Il Molise dei record, lettera a un viaggiatore

Prosegue con un “ritratto” della Regione una volta unita all’Abruzzo il “viaggio” per scoprire o riscoprire Regioni o sub regioni dell’Italia.

Caro Amico!

Accetta il mio invito e vieni in Molise.

Scoprirai una regione piccola ma deliziosa in tantissimi aspetti che ti sorprenderanno e ti saranno utili a rigenerarti nel corpo e nello spirito, nella mente e nel cuore. Làsciati prendere per mano e vieni via con me!… Chiudi gli occhi e aprili quando te lo dico io. Ecco, se vieni dall’autostrada del sole (uscite di Cassino o San Vittore) c’è un unico accesso: Venafro, la prima cittadina ricca di storia, di arte, archeologia e famosa per l’olio d’oliva così tanto decantato dal poeta latino Orazio. Qui l’ulivo è ancora sacro, tanto da farne addirittura un “Parco” … uno dei pochissimi in Italia; questo tra i primissimi, così come il circuito delle “Città dell’olio”. 

Se vieni dall’autostrada adriatica A14 hai due scelte per entrare nel cuore di questo territorio verdissimo che ti porterà dalle onde del mare fino a oltre 2000 metri, come in un sogno, tramite due strade a scorrimento veloce, la Trignina e la Bifernina. Ma prima di iniziare questa risalita, sarà bene visitare il borgo antico di Termoli, penisola sul mare, città portuale e industriale. Da qui ti puoi imbarcare per le stupende Isole Tremiti (così tanto amate dal nostro cantautore Lucio Dalla e da parecchi altri artisti, un tuffo nel mito delle Diomedee, l’incanto del cielo e del mare, del silenzio e della luce riflessa e moltiplicata dall’infinito). 

A Termoli e dintorni, ovunque potrai assaporare la squisita cucina dei pescatori, come, ad esempio, il classico “brodetto di pesce”… un’esperienza gastronomica e spirituale che, credimi, non ha pari, specialmente dopo una passeggiata lungo le mura del borgo ad ammirare il mare e quelle evocazioni di Federico II il più italiano di tutti i Re tedeschi. Il più universale. Non a caso “stupor mundi”. Qui resta una sua torre e la sua impronta saggia e lungimirante. Così ti nutrirai pure di Storia. Di quella che ti potrai trovare nel considerare persino l’attuale modernità e globalizzazione.

Non sarebbe male, poi, farsi un giro per i borghi dell’immediato entroterra dove sentirai parlare il croato e l’albanese. Perché, sì, caro Amico, il Molise è da sempre anche terra di accoglienza. Questa del litorale è “terra frentana” appartenuta ad una civiltà pre-romana che ha come capitale la città di Lanciano nel vicino Abruzzo chietino ma che trova in Larino il fulcro di un’estasi che intreccia i migliori valori della mitologia agricola di questo “Basso Molise” che ti dona oggi, tra tante altre amenità, pure la “Tintilia” uno dei vini che costituiscono il vanto dal sapore antico, bevuto pure da Annibale e dai suoi soldati, in sosta da queste parti prima di sconfiggere i Romani nella vicina Canne pugliese. Avrà avuto un ruolo questo vino?… Ne discutono gli studiosi. Adesso è un vino di pace, per la gioia delle famiglie in tante altre parti d’Italia e del mondo.

Risalendo il Biferno, percorreremo la suggestiva strada sopraelevata, costruita su pilastri continui, proprio 50 anni fa, tutta sul lago artificiale di Guardialfiera, il cui borgo osserva da sempre indagatore la stretta valle da un colle-sentinella sui passaggi mercantili e militari. Una sensazione unica. È come volare sull’acqua che ci circonda per alcuni chilometri, prima di addentrarci nel Molise centrale, stracolmo di emozioni antiche e nuove.

 

Lago di Guardialfiera – Molise

 

Ecco, guarda la città di Campobasso con il suo vigile Castello Monforte, attivo capoluogo di una regione antica quanto moderna, mentre a pochi chilometri, verso l’Alto Molise si può incontrare quel “Parco delle Morge” che ci mostra numerose piccole comunità che hanno vissuto (fino a meno di un secolo fa) nelle grotte di questi grandi sassi (morge) emergenti dalla campagna fertile come una madre. 

