I ministri che vorremmo. Lettera di un imprenditore sulla formazione del nuovo Governo

Gentile direttore,

chiedo ospitalità per esprimere da imprenditore, culturalmente moderato, le aspettative che ripongo nella composizione del futuro esecutivo a guida Giorgia Meloni.

Sia consentito di esprimere qualche preferenza e auspicio per la costituzione del nuovo esecutivo. Lasciate perdere le chiacchiere e le registrazioni masochiste sul dialogo con Putin. Politica e diplomazia non si fanno con i muri. Antonio Tajani e Stefania Craxi sono i nomi giusti per gli Affari esteri, entrambi credibili, il primo soprattutto in Europa e la seconda nel mondo, con anche un’approfondita conoscenza del dicastero, dove ha già lavorato egregiamente. Così come è un nome che dà fiducia quello di Raffaele Fitto per gli Affari europei, anche se per l’esponente pugliese Giorgia Meloni dovrebbe forse riflettere su un incarico di maggior peso.

Se poi dedicarsi a un settore per anni ha un senso e, anzi, deve pure averlo in Politica, vivaddio Edoardo Sylos Labini dovrebbe essere il primo e unico nome per il ministero della Cultura.

Alla Giustizia c’è un unico candidato giusto, Carlo Nordio. E non potrebbe essere altrimenti. È l’unico che può portare a termine una seria e definitiva riforma senza ipoteche di alcun tipo e senza conflitti d’interesse, anche indiretti. Avremmo voluto vedere Edoardo Rixi alle Infrastrutture e magari Andrea Costa o Maurizio Lupi alla Salute: chi scrive predilige i tecnici, ma non quando ci sono valide soluzioni politiche. Alla Difesa un gran nome sarebbe Giuseppe Cossiga, che conosce benissimo il settore e il ministero e ha il pregio di non avere (mai avuto) sete di potere. Il nome della presidente Casellati è autorevole alle Riforme, con l’auspicio che magari possa prima o poi ritornare al CSM dove si era fatta apprezzare per la determinazione. Un ministro politico al MEF è ciò che serve per non rimanere ingessati, dunque c’è speranza nell’esperienza maturata da Giancarlo Giorgetti.

E poi per favore chi va al governo scelga i giusti collaboratori. Ci sono grand commis d’Etat che hanno già avuto importanti esperienze nei governi di centro destra del passato che possono essere il miglior viatico per un effettivo buongoverno.

 

Andrea Camaiora 

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