Onorevole Rizzone: “C’è un grande spazio politico per “Noi moderati””

Deputato ex 5 Stelle, ora capolista nel collegio Bari-Molfetta, di ‘’Coraggio Italia’’, guidata dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: Noi siamo la forza di centro che garantisce l’equilibrio, e nel Parlamento e nel Paese ce n’è bisogno. Taglio dei parlamentari? Era meglio tagliare i costi della politica. Così vinceranno solo i burocrati

Politica

Onorevole Marco Rizzone, rispetto alla precedente campagna elettorale, che differenze di situazioni ha trovato?

Questa è una campagna elettorale lampo che penalizza molto i nuovi partiti come “Noi Moderati”. Chi ci conosce ci apprezza e ci vota, ma per farsi conoscere su larga scala serve tempo. Il contesto è poi molto difficile sotto il profilo economico e sociale: una guerra è in corso, il prezzo dell’energia è alle stelle e il covid purtroppo non è stato ancora definitivamente sconfitto. I cittadini sono preoccupati e ci chiedono risposte concrete: i parolai da talk show hanno stufato. Anche per questo riteniamo che sia un grande spazio politico per Noi Moderati.

Lei si presenta con la lista “Coraggio Italia”, guidata dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro all’interno del raggruppamento Noi moderati. Quanto bisogno di una presenza di moderati c’è oggi in Italia? E perché?

La presenza di Noi Moderati è fondamentale. In Parlamento serve gente seria e preparata, capace di mettere a punto soluzioni concrete e di buon senso, gente che ha il coraggio di fare ciò che serve al Paese. Noi siamo la forza di centro che garantisce l’equilibrio e – visto che siamo parte della coalizione di centrodestra che governerà il Paese – chiediamo il voto per poter veramente fare la differenza.

Non teme che raggruppamenti moderati che non siano organicamente inseriti in una coalizione rischi il destino che spetta al vaso di coccio tra due vasi di ferro, cioè la due principali coalizioni (ammesso che di ferro si tratti)?

Come responsabile del programma di Coraggio Italia ho partecipato ai tavoli del centrodestra e posso garantire che Noi Moderati – oltre a condividere con gli alleati valori e principi – costituiamo un pilastro essenziale della coalizione di centrodestra, che altrimenti risulterebbe sbilanciata a destra. A differenza di Renzi e Calenda, che non governeranno e probabilmente torneranno a sinistra, Noi Moderati avremo la possibilità di “riportare al centro il pallino” della maggioranza che governerà, un motivo in più per darci forza.

Il suo collegio è molto vasto e quindi bisogna andare a conoscere nuove fasce di elettori, in conseguenza del taglio dei parlamentari deciso, in primis, dal Movimento 5 stelle al quale Lei prima apparteneva. Dica la verità: si è pentito di aver votato il taglio e in quel modo: già i pentimenti affiorano da più di un deputato.

Il taglio vero doveva essere dei costi della politica, non quello dei numeri dei rappresentanti dei cittadini… alla fine si scoprirà che i costi saranno pressoché gli stessi. Vedrete… I veri vincitori di questa mega operazione populista purtroppo saranno solo i burocrati e i “cerchi magici” dei partiti, che avranno molto più potere di oggi, non i cittadini. Di questo, sì, mi rammarico: le cose andavano fatte meglio lasciando perdere la continua ricerca di consenso.

Noi moderati, e in particolare Coraggio Italia, su quali temi pone in particolare l’accento nella campagna elettorale?

Sono tanti i temi che ci stanno a cuore: vogliamo sostenere la famiglia (e le giovani mamme in particolare), vogliamo eliminare le inefficienze dello Stato, ridurre le follie della burocrazia e dare maggior dignità a chi lavora e dà lavoro… ma soprattutto riteniamo che vada portata avanti una politica del FARE. Al Paese servono infrastrutture (dagli asili nido all’alta velocità ferroviaria, dalle reti idriche alle dorsali per portare la banda ultra larga anche nei luoghi più periferici…), serve una seria strategia di sviluppo per il Sud che utilizzi al meglio e appieno tutte le risorse del PNRR e una politica energetica senza pregiudizi ideologici che permetta all’Italia di non dipendere dagli altri Paesi. In altre parole serve una nuova classe politica che pensi al lungo periodo e al futuro dei bambini anziché alla ricerca di consenso facile per soli fini elettorali.

