Lo diciamo con il dovuto rispetto e senza ironia: il presidente del Consiglio probabilmente non ha letto le opere di Lenin, e quindi non ha letto una noterella del capo della rivoluzione russa che si intitola ‘’il malcostume nelle citazioni’’, nella quale deplora il modo scorretto di usarle, e precisamente di estrapolare frasi ignorando il contesto.
Tre secoli fa il cardinale Richelieu aveva detto: “Datemi sei righe scritte dal più onesto degli uomini e vi troverò una qualche cosa sufficiente a farlo impiccare’’.(Sei righe, presumo, ignorando il contesto).
Orbene, l’on. presidente del Consiglio, con la sua improvvisata citazione del Manifesto Di Ventotene nell’Assemblea di Montecitorio non voleva di certo impiccare (naturalmente solo in effigie) Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, gli autori coraggiosi e visionari confinati nell’isola pontina nel 1941 dal regime fascista (e già per questo meritevoli di assoluto rispetto), mai gravi difetti di metodo restano.
Non entriamo nel merito delle intenzioni del presidente del Consiglio quando ha scelto alcune frasi ‘’rivoluzionarie’’ come mortaretti. Che cosa pensava di fare: una provocazione? Una trappola? Un’imboscata politica? Un gesto dadaista, un po’ sorprendente, dato che il tema in gioco era la costruzione, il sogno di una nuova Europa? Pare che l’on. Meloni, soddisfatta dopo la reazione indignata e veemente del Partito Democratico e altri partiti, abbia detto ai suoi: ho fatto impazzire la sinistra. Poi pare che poi l’abbia smentito. Eh già, questo resta pur sempre il paese del qui lo dico e qui lo nego.

E allora: non entrando nel merito del pistolotto meloniano, resta, grande quanto una casa, la questione del metodo. Il metodo, in politica, nel discorso pubblico, nel dialogo è fondamentale, se Cartesio gli ha dedicato un libro. E il metodo consiste fondamentalmente nel fatto che si può fare una citazione, citare un testo ma mai ignorare il contesto. Testo e contesto, ormai, sono legati a filo doppio,Citare delle frasi senza un inquadramento contestuale è operazione metodologicamente scorretta e intellettualmente discutibile, quasi ostile, e non aiuta il dialogo in politica. On. presidente del Consiglio, se proprio non vuole leggere le opere di Lenin consulti direttamente il cardinale Richelieu, forse meno indigesto di Vladimir il’ic Ul’janov.