Un manuale per i giornalisti ma utile per i lettori

Un nuovo libro di Michele Partipilo, un’autorità nel campo. Dedicato a "tutte le vittime della cattiva informazione"

 A dispetto del titolo, questo Manuale di deontologia del giornalista non è un testo riservato agli addetti ai lavori o, peggio, ai soli praticanti o aspiranti giornalisti. Il sottotitolo lo chiarisce subito: Intelligenza artificiale, processo mediatico, ricerca del consenso. E infatti il libro raccoglie una serie di indicazioni di carattere giuridico, varie valutazioni di stampo sociologico, riferimenti di storia e filosofia politica, il tutto poggiato su solide basi di esperienza sul campo.

L’autore Michele Partipilo è un giornalista di lungo corso, cronista ed editorialista per la Gazzetta del Mezzogiorno fino a diventarne direttore responsabile al culmine della carriera, ma anche presidente dell’Ordine dei giornalisti di Puglia dal 1995 al 2007, poi consigliere nazionale dell’Ordine e fra i redattori del Testo unico dei doveri del giornalista. Insomma tanta esperienza e grande competenza confluite nel volume, tornato in libreria per i tipi di Cacucci Editore di Bari in una nuova edizione aggiornata e ampliata, con prefazione di Ferruccio De Bortoli e introduzione di Carlo Bartoli.

Come cambia la società così si riconverte la comunicazione, perché si modificano i mezzi e i tempi e quindi anche i linguaggi e i criteri dell’informazione. Questo è già successo negli ultimi anni, con una velocità sempre più accelerata grazie alla fruizione gratuita di piattaforme dell’intelligenza artificiale, tanto da far saltare ogni regola a danno dell’opinione pubblica. Giustamente Partipilo sottolinea che “tutta la società si regge su un patto deontologico: è quello che fa funzionare la società”, e dunque il primo richiamo a salvaguardia della democrazia punta all’etica del giornalismo, senza tuttavia scantonare nel giornalismo etico.

L’onestà intellettuale e il rispetto delle regole garantiscono la convivenza civile e la verità dei fatti contro la deriva delle notizie false o manipolate. La confusione tra il vero e il verosimile diventa più facile attraverso il ricorso all’intelligenza artificiale anche nell’informazione: benché l’IA non possa scovare una notizia e non abbia il fiuto del cronista, può sicuramente minare il giornalismo lasciando credere di poter fornire una informazione esaustiva e completa. E questo è un rischio per le istituzioni democratiche.

L’Autore ha ampliato il suo analogo saggio precedente dedicando un intero corposo capitolo a questo aspetto finora inedito della professione: il rischio di falsificazione della realtà attraverso soluzioni tecnologiche. Cultura, competenza, preparazione professionale e sensibilità deontologica vengono pertanto indicati come il “bagaglio indispensabile” degli operatori dell’informazione che abbiano come obiettivo la verità sostanziale dei fatti e il rispetto delle persone.

C’è poi il fronte del processo mediatico. L’abuso di modalità scorrette sta favorendo e giustificando l’introduzione di norme che limitano l’esercizio del diritto di cronaca: il rimedio dunque si rivela peggiore del male, a tutto danno sia dei cittadini che hanno interesse ad essere informati sia degli stessi operatori dell’informazione. Il dibattito infatti è aperto e vivace intorno ai vari “bavagli” alla stampa, legittimamente contestati dagli organismi di categoria e causa del rapporto spesso conflittuale tra giustizia e informazione.

Il mondo giornalistico non è uso a riconoscere i propri errori. Partipilo invece non ne fa mistero, ne snocciola tanti documentandone i risvolti negativi sotto il profilo sociale e deontologico e – senza moralismi o paternalismi, ma norme alla mano – ne indica i correttivi. Il digitale peraltro ha ulteriormente moltiplicato gli errori (ma non i provvedimenti conseguenti) con la copertura della Rete, che ne amplifica gli effetti.

Crisi dunque dell’informazione: snaturamento del ruolo, moltiplicazione dei linguaggi e soprattutto dei mezzi tecnologici. Questo ha portato a delegittimare la figura del giornalista, cioè del professionista dell’informazione: nella società della comunicazione tutti si ritengono capaci di svolgere il suo ruolo di mediazione, ormai opaco. Il giornalista insomma non “serve” più, per esempio per raccontare la politica così come avviene normalmente per lo sport. La ricerca del consenso avviene in forma diretta, soprattutto attraverso i social, e questo cozza con la specificità della mediazione giornalistica che invece contestualizza, spiega, aiuta il lettore a capire.

Questo Manuale fornisce tutti i ferri del mestiere a chi voglia addentrarsi nei meandri del settore: è un testo pensato e scritto per i giornalisti, eppure si rivela uno strumento utile per il lettore. È un libro per formare “testimoni di verità” quali sono per antonomasia i giornalisti, ma valido per costruire uno spirito critico in chi abbia voglia di orientarsi con criterio e con senno in questo settore in totale trasformazione.

Non a caso, peraltro, lo stesso Autore dedica questo suo lavoro “a tutte le vittime della cattiva informazione”.

Michele Partipilo – Manuale di deontologia del giornalista. Intelligenza artificiale, processo mediatico, ricerca del consenso – Cacucci Editore, Bari 2024 (pp 319 – euro 30,00)

 

Onofrio Pagone – Giornalista

“Tutto brucia” nella Madrid di Juan Gomez-Jurado

Il nuovo thriller dell’autore della trilogia "Regina Rossa": tre donne che hanno perso tutto lottano per salvarsi dal male e Read more

Un atto d’amore per Israele. Un libro di Andrea Camaiora

Per Israele. Basta la parola, verrebbe da dire, con un famoso slogan degli anni Sessanta. Per Israele è il titolo Read more

Berlusconi raccontato da due cronisti che lo seguivano h24

Il giovane Silvio Berlusconi studiava dai Salesiani, dove litigò con il prof di matematica e mise subito in luce i Read more

In libreria i “grandi ritratti” di Giancarlo Perna. Politici, papi, capi di Stato visti con occhio severo ed equanime

Per gustare al meglio le decine di ritratti di personaggi pubblici, italiani e stranieri, non solo della politica ma della Read more

Tags: , , ,
Articolo successivo
Per capire l’arte ci vuole una sedia | | Teatro, “La locandiera” con Sonia Bergamasco. A Milano poi in tournée
Articolo precedente
Terzo mandato e dna del potere

Menu