IGNOBEL, I PREMI PER LA SCIENZA DIVERTENTE, A VOLTE IRRIVERENTE

Quando gli scienziati famosi e le università più prestigiose riescono a ridere di se stessi allora nascono realtà divertenti come questi premi. Nel mese di Ottobre sono stati assegnati i più prestigiosi premi Nobel, dove spiccano su tutti quelli per la medicina. Parallelamente all’evento per eccellenza, si sono assegnati anche i riconoscimenti per le scoperte più curiose e divertenti: gli IgNobel.

Le categorie vincenti sono state per gli scienziati che leccano le rocce, la sessualità delle acciughe e la scoperta di come possono essere utilizzati i ragni morti.

Oggi una sola persona ha vinto sia il premio IgNobel  sia il premio Nobel. Si tratta di Andrej Gejm per la dimostrazione della rana volante. Frutto delle ricerche condotte sulla levitazione diamagnetica.

La prima edizione dei premi IgNobel si tenne nel 1990. Siamo arrivati infatti alla trentatreesima edizione, ma il motto rimane sempre quello: “la scienza che prima fa ridere e poi pensare”.  Sponsorizzati dalla rivista scientifica-umoristica statunitense Annals of Improbable Research (AIR), i premi IgNobel sono presentati al pubblico nel corso di una cerimonia di gala che si tiene nel Sanders Theatre dell’Università di Harvard.

Ovviamente la popolarità e l’importanza del fratello maggiore, il Nobel, non ha eguali. Questa edizione in particolare ha visto la vittoria dei due medici Katalin Karikò e Drew Wiessman, per le loro ricerche sulle modificazioni dell’RNA. I loro risultati hanno aperto le porte all’utilizzo degli mRNA (RNA messaggeri) come agenti terapeutici, consentendo innanzitutto la messa a punto dei vaccini contro SARS-CoV-2.

Ma anche i fratelli minori giocano un ruolo importante nella comunicazione della scienza, vista come uno spunto per “giocare e ridere”, e magari non prendersi troppo sul serio.

Come hanno fatto gli assegnatari dei premi di quest’anno:

SESSO TURBOLENTO. Bieito Fernández Castro, dell’Università di Southampton (Regno Unito) per aver dimostrato che l’attività sessuale delle acciughe, che si riuniscono ogni notte al largo delle coste galiziane, creano vortici in grado di rimescolare gli strati d’acqua oceanici.

UN RETROGUSTO SABBIOSO. Alla domanda perché mai così tanti scienziati leccano le rocce? Ha risposto Jan Zalasiewicz, geologo dell’Università di Leicester ricordando come leccare una roccia consenta subito di vedere in maniera più chiara di cosa è fatta, mettendone in luce le caratteristiche. Lo ha fatto egli stesso, ricorda, arrivando alla scoperta di uno splendido nummulite (fossile)

NECROBIOTICA al servizio dell’ingegneria. Si avete letto bene, infatti un team di scienziati ha scoperto come riutilizzare il “fantastico” apparato locomotore dei ragni, morti. Arti che possono essere utilizzati come pinzette applicando una piccola pressione sulle articolazioni.

Gli IgNobel hanno talvolta sollevato critiche, come nel caso dei due attribuiti alla ricerca sull’omeopatia, ma ogni anno attirano l’attenzione di riviste come Nature, Focus, Wired proprio per la loro curiosa assegnazione. Una cosa è certa, riscuotono sempre clamore!

 

Elio Nello MeucciGiornalista, ricercatore

 

 

Ahi stolta guerra, vituperio delle genti!

Si potrebbe riassumere così, parafrasando un’invettiva famosissima di Dante, il senso complessivo di un testo teatrale, forse non altrettanto famoso, Read more

I campus bruciano e preoccupano Joe Biden

Sono oltre duemila gli arresti della nuova ondata di proteste che sta accendendo i campus americani. Le università e le Read more

L’Europa e la sovranità: la storia del progetto europeo nei rapporti tra Italia e Francia

L’idea di Europa unita è nata dopo due guerre mondiali, con l’obiettivo – anzi, la necessità – di costituire un’entità Read more

Russia e Ucraina, sotto assedio anche la proprietà intellettuale

La guerra tra Russia e Ucraina prosegue senza interruzioni e, sotto attacco, è finita anche la proprietà intellettuale. Lo scorso Read more

Articolo successivo
Il Nobel per il vaccino anti-covid scatena gli sciacalli “no vax”
Articolo precedente
Dai nuraghi un miliardo di euro l’anno per il pil della Sardegna

Menu