Per i 40 anni dal governo Craxi, oltre a interviste esponenti socialisti, di cui abbiamo già pubblicato quella alla sen. Stefania Craxi e alla storica Simona Colarizi, e altre nei prossimi giorni, pubblichiamo oggi una intervista a Giuseppe De Rita, che per anni ha studiato e spiegato la società italiana, e all’on. Paolo Cirino Pomicino, presidente della Commissione Bilancio della Camera, più volte ministro, un politico tra i più ascoltati da Giulio Andreotti.
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Il 2023 sono trascorsi 40 anni dal governo Craxi. Onorevole Cirino Pomicino, Che cosa resta di quell’esperienza di governo durato quattro anni?
La battaglia vincente contro il terrorismo della eversione di destra e di sinistra e la lotta all’inflazione evitando di aggiungere una politica fiscale restrittiva che avrebbe prodotto una miscela esplosiva sul piano sociale e democratico
Spieghiamolo ai giovani che al tempo del governo Craxi non erano neanche nati: in che cosa consisteva la novità del governo Craxi? Quali i suoi punti qualificanti?
Innanzitutto la stabilità politica e la conseguente autorevolezza del governo tanto da essere ammessa nel G5 che divenne G7 con l’ingresso anche del Canada. La vittoria contro il terrorismo e l’inflazione consolidò la democrazia politica messa pesantemente a rischio
Molti, ricordando il governo Craxi, si fermano a Sigonella, il punto più alto di affermazione della sovranità nazionale, che suscitò l’applauso alla Camera anche dei comunisti. Oltre Sigonella, che cosa andrebbe ricordato del governo Craxi?
Il consolidamento del ruolo internazionale dell’Italia con l’abbinata Craxi-Andreotti in particolare nei riguardi del Medio Oriente e del Nordafrica, oggi regioni in miseria e con sofferenze economiche che alimentano le grandi migrazioni
Della Grande Riforma, che Craxi agitò come bandiera di rinnovamento dello Stato, quali proposte conservano una validità e attualità? Che cosa andrebbe rilanciato?
Il rafforzamento dell’esecutivo e la delegificazione riscoprendo l’uso del potere amministrativo
Ricorderà la polemica sul Parlamento che perdeva tempo a fare leggi sui molluschi eduli lamellibranchi o sulla eviscerazione degli animali da cortile, invece di far procedere con atti amministrativi? Il Parlamento continua in questo andazzo?
Oggi tutto è polverizzato e quei lacci alle imprese ed ai cittadini che dovevano essere tagliati si sono ulteriormente appesantiti
Lei che è stato presidente della Commissione Bilancio e poi ministro, come giudica la politica economica del governo Craxi? Il suo governo, come altri, veramente aumentarono il debito pubblico?
Il debito pubblico non nacque per eccessi di spesa ma per una bassa pressione fiscale che rese benestanti moltissime famiglie. Tra il 1983 e il 1991 Francia e Germania aumentarono la spesa pubblica di 10 punti di pil ma aumentarono anche di 10 punti la pressione fiscale. L’Italia sino al 1986 ebbe una pressione fiscale intorno al 35/36 punti di pil perché stava combattendo contro le BR e l’eversione stragista di destra e come già ricordato una politica fiscale oppressiva avrebbe messo in difficoltà la lotta contro il terrorismo e l’inflazione. Nel 1991, infatti, azzerammo con il governo Andreotti il disavanzo primario con un debito a 839 miliardi di euro. Oggi non cresciamo da quasi 30 anni e il debito è a 2850 miliardi di euro.
Andreotti e Craxi. Più vicini in politica estera che nella politica interna. Secondo quel che risulta a Lei, quali erano veramente i rapporti tra i due? “Prima o poi le volpi finiscono in pellicceria”: è una frase – avvertimento di Craxi ad Andreotti. Come la prese. Andreotti, questa battuta?
Un pezzo della DC lo osteggiava ma la maggioranza lo stimava anche se sapeva che era un alleato che poteva essere competitivo. Andreotti rideva alle sue battute e le ricambiava ogni qualvolta capitava.
Il modus operandi del governo Craxi prevedeva riunioni preparatorie, in organismi istituiti ad hoc, come il consiglio di Gabinetto. Un metodo che poi è stato abbandonato. Sarebbe ancora valido?
Oggi più che mai sarebbe necessario un consiglio di gabinetto per approfondire i problemi e vincolare i comportamenti di tutti
Con Berlinguer i rapporti tra i due furono pessimi. Il segretario del Pci, invece di salutare la novità del primo presidente del Consiglio socialista, lo definì un pericolo per la democrazia. C’erano anche motivi caratteriali nei loro rapporti?
Il partito comunista nacque nel 1921 in odio ai socialisti, un odio che negli anni si è radicato ed ancora oggi il partito democratico non riesce a definirsi socialista
Come si potrebbe definire o descrivere lo stile di governo del presidente del Consiglio Craxi?
Andreotti riferiva che Craxi non sempre era preparato sui dossier ma la sua intelligenza ed improntitudine erano formidabili e l’azione di governo non risentiva. ( ma poi c’era Giuliano Amato, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che preparava i dossier sui vari temi di governo, NdR).
Qual è la cosa meglio riuscita del governo Craxi?
Avviò una crescita economica che si protrasse sino al 1992 con i governi de Mita e Andreotti e che raggiunse in 10 anni il 28% reale, cioè al netto degli interessi. Nella seconda repubblica in 29 anni la crescita economica è stata dello 0,8% annuo e l’Italia si è paurosamente impoverita
Mario Nanni – Direttore editoriale