Lei crede ai sondaggi? E quanto?

Ultimamente vedo circolare sondaggi con grandi margini di errore. Spesso sono commissionati ad hoc dai partiti stessi per dare all’esterno l’impressione di crescere, creando un effetto traino… molti sono infatti attratti dal carro del potenziale vincitore… Vanno dunque presi con le pinze, anche perché fino all’ultimo gli indecisi sono tantissimi, così come molti sono orientati a non votare. L’unico sondaggio che conta è quello del 25 settembre: alle urne saranno gli italiani a decidere.

Nei suoi incontri con gli elettori pugliesi, Lei ha forse più dei sondaggisti il polso diretto della situazione. E allora quali sono gli umori della gente? Quali le principali richieste che riceve?

In Puglia ho avuto modo di confrontarmi con tante persone ed è emersa una chiara e generalizzata preoccupazione per il caro energia e la conseguente crescita dell’inflazione. La crisi economica purtroppo sembra essere solo appena cominciata. Con l’aumento dei prezzi molti pugliesi rischiano di non arrivare più a fine mese, ma potrebbero anche perdere il lavoro se le aziende sono costrette a chiudere perché non è più conveniente produrre con questi prezzi del gas.

C’è sempre più la consapevolezza che non possiamo permetterci una classe politica capace solo di illudere gli elettori promettendo bonus e mancette facendo continuo debito che graverà pesantemente sulle future generazioni. Anche per questo dobbiamo eleggere in Parlamento gente competente in grado di trovare soluzioni e risolvere i problemi, persone come Noi Moderati.

A chi gli rimprovera di aver cambiato casacca politica dopo aver militato nei 5 stelle cosa risponde?

Nel 2018 mi sono candidato illudendomi che col M5S si potesse attuare quel cambiamento che serviva al Paese. Ci ho creduto davvero, ma la delusione – per me come per tanti – è stata grande. Tuttavia sono uno che non si arrende: credo che si possa davvero continuare a portare avanti quell’idea di cambiamento che un terzo degli italiani voleva: servono solo le persone giuste, tempo e tanto coraggio. Circa un anno fa ho conosciuto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, definito dal Sole 24 Ore il sindaco più amato d’Italia (oltre che un grande imprenditore). A differenza di chi sa solo parlare e battibeccare in tv, lui le cose le fa davvero e per questo mi sono fatto promotore – insieme ad altri colleghi parlamentari ex M5S – della nascita di Coraggio Italia, un progetto che pensa al futuro dei bambini nonostante loro oggi non votino, anche perché – citando il suo libro appena pubblicato – “un giorno ci giudicheranno”.

Un giudizio sulla sua ex formazione politica. Sembrerebbe in recupero. Ma prima le domando: come spiega il crollo verticale verso il quale sembrava diretto, e ora i segni di recupero?

Tutta comunicazione: parole, parole, parole.

Parole a cui purtroppo qualcuno inconsapevolmente ancora abbocca. Casalino è stato bravo a creare il personaggio di Conte (diaboliche le attese durante le dirette Facebook per aumentare i follower), nonostante l’ex presidente del Consiglio come attore non sia molto credibile quando batte i pugni sul tavolo e alza la voce nella duplice veste “di lotta e di governo”.

Casalino è riuscito a far dimenticare agli elettori che il M5S e Conte hanno governato fino a ieri. L’uscita di Di Maio ha consentito a Conte di addebitargli i tradimenti e gli errori e gli ha permesso di “ripulirsi” nella speranza di coinvolgere nuovamente gli elettori delle origini (in aggiunta alle cosiddette “bimbe di Conte”).

Un M5S che – senza pensare alle conseguenze per il Paese ma solo a guadagnare punti nei sondaggi – in mezzo alla più grande crisi economica degli ultimi decenni irresponsabilmente ha staccato la spina al Governo (senza però poi avere la minima decenza di far dimettere i propri ministri e sottosegretari, che sfruttano fino all’ultimo la posizione per fare propaganda).

