L’exploit di Mesagne, tra leadership e rinascimento

Plebiscito senza precedenti (95%) per il sindaco Matarrelli, artefice della rigenerazione del Comune brindisino: da ex capitale della mafia pugliese a Centro da tempo in testa alle classifiche per qualità di vita, decoro urbano, coesione sociale e animazione culturale

Il consenso straordinario tributato dagli elettori di Mesagne, in provincia di Brindisi, al primo cittadino Toni Matarelli va molto al di là dalla obiettività dei numeri, per altro, ampiamente, previsti da un sondaggio che di qualche mese ha preceduto la tornata elettorale.

Un 95% dei consensi, che per la sua enormità (solo per un attimo) rischia di richiamare esempi di democrazie incompiute, dove l’esercizio del voto è solo sulla carta, una finzione drammatica, che vede gli elettori nel ruolo di inutili comparse.

Al contrario, a Mesagne è tutto, incredibilmente, vero, reale, tangibile, partecipato.

Non può sfuggire all’analisi dell’osservatore, che la concomitanza dell’elezioni europee assegna al voto cittadino un valore ancora più intenso, profondo e trasversale.

Il voto politico per l’Europa, che ha registrato anche a Mesagne un sostegno considerevole per i partiti del centro destra, ha subito un corto circuito, evidente, rispetto al voto per l’amministrazione della città, che, trasversalmente, si è riconosciuta in una leadership.

I cittadini hanno colto l’occasione per sublimare una transizione che li ha visti protagonisti e che ha come denominatore comune, come driver del cambiamento, la Cultura.

E’ possibile parlare di RINASCIMENTO per una comunità, che l’icona del cartello con il nome sforacchiato dai proiettili della SCU (sacra corona unita), sembrava aver consegnato irreversibilmente all’opinione pubblica come capitale pugliese della mafia.

Un destino, apparentemente, segnato che meritava una reazione di orgoglio di una comunità matura, legata alla terra e alla legalità da radici profonde quella dei Messapi e che meritava una possibilità alternativa, un’occasione che i tanti Mesagnesi onesti hanno saputo cogliere.

La chiesa degli Ognissanti, Mesagne

Ha vinto l’idea contagiosa di una società capace di migliorare sé stessa trovando la forza nel contributo volontario delle proprie forze migliori; a partire da istituzioni efficienti e una burocrazia accessibile, dalle associazioni filantropiche, dagli operatori economici eticamente orientati, dai giovani e gli anziani, che hanno dimostrato di saper cogliere le sfide e di saper comunicare valori positivi e contagiosi, il tutto con il denominatore comune imprescindibile della cultura.

Per questo <<rinascimento>> di una comunità occorreva una leadership forte e riconosciuta, un interprete dei bisogni, ma soprattutto dei sogni, dei sogni di chi non vota ancora per ragioni anagrafiche come gli adolescenti del <<Piccolo Cinema Ken Loach>>, che hanno l’ambizione di portare avanti attraverso il cinema – e non solo – le battaglie che riguardano l’umano e la socialità, contro qualsiasi forma di chiusura e individualismo.

Un nuovo umanesimo, parte da Mesagne e coinvolge tutti che si sentono parte, finalmente, di un progetto condiviso e ambizioso che rimette al centro la persona, che non è solo bisogno ma anche sogno, immaginazione, fantasia, in una sola parola cultura.

Matarrelli, per tutti Toni, ha rappresentato, meglio di chiunque altro l’orgoglio di una cultura messapica che negli ultimi anni ha saputo riprendere tra le mani il proprio destino e portare una comunità a sentirsi protagonista responsabilmente del proprio futuro.

Una leadership dal basso, quella di Toni, costruita negli anni con un impegno declinato in vari contesti politici dal Comune dove ha ricoperto da giovanissimo l’esperienza di consigliere ed assessore passando al Consiglio Regionale e alla Camera dei deputati.

Anni prestati alla politica e che non ha snaturato l’uomo Matarrelli, che ha conservato l’umiltà contadina e il rispetto per l’altro, a prescindere dalle ideologie e dalle sigle politiche.

Matarrelli ha capito benissimo, prima di tanti altri, che per ripartire occorre liberarsi della zavorra che affonda la nave — quei vizi etico-politici che sono, oggi, alla base dell’antipatia di popolo.

Un vizio è la saccenteria; quell’immagine fastidiosa di una sinistra che tutto capisce. Viene da lontano, quando la filosofia della storia dava la certezza della comprensione dei processi. Ma allora c’era buona fede: si credeva. Oggi, il mito è morto ma quell’atteggiamento, in molti, è rimasto – e genera un insopportabile e giustificato fastidio. Con quale autorità chi è di sinistra può dire di stare più vicino al vero degli altri?