Un’esperienza unica, perché pur similari alle grotte di Matera (cui è stato chiesto un gemellaggio), tale geosito riporta l’idea di una piccola Cappadocia. Un’idea primordiale dell’abitare dentro la terra per chi la terra la coltiva ogni giorno per una vita, per lunghe generazioni. Uno stupore che ci atterrisce, è il caso di dire, così come ci affascina, consegnandoci ad una spirale di considerazioni antropologiche, sociologiche e quanto altro possibile. Uno stupore che fa riflettere sull’umanità in cammino dalle grotte ai grattacieli. Ma il Molise non ha alcun grattacielo. Ed è emblematico il suo rasentare la terra pure nell’habitat millenario.

Poco distante dalle grotte che sanno un po’ di preistoria e un po’ di Sud dimenticato, si alza Trivento a dominare i suoi onnipresenti venti e la vallata del fiume Trigno che dalle montagne dell’Altissimo Molise si porta quieto al mare di San Salvo e Vasto sul piccolo Golfo d’Oro che dall’Abruzzo della Maiella e del Gran Sasso dialoga con i fari e le amenità del Gargano. Già visitare la cripta della Cattedrale è un lieve immergersi nei secoli, scalino dopo scalino, con un odore di antico e di sacro che soltanto la penombra può fare dono prezioso all’anima con tutta la spiritualità che esprime.

Ecco, di luoghi della “spiritualità” il Molise è ricamato densamente come i merletti fatti ancora al tombolo dalle donne di Isernia. Trivento, sede vescovile tra le prime in Italia, è uno di questi luoghi dell’infinito benedetti da una religiosità che nutre davvero persona per persona, focolare per focolare. Non a caso sono state proprio le donne di Trivento, qualche anno fa, a realizzare (adesso imitate pure all’estero) un monumentale albero di Natale tutto adornato dai loro multicolori quadratini fatti all’uncinetto, uniti in modo tale da farne una enorme coperta, quasi a voler avvolgere con il loro affetto non solo un albero ma il Bambinello della Natività.  

Natività che trova esaltazione in Agnone, cittadina dell’Altissimo Molise, a 37 km da Trivento verso l’interno dell’Appennino più aspro. Una piccola città-isola montana, però crocevia non soltanto di commerci ma soprattutto di spiritualità e di santi come poche al mondo, fin dalla sua antichità sannita. Non a caso qui è stata scoperta la cosiddetta “Tavola di Agnone” … un prezioso bronzo con iscrizioni votive e religiose, da oltre un secolo custodito al British Museum di Londra.

A cura del Cenacolo francescano, ogni vigilia di Natale viene ancora messo in scena il Presepe Vivente tra i più longevi d’Italia, quello sicuramente più originale sia perché viene recitato a tema come un grande teatro all’aperto e sia perché il Gesù Bambino è preso dalla cronaca anche internazionale più difficile ed emblematica. E per tale motivo è stato più volte ripreso in diretta televisiva, pure nazionale, come la spettacolare e scintillante ‘Ndocciata che lo precede.

Ritenuta il più antico e grande rito sociale del fuoco al mondo e, comunque, “Patrimonio Italiano”, la manifestazione della ‘Ndocciata rappresenta il fiore all’occhiello dell’intero Molise, che ne ha fatto omaggio al Papa Giovanni Paolo II in Vaticano, a Piazza San Pietro, l’8 dicembre 1996, una devota restituzione, dopo che il Pontefice era venuto in visita pastorale il 19 marzo 1995 a Campobasso, Castel Petroso e pure qui in Agnone dove ha visitato la Pontificia fonderia di campane Marinelli, pure questa ritenuta la più antica del mondo e in ogni angolo del globo fa risuonare  questa “Voce degli Angeli” come l’hanno definita i Poeti.

