Milano, occupato il Liceo Manzoni dopo le elezioni. “Questa democrazia chi rappresenta veramente?”

Voci dal disagio giovanile. Con qualche schematismo di troppo

Sono le prime ore del mattino del lunedì dopo le elezioni quando lo storico liceo classico Alessandro Manzoni di Milano è stato occupato dai suoi studenti: un’occupazione contro un futuro Governo che vedrebbe a capo Giorgia Meloni. L’intenzione dei ragazzi: occupare parte del piano terra per due giorni per poi riprendere regolarmente le lezioni mercoledì. A raccontarci di questa dimostrazione direttamente dal liceo milanese c’è Chiara Martinelli, componente del Collettivo Manzoni.

Come mai state occupando?

Il motivo per cui il liceo classico Manzoni è occupato è che come collettivo abbiamo sentito una forte esigenza di prendere posizione in risposta alla vittoria di Fratelli d’Italia e al fatto di avere come leader del nostro Paese Giorgia Meloni.

Siamo contro l’ascesa di un governo apertamente figlio ed erede del Movimento Sociale Italiano di cui porta ancora la fiamma tricolore nel logo, occupiamo contro le politiche omofobe e di odio e per mandare un chiaro messaggio.

Cosa vi preoccupa maggiormente di un futuro governo Meloni?

Sicuramente future politiche di odio, xenofobia e sovranismo. Chi di noi è donna, chi di noi è immigrata oppure straniera passerà un brutto momento, un momento di privazione dei propri diritti poiché sappiamo benissimo quali sono i ragionamenti di Fratelli d’Italia rispetto le minoranze. Il programma sull’istruzione di Fratelli d’Italia l’abbiamo letto bene e non c’è alcuna novità rispetto al passato.

Molti vi danno degli antidemocratici, come rispondete a chi vi accusa di ciò?

Stiamo attualmente protestando contro l’ascesa di un partito che è stato votato democraticamente però questa democrazia in cui viviamo, che dovrebbe chiamarsi rappresentativa, chi è che dovrebbe rappresentare veramente?

Ci sono dati di astensionismo alle stelle. Una parte del popolo che non si sente rappresentato dalla politica non è andato a votare: molte persone senza cittadinanza, fuorisede senza soldi per tornare a casa e chi ha una condanna a tre anni di carcere. Ci chiediamo: è vero, è democrazia ma che interessi rappresenta realmente?

Siamo usciti dal venerdì delle proteste ambientali di Fridays for Future: le piazze erano piene di giovani. Quali sono le priorità politiche per un giovane oggi?

Le priorità sono chiaramente politiche non bigotte, moderne, che abbiano a cuore il nostro futuro come l’ecologismo, la tutela della comunità LGBTQ, l’antirazzismo e soprattutto l’antifascismo. Sicuramente queste sono le parole chiave per il futuro e che gridano le nuove generazioni nelle piazze, che abbiamo gridato venerdì e che stiamo gridando tuttora.

Poi è fondamentale l’istruzione: ci siamo stufati di governi che considerano l’istruzione come ultimo tassello della lista, ci siamo stufati di essere infantilizzati e di essere considerati una categoria inferiore. Si deve ripartire dai luoghi dell’istruzione.

Per la scuola quali sono le maggiori emergenze?

Abbiamo dei dati allarmanti in merito all’edilizia scolastica, il 40% degli edifici in tutta Italia cadono a pezzi. È necessario abolire la precarietà dei docenti, abbiamo dei programmi obsoleti e anacronistici da riforma gentiliana che ancora non includono le donne e che non fanno i conti con il colonialismo italiano in Africa.

Servirebbe una scuola più “da 2022” ma qui sembra che si sia cristallizzato tutto dalla riforma Gentile. Ci sono ancora determinati aspetti da ammodernare, fra tutti la struttura delle classi e in generale scolastica.

Quali altre scuole vi hanno seguito?

Abbiamo fatto da apri pista per una reazione a catena negli istituti di Milano e d’Italia. Ci stiamo mettendo in contatto per fare rete e creare solidarietà e collaborazione, ogni scuola poi si organizzerà come meglio crede. Se altre scuole si uniranno creeremo una risposta forte.

Esistono partiti realmente attenti alle situazioni studentesche?

Come Collettivo politico Manzoni non c’è nessun partito che si allinea alle nostre rivendicazioni.  Guardando al panorama di centrosinistra ci sentiamo lontani dal Partito Democratico, pensiamo che sia diventato un partito sempre più tendente verso la destra guardando alle riforme degli ultimi anni.

 

Francesco Fatone – Pubblicista

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