Un altro vizio, conseguente a questo, è la presunzione di competenza. Che aveva una ragione d’essere (forse) ieri, ma non oggi: alla prova dei fatti, i suoi leader hanno mostrato di essere non sempre capaci e le loro decisioni non sempre buone. Eppure, resta l’attitudine di aristocratica supponenza di chi crede di essere comunque dalla parte giusta. Questo genera frustrazione in chi è ancora di sinistra e risentimento in chi lo era. Genera disprezzo in tutti gli altri, che sono sempre più numerosi.

Vizi che Toni Matarelli ha sempre respinto e allontanato, circondandosi, da persone che oltre ad esprimere intelligenza e visione hanno saputo interpretare i sogni di una intera comunità.

Viviamo un tempo in cui tutto è diventato <<post>> : post fascista, post comunista , post moderno, post ideologico, post democratico , siamo costretti a sentirci il <<dopo>> di qualcosa da cui non sappiamo emanciparci, siamo sempre costretti a fare i conti con un passato che ci condiziona intimamente.

Il peso di un passato che ha creato, nel tempo, quasi con perizia scientifica, una generazione di NO FUTURE, ragazzi e ragazze assorbiti dal benessere largo e perituro della società dei consumi, il <<vivere bene e finto>>, una società condannata ben presto alla autoreferenzialità e soprattutto alla pigrizia ed alla senescenza.

Le città parcheggiano i giovani nell’inquietudine della precarietà, della disoccupazione, celandoli nella nebbia della notte che li costringe a navigare a vista costringendoli ad alleggerire il peso del futuro.

Pasolini, in un articolo intitolato <<Fuori dal Palazzo>> pubblicato sulla prima pagina, di un giornale autorevole come il Corriere della Sera, il 1° agosto 1975 sferzava, alla sua maniera, intellettuali e stampa di allora troppo interessati a cosa succede dentro il palazzo e per nulla capaci di interpretare quello che succede fuori.

Lo scrittore sosteneva “Quello che succede <<fuori dal palazzo>> è qualitativamente , cioè storicamente diverso da ciò che avviene <<dentro il palazzo>>: è infinitamente più nuovo,spaventosamente più avanzato. Ecco perchè i potenti che si muovono <<dentro il Palazzo>> per poterlo fare si muovono come atroci, ridicoli, pupazzeschi idoli mortuari. In quanto potenti essi sono già morti, perchè ciò che <<faceva>> la loro potenza – ossia un certo modo di essere del popolo italiano – non c’è più…”

Il messaggio di Pasolini è tanto attuale e drammatico, che conosce eccezioni significative come quella di Mesagne, che ha avuto il coraggio di vedere realizzato un progetto di riappropriazione del peso del futuro della nuova classe dirigente, che è stata capace soprattutto di rimettere al centro ciò che sta fuori dal palazzo, il popolo sovrano, che si è espresso gioiosamente l’8 e il 9 giugno scorsi.

Avv Vincenzo Candido Renna

Si è parlato di cultura come il segreto del successo di una comunità, mi sia consentito, quindi, concludere in versi questo mio breve articolo:  <<…Il vostro tempo è scaduto, la fiamma della vostra candela si allunga perché è alla fine. Sta per venire il tempo dei silenziosi dei gentili. Il rancore è un ferro vecchio, Dio è tornato a farci compagnia, e noi porteremo sulla punta delle dita il suo chiarore>>.  (Franco Arminio, Lettera agli stronzi).

 

 

Vincenzo Candido RennaAvvocato

Francesco Saverio Nitti: il liberal-riformista che sfidò Mussolini

In un rovente pomeriggio di giugno a palazzo Mattei di Paganica, storica sede dell’Enciclopedia Italiana, lo storico Massimo Crosti ha Read more

Europee, vincitori e vinti

A mente più fredda, è possibile trarre un primo bilancio del voto per le Europee che ha portato alle urne Read more

Democrazie, autocrazie e difesa dell’Ucraina

Alexis de Tocqueville Il processo democratico, cioè il modo in cui le democrazie discutono per deliberare, Read more

Separare le carriere dei magistrati? Un boomerang dagli effetti imprevedibili per la democrazia

Passato il bailamme elettorale, si tornerà a dover fare i conti con le riforme istituzionali in itinere: quella del c.d. Read more

Tags: , ,
Articolo successivo
Democrazie, autocrazie e difesa dell’Ucraina
Articolo precedente
Separare le carriere dei magistrati? Un boomerang dagli effetti imprevedibili per la democrazia

Menu