Lei è un parlamentare del Sud. Se dovesse indicare i  problemi prioritari, urgenti, del Mezzogiorno, quali indicherebbe?

La mancanza di opportunità di lavoro dignitosamente pagato, ma anche di un ecosistema tale da incentivare chi vuole mettersi in gioco e avviare un’attività in proprio. Il potenziale al Sud è enorme, molto maggiore che da altre parti, tuttavia e più difficile esprimerlo.

Nonostante la Puglia sia  una delle regioni del Mezzogiorno più forti, le infrastrutture sono ancora carenti, la burocrazia crea continui ostacoli e cittadini e imprese continuano a subire le inefficienze dello Stato pagandone in prima persona le spese (si pensi, ad esempio, alla situazione degli ospedali).

Dobbiamo assolutamente invertire la rotta partendo dal pieno impiego delle risorse del PNNR che possono fare da volano non solo per la Puglia ma per tutto il Sud. Non perdiamo questa grande opportunità!

I sondaggi, prima che venissero sospesi per la legge che li regolamenta, vi davano in forte recupero nel Sud. Lei ha qualche segno di questa tendenza?

Sono fiducioso perché quando parlo con la gente e racconto chi siamo Noi Moderati e chi è Luigi Brugnaro vedo che le persone entrano subito in sintonia. C’è un forte bisogno di gente concreta, di gente come noi. Il tempo per farci conoscere e apprezzare è però poco e molte tv e giornali volutamente non ci considerano… ma noi non demordiamo e campanello dopo campanello andiamo avanti lo stesso!

Qualcuno propone di reintrodurre l’immunità parlamentare, che una classe politica intimidita e impaurita, dopo Tangentopoli abolì in un gesto alla Tafazzi. Secondo Lei questo istituto che i Costituenti introdussero nella Costituzione ha una sua validità, per preservare la libertà del parlamentare da eventuali arbitrii della magistratura, anche se ci sono stati abusi da parte della stessa classe politica?

Ogni legge si presta ad abusi e sta al legislatore costruirla al meglio per ridurre al minimo la possibilità che essi siano possibili, ma non è che non facciamo più girare gli autobus perché qualcuno non paga il biglietto. Gli abusi vanno puniti. Negli ultimi anni ci sono stati svariati sconfinamenti della magistratura in politica e questo a mio avviso non è salutare.

Secondo Lei, la politica è un mestiere, una missione, un servizio, un destino, o un modo come un altro per cercare di sistemarsi?

Per me è passione. Come ogni attività è importante svolgerla con serietà e professionalità senza per questo diventare “mestieranti della politica”. Io un mestiere ce l’ho – faccio l’imprenditore – e non ho bisogno di “sistemarmi” personalmente. Mi candido per portare avanti le idee in cui credo, per provare a cambiare davvero il nostro Paese. So che probabilmente servirà tempo a far crescere il nostro partito e che con qualunque pretesto ci attaccheranno. Come in tutte le cose ci saranno alti e bassi, ma con coraggio andremo avanti e sono sicuro che sempre più persone si uniranno a noi.

 

Mario Nanni – Direttore editoriale

Giorgia Meloni contro Luciano Canfora. De Gasperi contro Guareschi

Non è uno scontro tra titani, ma l'urto di due eccessi. Giorgia Meloni, una giovane leader, ruspante e combattente, abituata Read more

Diabolé, la dea del male assoluto

Abbiamo già capito che non tutti gli abitanti del Pantheon greco-latino erano brava gente e che non tutti potevano aspirare Read more

Bipartitismo sotto l’egida di Giorgia Meloni?

I - Nell’importante saggio di Mario Nanni, intitolato La ‘solitudine’ di Giorgia, sembra affiorare il desiderio, di più: la necessità, Read more

Solo Mancuso perse la cappa

Fin dalla prima legislatura repubblicana, sono state presentate mozioni di censura a questo o a quel ministro. Il primo ad Read more

Articolo successivo
Priorità dimenticate. La colpa storica della sinistra. L’allarme di una intellettuale
Articolo precedente
Elezioni, la disinformatzya e l’eterogenesi dei fini

Menu