La manifestazione della ‘Ndocciata

 

L’artigiana fonderia delle campane è sicuramente l’attrazione turistica più importante del Molise, con molte decine di migliaia di visitatori provenienti ogni anno pure dall’estero, specialmente scolaresche e studiosi del settore. Sopra la fonderia vera e propria c’è il Museo internazionale delle campane intitolato proprio a Giovanni Paolo II che l’ebbe a inaugurare, benedire e visitare prima di tornare in Vaticano quella domenica pomeriggio del 19 marzo 1995, San Giuseppe Artigiano, giornata storica ed indimenticabile.

Il viaggio nella spiritualità molisana riserva altre sorprese pure in Agnone. Ad esempio, la cappella del transito, nel convento dove il 4 giugno 1608 è morto San Francesco Caracciolo, il cui cuore pare sia conservato nell’attigua chiesa dell’Annunziata. A pochi passi dalla quale esiste il “Centro di spiritualità non violenta” al cui interno sono ancora attive le “Edizioni dell’Amicizia” che donano i propri libri, liberati persino dei diritti d’autore (forse un unicum nel panorama editoriale). La spiritualità agnonese è sempre stata tale e tanta da erigere 14 chiese dentro la cinta muraria, alcune delle quali monumentali, con ben 8 parrocchie, alcuni conventi maschili e femminili già fin da quanto San Francesco d’Assisi e Santa Chiara erano ancora vivi. E la Biblioteca Comunale che, fondata nel 1910 da Baldassarre Labanca il primo con una cattedra universitaria di Storia del Cristianesimo, esalta questa “Atene del Sannio” capitale culturale.

Caro Amico, ti sarà difficile lasciare Agnone per continuare il tuo viaggio. Sarai così tanto attratto da un altro tipo di “spiritualità” deliziosa, quella gastronomica che è senza dubbio tra le più ricche al mondo con rituali e calendari la cui osservazione è doverosa quanto rigida (e piacevole), in ogni sua manifestazione. 

Al centro di tutta questa ricchezza e varietà sono i latticini di cui il territorio altomolisano è una tale eccellenza che viene paragonato alla zona svizzera dell’Emmental … infatti, alcuni la definiscono “Emmental Molise”. In effetti un viaggiatore ha scritto, negli anni cinquanta per un giornale romano, che il Molise è la piccola Svizzera del Sud… così come alcuni tedeschi di Germania hanno definito la Calabria un pugno di Baviera in mezzo al Mediterraneo. E sono ancora in parecchi coloro i quali considerano il Sud Italia come semi-arido!

Tenendo base in Agnone, è possibile scoprire un Molise che, per essere regione silenziosa e defilata, non ti aspetteresti assolutamente quanto a meraviglie “concentrate” in pochi kmq di territorio (come ha evidenziato un nutrito gruppo di giornalisti esteri qui in visita il 9-10 maggio 2014). Quindi, caro Amico, sei disposto ad un surplus di emozioni? Sei disposto ad un profondo tuffo nella Natura e nel Tempo quale non hai mai immaginato?…

E, allora, ecco la meravigliosa foresta “Riserva MaB” (Man and Biosphere) protetta dall’UNESCO che da Pietrabbondante di Colle Meluccio giunge ai confini abruzzesi vicino Montedimezzo di San Pietro Avellana… uno dei paesi completamente ricostruiti dalla distruzione nella seconda guerra mondiale come tanti altri borghi situati sulla “Linea Gustav” da Cassino ad Ortona … oggi capitale molisana del tartufo bianco e nero, tra i più pregiati d’Europa, con relativa sagra a novembre e a luglio. Ti sei inebriato abbastanza?

Un po’ più là, a salire fino ai 1700 metri, Capracotta ti aspetta per elargirti le sue piste da sci (discesa e fondo) con piste omologate a livello europeo. Preparati a bearti delle amenità di Prato Gentile a quota 1600 metri, una radura in mezzo al bosco che si può percorrere in “trekking” con i sentieri multipli e dedicati che sconfinano con la preziosa abetaia bianca della attigua Pescopennataro, un borgo a strapiombo sulla valle del fiume Sangro che proviene dal vicino Parco Nazionale d’Abruzzo-Lazio-Molise. Queste sono montagne che hanno il record continentale del maggiore accumulo di neve, addirittura fino al primo piano delle case!

