Italia e Francia insieme per una Difesa integrata. Il punto di Caruso

A bordo della portaerei francese Charles de Gaulle, ormeggiata presso la base navale di Tolone, si è scritta l’8 ottobre scorso una pagina importante nella storia della cooperazione militare europea. Per la prima volta, i vertici delle Forze Armate italiane e francesi si sono riuniti nel nuovo Comitato congiunto dei Capi di Stato Maggiore, dando sostanza operativa a quanto previsto dal Trattato del Quirinale, firmato quasi quattro anni fa da Mario Draghi ed Emmanuel Macron. L’analisi del Generale Ivan Caruso, consigliere militare della SIOI

L’8 ottobre 2024 segna una tappa storica nella cooperazione militare italo-francese con il primo incontro del Comitato dei Capi di Stato Maggiore sulla portaerei Charles de Gaulle. All’incontro hanno partecipato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Luciano Portolano, insieme ai Capi di Stato Maggiore di Esercito, Marina e Aeronautica, generale Carmine Masiello, ammiraglio Enrico Credendino e generale Antonio Conserva, dimostrando la volontà di costruire una cooperazione militare che non resti sulla carta ma si traduca in capacità operative concrete.

Un’architettura ambiziosa nata dal Trattato del Quirinale

Il Trattato del Quirinale, firmato il 26 novembre 2021, rappresenta uno dei tentativi più ambiziosi di cooperazione bilaterale in ambito difesa all’interno dell’Unione europea. L’articolo 2 stabilisce chiaramente il principio di mutua assistenza in caso di aggressione armata, richiamando sia l’articolo 5 del Trattato Nato che l’articolo 42.7 del Trattato sull’Unione europea. Ma va oltre, prevedendo il rilancio del Consiglio italo-francese di Difesa e Sicurezza in formato 2+2, la cooperazione tra gruppi aeronavali e programmi comuni nel settore missilistico e delle capacità militari. L’incontro di Tolone costituisce l’attuazione pratica di questi impegni. Le sessioni di lavoro hanno affrontato tematiche di stringente attualità: dal sostegno all’Ucraina alla crisi in Medio Oriente, con particolare attenzione al Libano, dalle operazioni navali nel Mediterraneo e nel Mar Rosso alla situazione nei Balcani. Un’agenda che rispecchia la complessità dello scenario geopolitico attuale e la necessità di risposte coordinate.

Progressi concreti ma frammentari

In quasi quattro anni dall’entrata in vigore del Trattato (1° febbraio 2023), i risultati non sono mancati. La firma della “Capability roadmap” nel settore degli armamenti lo scorso giugno ha rafforzato la cooperazione industriale della difesa. L’istituzione della Cabina di Regia per la cooperazione in materia di sicurezza a settembre ha creato nuove sinergie operative. La terza edizione dei “Dialoghi Italia-Francia: Difesa e Trattato del Quirinale”, tenutasi a Roma il 13 ottobre, ha confermato l’impegno politico delle due nazioni.

Tuttavia, questi progressi si inseriscono in un panorama europeo ancora profondamente frammentato. L’Europa della difesa resta una costellazione di accordi bilaterali: dagli accordi di Northwood tra Francia e Regno Unito del 2023, al recente Trattato di Nancy con la Polonia (maggio 2025), che include una clausola di cooperazione sulla deterrenza nucleare estendendo la protezione dello scudo atomico francese a Varsavia, fino alle cooperazioni trilaterali sui programmi d’armamento. Ogni iniziativa ha il suo merito, ma manca il salto qualitativo verso un’autentica autonomia strategica europea.

Le sfide dell’integrazione nel contesto geopolitico attuale

L’incontro di Tolone ha affrontato temi cruciali come il dimensionamento degli strumenti militari in termini di risorse umane, l’evoluzione delle forze di riserva e l’adozione di nuovi modelli di arruolamento, questioni che riflettono le difficoltà comuni nel mantenere forze armate adeguate alle sfide contemporanee. Particolare attenzione è stata dedicata alla cooperazione industriale nel settore della difesa, con l’obiettivo di sviluppare sinergie in tutti i domini operativi, incluso quello spaziale, specialmente nelle comunicazioni satellitari. Questo aspetto è cruciale: senza un’industria europea della difesa competitiva e integrata, l’autonomia strategica rimane un’illusione. Come sottolineato dal generale Portolano durante i Dialoghi del 13 ottobre, uno strumento militare efficiente non può prescindere da un’industria della difesa capace di agire come acceleratore tecnologico e produttivo, con tempi di approvvigionamento contratti e capacità di rispondere rapidamente alle esigenze operative.

Oltre la cooperazione bilaterale

Il nodo centrale rimane irrisolto: come trasformare questa rete di cooperazioni bilaterali in un sistema di difesa europeo coerente e dotato di vera autonomia strategica? Il contesto geopolitico attuale – con la guerra in Ucraina, le tensioni nel Mediterraneo orientale, l’instabilità del Sahel e del Medio Oriente – rende questa domanda sempre più urgente. Il generale Portolano ha evidenziato che Italia e Francia devono assumere una leadership europea condivisa per la sicurezza e stabilità nel Mediterraneo e contribuire a una difesa europea integrata all’interno della NATO, mantenendo la continuità operativa lungo le rotte euro-mediterranee.

L’incontro di Tolone rappresenta un passo avanti significativo, ma la strada verso un’Europa della difesa capace di rispondere autonomamente alle crisi resta lunga. Servono investimenti massicci, standardizzazione degli equipaggiamenti, interoperabilità reale e, soprattutto, una volontà politica che finora è mancata a livello continentale. Italia e Francia, da soli, non possono costruire l’autonomia strategica europea. Ma possono, con iniziative come questa, dimostrare che è possibile e necessaria.

Previous slide
Next slide
Previous slide
Next slide
Previous slide
Next slide