Un nuovo ordine multipolare e le critiche all’Occidente hanno animato il vertice dei Brics di Kazan, in Russia, dove i leader delle economie emergenti hanno incontrato il padrone di casa, il capo del Cremlino, Vladimir Putin, dal 22 al 24 ottobre scorsi. Tra i big giunti in Russia c’erano il presidente cinese, Xi Jinping, il primo ministro indiano, Narendra Modi, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian e, non senza polemiche, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
Brics in bilico tra divergenze e buoni rapporti con l’Occidente
I Brics includono dieci Paesi. Oltre ai cinque membri le cui iniziali compongono le lettere della sigla (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) dallo scorso anno si sono aggiunti Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita (ancora da formalizzare) e gli Emirati Arabi Uniti. Insieme, rappresentano il 45% della popolazione globale e circa il 28% dell’economia globale, contro il 10% circa dei Paesi del G7. Altri Paesi hanno manifestato l’interesse a entrare nella sigla delle economie emergenti: oltre alla Turchia, membro della Nato, anche Thailandia e Malaysia hanno espresso il desiderio di entrare nei Brics, ma il numero dei Paesi simpatizzanti o che vorrebbero aderire sarebbe più alto: trenta, secondo funzionari russi.
Quello che si è tenuto a Kazan è stato il sedicesimo vertice dei Paesi della sigla, dal tema “rafforzare il multilateralismo per una sicurezza e un ordine globale giusti”. E nonostante un’immagine di unità, le divergenze tra i Paesi membri sono molte e difficilmente ricomponibili. È il caso dei rapporti tra Cina e India, su cui pesano le dispute di confine, discusse anche nell’incontro tra il presidente cinese, Xi Jinping, e il primo ministro indiano, Narendra Modi, a margine del summit di Kazan, o tra Iran e Arabia Saudita, nonostante la recente normalizzazione dei rapporti facilitata proprio dall’azione diplomatica di Pechino.
E nonostante il forte sentimento anti-occidentale della Russia, diversi membri, come l’India, vogliono mantenere buone relazioni politiche ed economiche con l’Occidente.
Russia, Cina, Ucraina e la corsa alla Casa Bianca
Il summit ha sottolineato, ancora una volta, l’alto livello delle relazioni tra Russia e Cina. A margine del vertice di Kazan, Xi e Putin si sono incontrati e il leader russo ha ribadito che la relazioni tra Mosca e Pechino “sono diventate un modello di come dovrebbero essere costruite le relazioni tra gli Stati del mondo moderno”, definendo la cooperazione tra i due grandi Paesi “poliedrica”, “paritaria”, “reciprocamente vantaggiosa” e “non opportunistica”, secondo quanto riferisce il Cremlino.
Toni cordiali ricambiati dal leader cinese, che ha sottolineato la “profonda amicizia” tra Cina e Russia. “Nonostante la complessa e grave situazione esterna”, ha detto Xi nella versione ufficiale cinese, Pechino e Mosca hanno “attivamente promosso” la cooperazione bilaterale.
La guerra in Ucraina, mai menzionata nei comunicati ufficiali dell’incontro tra i due capi di Stato, è stata, invece, citata da Putin in conferenza stampa in chiusura del vertice. Mosca è disposta a prendere in considerazione un’opzione per la pace “sulla base della situazione reale sul terreno”, ha detto il leader del Cremlino, sottolineando in un invito ai Paesi occidentali, che “se qualcuno vuole riprendere le relazioni con noi, è il benvenuto a farlo”.
A parlare con Putin della guerra in Ucraina è stato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che in un incontro bilaterale con il leader russo ha sottolineato che “l’invasione russa dell’Ucraina è stata in violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale”. Guterres e Putin hanno poi discusso anche la situazione in Medio Oriente, soffermandosi sulla necessità di un cessate il fuoco a Gaza e in Libano e di evitare un’ulteriore escalation.
Putin e le cortesie verso Trump
Per quanto mai citati direttamente nella dichiarazione finale del summit, non poteva mancare un passaggio sugli Stati Uniti, a pochi giorni dall’appuntamento con le urne del 5 novembre che vedrà la vice presidente Usa, Kamala Harris, sfidare l’ex presidente Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. Nella conferenza stampa conclusiva del vertice dei Brics, Putin ha citato il rapporto della Russia con gli Stati Uniti, sottolineando che se gli Usa saranno aperti a relazioni normali con la Russia, altrettanto farà Mosca, ma “dipenderà dalla prossima amministrazione Usa”.
Putin ha parlato anche di Donald Trump, in risposta alle domande dei giornalisti. Il leader russo ha valutato come “sincere” le parole del candidato repubblicano sulla possibilità di porre fine alla guerra in Ucraina, qualora tornasse alla Casa Bianca, mentre ha sostanzialmente glissato sulla presenza di truppe nord-coreane in territorio russo.
La dichiarazione di Kazan
Il messaggio che arriva dal summit ospitato dalla Russia è di critica all’Occidente. “Siamo profondamente preoccupati dall’effetto disturbante delle misure coercitive unilaterali illegali, incluse le sanzioni illegali, all’economia globale, al commercio internazionale e al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile”, si legge tra i 134 punti della dichiarazione di Kazan, che dedica ampio spazio anche alla guerra in Medio Oriente.
I Brics chiedono un “immediato, complessivo e permanente cessate il fuoco” nella striscia di Gaza, e “l’immediato e incondizionato rilascio di tutti gli ostaggi e detenuti da entrambe le parti che sono tenuti prigionieri illegalmente”. I Brics denunciano gli attacchi israeliani contro operazioni, strutture e personale umanitario e punti di distribuzione, esprimono sostegno per la membership dello Stato di Palestina nelle Nazioni Unite e allarme per la situazione nel sud del Libano.
C’è un passaggio anche sull’Ucraina: il comunicato finale del summit parla di “posizioni nazionali riguardo alla situazione in e attorno all’Ucraina, e viene espresso apprezzamento per le proposte di mediazione “mirate a una pacifica risoluzione del conflitto attraverso il dialogo e la diplomazia”.
Riformare la finanza mondiale
Sulla cooperazione in tema di economia e finanza, i Brics sottolineano il “bisogno di riformare l’attuale architettura finanziaria internazionale” per renderla “più giusta e inclusiva”. I Paesi della sigla dichiarano il proprio sostegno alla ripresa economia e allo sviluppo sostenibile a livello globale.
C’è spazio anche per le nuove tecnologie: i Brics incoraggiano scambi e dialoghi sull’intelligenza artificiale, si legge in un passaggio della dichiarazione di Kazan, mentre sui cambiamenti climatici sottolineano l’importanza di prendere in considerazione le circostanze nazionali e le economie nazionali, il mix energetico e le circostanze specifiche dei Paesi in via di sviluppo, che dipendono dal consumo di combustibili fossili e da industrie ad alto consumo di energia, per raggiungere una “giusta transizione energetica”.
Con un passaggio gradito alla Cina e un velato riferimento agli Stati Uniti, infine, i Brics dichiarano inoltre di respingere “misure protezionistiche discriminatorie e punitive unilaterali”.
Eugenio Buzzetti – Giornalista