Ti stai accorgendo che il Molise, per quanto territorio semi-sconosciuto e quieto, è una regione dei record … nevicate più abbondanti, fonderia di campane più antica, rito del fuoco più imponente, tartufo più pregiato tra quelli esistenti, caciocavallo migliore (così decretato dai premi internazionali), ecc.. E, adesso, ti porto ad ammirare un altro record… quello dei tratturi. Questo territorio, infatti, è attraversato da più tratturi che, provenienti da varie località d’Abruzzo, lo attraversano per confluire tutti nel “terminal” di Foggia per poi distribuire le greggi e le mandrie su tutto il tavoliere delle Puglie. Un’epopea quella dei tratturi che non ha eguali, almeno per consistenza e concentrazione, in Europa. Altro record.

Ecco, ammira! Qui a Pescolanciano c’è uno dei tratti rimasti più integri di un tratturo, le vie erbose (larghe 111 metri) percorse dalle greggi e dalle mandrie due volte all’anno per e dalle Puglie, con le stazioni di sosta e ristoro (proprio come gli attuali “autogrill” delle autostrade). E Pescolanciano è una di queste aree di sosta e di “controllo” (veterinario e fiscale) effettuato dai Duchi del castello, quei D’Alessandro amici pure dello zar di Russia e produttori delle pregiate ceramiche, succursale della napoletana Capodimonte. 

Non te lo aspettavi, eh, in queste isolate montagne una civiltà così raffinata?! Eppure le greggi e le mandrie erano la maggiore industria fino a quando la lana aveva un valore, adesso mal sostituita dai filati sintetici. 

Ma, vieni, qualche chilometro e siamo nel pieno della Storia pre-romana. Ecco Pietrabbondante con la sua vasta area archeologica dell’antica capitale dei Sanniti, l’unico popolo italico che è riuscito a sconfiggere la Roma invasiva e pervasiva con vocazione imperiale. Ammira, il teatro, uno dei pochi nel Mediterraneo (dopo Ostia, Pompei e Atene) ad avere gli schienali anatomici di pietra nelle prime tre fila, riservate al Senato e ai Nobili. 

Vedi i due templi di fattura magnogreca?… Come è possibile ad un’altitudine di mille metri e così a nord rispetto ai territori di influenza della Magna Grecia? Tutto ha una spiegazione. Devi sapere che qui dai Romani fu deportata tutta la forza lavoro proveniente dall’attuale Calabria (antica Magna Grecia, appunto) dopo la sconfitta subìta dai Bruzi, unici alleati dello sconfitto Annibale nel 202 avanti Cristo. 

Qui i “calabresi antichi” hanno costruito templi di forgia magnogreca. Altri ne sono nelle vicine località di Vastogirardi e Schiavi d’Abruzzo. Alcuni storici ritengono che “Schiavi d’Abruzzo” altro non significhi che “Schiavi provenienti dal Bruzio” e che la stessa denominazione di “Abruzzo” sia in effetti “A Brittio venio” cioè “Vengo dal Bruzio” … quindi Abruzzo.  Che scherzi fa la Storia!

E la Storia ha costellato il Molise di numerosi castelli e torri medievali. In proporzione al territorio ne ha di più in Italia. Altro record. Piano piano ti stai accorgendo che stiamo facendo un viaggio nel Molise dei record. Eccone un altro. Nel 1978, alla periferia di Isernia, in località Pineta, effettuando lavori di scavo per una nuova strada nazionale, è stato scoperto un sito paleolitico che gli esperti ritengono risalente ad un periodo preistorico tra i 750mila e i 500mila anni fa. L’Università di Ferrara che cura la parte scientifica di questo sito conosciuto come “Homo Aeserniensis” ha motivo di credere che sia il più antico tra quelli scoperti finora in Europa. Nel 2014 il Ministero della Cultura lo gestisce direttamente, data l’importanza.

Ed un altro sito di importanza europea è costituito dalla zona archeologica dell’antica Abbazia di San Vincenzo al Volturno, un fiume sacro per il Molise, regione spartiacque tra Tirreno ed Adriatico. Infatti, il Volturno si volge verso il mare Tirreno della Campania settentrionale, mentre gli altri due fiumi sacri, Biferno e Trigno, confluiscono nell’Adriatico tra Vasto e Termoli. 

