 1906, nel 1967 è stato donato al Museo Biblioteca dell’Attore, un’istituzione che era stata costituita l’anno prima da Sandro d’Amico. La sua funzione era fornire al Teatro Stabile di Genova diretto da Ivo Chiesa, con Luigi Squarzina principale regista, una costola dedicata alla conservazione archivistica dei documenti e allo studio scientifico dell’arte dell’attore teatrale, soggetta per sua natura alla labilità dell’attimo in cui si produce sul palcoscenico.
Adelaide Ristori non è nata né morta a Genova, ma qui riposa la sua memoria di donna libera e decisa, consapevole del suo talento e impegnata a esprimerlo senza timore di piegare le consuetudini alle sue esigenze e alle sue idee. L’archivio di Adelaide Ristori è stato recentemente riordinato grazie all’investimento di quasi 100mila euro stanziato dalla Soprintendenze Archivistica e dalla Direzione Generale Archivi del Ministero della Cultura, per l’eccezionale qualità e rarità del corpus documentale.
Adelaide Ristori è stata una delle prima star mondiali del teatro e ha rappresentato il volto della nuova Italia unita nei cinque continenti dove ha calcato i palcoscenici di 334 città in 33 stati, tra cui Messico, Australia, America ed Egitto.
Un’attrice cosmopolita che presto ha imparato a recitare anche in francese e in inglese gran parte del suo repertorio, da “Maria Antonietta” ed “Elisabetta regina d’Inghilterra” di Paolo Giacometti, a “Maria Stuarda” di Friedrich Schiller, “Francesca da Rimini”, “Medea” e “Cassandra”. L’artista friulana possedeva un vagone ferroviario con cui si spostava in Europa e negli Stati Uniti. Prima di arrivare nelle nuove piazze che la ospitavano, mandava in avanscoperta il nipote Giovannino Tessero affinché prendesse contatti con le redazioni dei giornali e preparasse così il terreno al suo arrivo.
Agli spettacoli corrispondeva la vendita non solo di programmi di sala, ma anche profumi, carta da lettere, trattamenti per i capelli con il suo nome. Tuttavia il suo vero biglietto da visita erano i costumi, preziosi, fastosi, corredati di ogni dettaglio, dai gioielli, alle scarpe, con un’attenzione all’immagine del tutto inusuale nell’Ottocento. Elementi che aiutavano a entrare nel personaggio favorendo un’adesione intima e una verosimiglianza che costituivano la modernità delle sue interpretazioni, sempre più lontane dalla retorica ottocentesca e sempre più prossime alla sensibilità del futuro.
Adelaide Ristori faceva confezionare gli abiti di scena ai migliori sarti del suo tempo, affidandosi abitualmente alla Maison Worth di Parigi fondata dal sarto Charles Frederick Worth. Quindici di questi sono conservati al Museo Biblioteca dell’Attore e saranno in mostra a Palazzo Lomellino insieme a diciannove paia di scarpine, gioielli, oggetti di scena, manifesti, locandine, fotografie, una scelta dal folto carteggio composto da 31.500 lettere, documenti di viaggio, premi e onorificenze. Imprenditrice di se stessa, aveva il controllo di ogni parte dello spettacolo e del tour.
Era così potente da non esitare a compiere azioni di propaganda politica nelle città ancora sotto il dominio asburgico o borbonico, nonostante il prevedibile e immancabile intervento della polizia, che dopo il proclama patriottico interrompeva lo spettacolo. Pare che Cavour in occasione di una tournée in Russia le abbia affidato la missione segreta di incontrare il ministro degli Esteri dello zar Nicola II. Una primadonna del Risorgimento che usava tutto ciò che era possibile per esprimere la verità.
Eliana Quattrini – Giornalista