Susanna Camusso: Energia e lavoro le priorità per il Paese. Il Pd si è autoimmolato nel lutto per la fine del governo Draghi

Il tema del Pd non è tanto il cambio del segretario ma un ripensamento di se stesso e delle sue politiche. Allearsi con i 5 Stelle? prima devono sciogliere le ambiguità. Occupare spazi tradizionalmente di sinistra non basta

Sono stati tanti i temi che ci hanno accompagnato nei giorni successivi alla chiusura delle urne: l’alta percentuale di astenuti, il futuro del Partito democratico e un possibile cambiamento della linea e il ruolo che avrà il Movimento 5 Stelle in questa legislatura. Abbiamo discusso di questi temi con Susanna Camusso, ex segretaria della Cgil e-dopo queste elezioni-senatrice del Partito democratico.

Come valuta il risultato delle ultime elezioni?

Il risultato che colpisce maggiormente è quello della partecipazione. Indica insieme l’alta volatilità del voto e la mancanza di rappresentanza. Per essere precisi il mancato radicamento della politica nel territorio.

Per una forte democrazia il voto non è l’unico ingrediente necessario, ma certo è il primo, per questo è suonato un campanello di allarme. I segnali di disaffezione al voto si erano già manifestati, ma dopo qualche commento, si è continuato ad ignorarli.

Il voto segna la vittoria di una destra estrema e preoccupante, destra che modifica la distribuzione dei voti al suo interno, ma non cresce per voti assoluti; il dimezzamento del movimento 5 stelle che si dichiarano soddisfatti perché la previsione era che scomparissero; e una perdita di voti del PD che la vive, giustamente, come una sconfitta, data dal non essere riuscito a definire e rappresentare una alternativa.

Cosa dovrà fare il Pd all’opposizione?

Dovrà innanzitutto cercare di unire le forze di minoranza in Parlamento perché vi sia una vera opposizione in grado di incidere. Esercitare la capacità di vigilanza sulle scelte ed i comportamenti del governo, delineare, nel fare opposizione, i lineamenti e le proposte di una politica alternativa. Concentrandosi sul contrasto alle diseguaglianze, alla crisi sociale, per una politica fiscale di redistribuzione della ricchezza.

Il cambio di segreteria del Pd coinciderà con un cambio radicale de partito?

Il PD aveva il programma elettorale più a sinistra degli ultimi venti anni, e non lo ha saputo raccontare perché si è autoimmolato nel lutto per la fine del governo Draghi. Il tema non è tanto il cambio del segretario, quanto un efficace ripensamento di se stesso, delle sue politiche, dell’esame delle ragioni che hanno portato alla perdita di credibilità.

Per questo deve sciogliere una contraddizione: quella che c’è tra il proclamare congresso costituente aperto e poi le modalità che devono seguire regole vigenti che fanno discutere poco e solo tra iscritti e far votare ai gazebo aperti a tutte e tutti il segretario.

Il M5S potrebbe essere un alleato?

Premesso che prima dovrebbe esserci la definizione di se’. Per chi, come me, pensa che l’obiettivo debba essere la costruzione di una sinistra unita e plurale, le alleanze devono essere coerenti all’obiettivo.

Non c’è dubbio che bisogna interloquire anche coi 5 stelle che dovrebbero, però, sciogliere l’ambiguità che li caratterizza pesantemente, occupare spazi tradizionalmente di sinistra non basta, e definirsi progressisti appare solo una scorciatoia.

Quali sono le priorità per il Paese oggi?

Direi prima di tutto energia e lavoro. Energia non solo in logica emergenziale, perché serve una progettazione che punti all’autosufficienza energetica del Paese e nel contempo assicuri e superi gli obiettivi della transizione ecologica, concentrando gli investimenti sulle energie rinnovabili. Questi investimenti sarebbero funzionali anche alla seconda priorità, perché potrebbero essere parte di un più grande impegno per la creazione di lavoro stabile, dignitoso e di qualità. Questa creazione di nuovo lavoro deve andare di pari passo con il contrasto alla precarietà, in particolare per le donne e soprattutto le giovani donne.

Quali saranno i prossimi passi dal punto di vista dei diritti sociali e del lavoro?

Per quello che mi riguarda, come ho detto in campagna elettorale, in questa legislatura ripresenterò la proposta di legge della Carta dei diritti universali delle lavoratrici e dei lavoratori e mi impegnerò per una norma sulla sicurezza sul lavoro che contrasti seriamente la quotidiana e troppo ignorata strage dei morti sul lavoro. E a lavorare per una maggiore integrazione del reddito di cittadinanza con le politiche sociali.

 

Francesco FatonePubblicista

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