Vicino a San Vincenzo al Volturno, c’è, sotto l’imponente catena montuosa delle Mainarde, il piccolo lago di Castel San Vincenzo, uno dei più ameni tra quelli molisani, tutti artificiali per produrre energia e per dissetare il Basso Molise, il Vastese e il Foggiano. Mentre le acque del versante tirrenico dissetano la Campania e, in particolare, Napoli e persino Capri! Infatti, al porto di Capri c’è una fontana con la scritta “Acqua del Molise”. L’avresti creduto?

E tanta è l’acqua che sgorga dal massiccio del Matese, i monti più alti del Molise: infatti superano i duemila metri e stanno per diventare un Parco nazionale condiviso con la Campania. A Campitello Matese c’è una delle stazioni sciistiche più belle ed attrezzate del sud Italia. Appartengono all’area matesina cittadine come Boiano, di origine sannita, e Sepino antica stazione romana di passaggio di un importante tratturo e, adesso, pure località termale e borgo natìo di Giulia, la suora che ha fatto tremare la Napoli del Seicento.

Poco più in là, verso la valle del Fortore, quasi al confine con la provincia campana di Benevento, sorge Riccia, così tanto ricca di storia e di civiltà da conservare persino le spoglie di una vera regina: Costanza di Charamonte (1377-1423), prima moglie di Ladislao re di Napoli e di Ungheria. A poca distanza, il superbo castello di Gambatesa e poi il lago di Occhìto condiviso da Molise e Puglia.

Ci sarebbe tanto, proprio tanto da vedere in questo piccolo-grande Molise: la suggestiva chiesa di Pietracupa scavata dentro una montagnola al centro del paese; Sant’Elena Sannita dove nascono profumi e profumieri; la Pescopennataro degli scalpellini e la Frosolone dei coltelli … luoghi dove l’artigianato ha avuto un valore esportato in tutto il mondo. 

Assolutamente da non perdere, un’emozione che nessuno in Italia ti potrà mai dare: centinaia e centinaia di cavalli che vivono liberi allo stato brado nella conca di Montenero Val Cocchiara da più di duemila anni, fin dal tempo dei Sanniti… un Molise primitivo ed ancestrale, con luoghi e situazioni introvabili altrove. Beni immateriali dell’Umanità, si potrebbe dire. Come il silenzio e l’aria pura, a respiri che non avrai mai così profondi ed intensi, ristoratori e sublimi. Da ciò un Molise ricco di eremi.

Infatti, come noterai, caro Amico, tra tutte le regioni italiane, il Molise è quella che dona ai visitatori e ai suoi stessi abitanti tanto “silenzio” e tanta aria pura … risorse preziosissime, oggi come oggi, specialmente per chi sta in città frenetiche e inquinate oppure ha ritmi di vita che invocano, anzi pretendono un po’ di relax! 

Ma ti accorgerai, altresì, che c’è più silenzio che altrove, pure perché i suoi paesi sono stati svuotati dall’emigrazione e dallo spopolamento, situazioni sociali presenti in tutto il meridione e in quelle altre aree appenniniche ed anche alpine dove, per paradosso, la “slow life” … la vita lenta offre l’imperdibile occasione per una introspezione spirituale che facilita l’armonia ed il godimento di tanti altri valori etici che ti avvicinano a te stesso e alla natura. Persino a quell’escatologia per non perdere la bussola esistenziale.

Regione generosissima è il Molise, tanto umile quanto di buon cuore. Magari si priva per dare. Gesto da antica civiltà contadina e montanara che ormai risulta introvabile quanto preziosa! Ecco, Amico mio, uno dei tanti motivi per cui tu tornerai in Molise … perché qui puoi trovare ciò che gli altri hanno perso… quell’innocenza primordiale che abita soltanto nella natura e nella semplicità dei sentimenti, senza la prosopopea della civiltà industriale ed affaristica che ci ha allontanato da quell’antica e sempre valida “maternità italiana” cui è necessario (se non urgente) tornare, almeno con il cuore e la purezza dei sentimenti. 

Qui in Molise puoi ritrovare te stesso e la tua antica storia. Utili per il tuo futuro. – stop – 

 

Domenico Lanciano – Giornalista

 

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