I quarant’anni della bandiera europea!

A quarant’anni dalla sua adozione ufficiale, la bandiera europea resta uno dei simboli più riconoscibili e carichi di significato del processo di integrazione continentale. Nata nel Consiglio d’Europa e fatta propria dalle Comunità europee negli anni Ottanta per avvicinare l’Europa ai cittadini, il cerchio delle dodici stelle continua a rappresentare unità, pace e solidarietà. Proponiamo l’analisi di Monica Didò pubblicata su “EUROPA 2028 The European Magazine” anno I / n. 2

La bandiera europea ha compiuto quarant’anni. Venne infatti adottata il 29 giugno del 1985 dai Capi di Stato e di Governo riuniti a Milano in occasione del Consiglio europeo. La bandiera con il cerchio di dodici stelle dorate a cinque punte – che non si toccano su campo blu – non nasce con le Comunità europee ma da una idea del Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale di difesa dei diritti umani istituita con il Trattato di Londra il 5 maggio 1949, a cui, attualmente, aderiscono 46 paesi membri (pari a settecento milioni di cittadini).

Il Consiglio d’Europa l’adottò il 25 ottobre 1955 come simbolo di unità, solidarietà e armonia tra i popoli europei; successivamente con la Risoluzione di dicembre dello stesso anno, si definì la descrizione simbolica della bandiera: “Contro il cielo azzurro del modo occidentale, le stelle simboleggiano il popolo europeo sotto forma di un cerchio, segno di unione. Il numero delle stelle è 12 essendo il numero 12 il simbolo della perfezione e della completezza”. In ambito europeo, invece, dobbiamo aspettare la prima elezione diretta, da parte dei cittadini, dei rappresentanti al Parlamento europeo (1). Infatti, è nel corso della prima legislatura, e precisamente nel 1983, che il Parlamento, con un proprio atto, raccomanda l’adozione della bandiera creata dal Consiglio d’Europa auspicandone l’uso in quanto emblema delle Comunità europee.

D’altronde è solo a partire dagli anni Ottanta (2) che il processo di integrazione europeo inizia a prevedere una serie di misure volte ad avvicinare l’Europa ai cittadini anche attraverso l’uso di simboli, come la bandiera e l’inno (adottato ufficialmente nel 1985). Nel giugno del 1984, il Consiglio europeo di Fontainebleau dichiara “… indispensabile che la Comunità risponda all’attesa dei popoli europei adottando le misure idonee a rafforzare ed a promuovere la sua identità e la sua immagine presso i suoi cittadini e nel mondo”.

A tale scopo fu deciso di istituire un Comitato ad hoc, ad esso incaricato, composto dai rappresentanti dei Capi di Stato e di Governo degli allora dieci Stati membri (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito), presieduto dall’europarlamentare Pietro Adonnino. Il Comitato per l’Europa dei cittadini aveva il compito di esaminare una serie di proposte tra cui: un sistema generale di equivalenza dei diplomi universitari (purtroppo ancora inesistente, in quanto il riconoscimento è, a tutt’oggi, gestito dai singoli Stati membri), l’eliminazione dei controlli alle persone tra le frontiere intracomunitarie, l’uso dei simboli, come la bandiera europea e l’inno, la costituzione di squadre sportive europee, la diffusione di informazioni chiare sulle attività delle Istituzioni europee, anche attraverso l’organizzazione di eventi pubblici, la realizzazione di iniziative volontarie, partecipate dai giovani, nei Paesi terzi ed in via di sviluppo (è solo nel 2018 che nascerà il “Servizio Volontario europeo”).

Il Consiglio europeo riunito a Milano del giugno 1985 approvò le proposte del Comitato e, pertanto indirettamente, anche la proposta del 1983 del Parlamento, sull’adozione per la Comunità europea della stessa bandiera scelta dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, nel 1955.

È bene ricordare che all’epoca, l’Italia deteneva la presidenza di turno del Consiglio europeo con Bettino Craxi, Presidente del Consiglio, mentre la Commissione europea era guidata dal francese Jacques Delors (3) ed il Presidente del Parlamento europeo era il francese Pierre Eugène Jean Pflimlin. Tra i Capi di Stato e di Governo vi erano, tra gli altri, François Mitterrand, Presidente della Repubblica Francese, il Cancelliere della Repubblica federale di Germania, Helmut Kohl, la Prima Ministra del Regno Unito, Margaret Thatcher, il primo Ministro greco, Andreas Papandreou.

Per la prima volta, il 29 maggio 1986, la bandiera europea viene issata a Bruxelles, davanti al Berlaymont, palazzo a forma di stella, sede della Commissione europea. Questa bandiera viene confermata dalle Istituzioni europee anche con l’Unione europea, dal 1993. Inoltre, nel gennaio 2002, quando in 12 paesi dell’Unione europea comincia a circolare l’euro, la bandiera viene riportata sulle banconote.

In questo modo, con questa uniformità, si intende riconoscere l’unione di tutti i popoli europei al di là delle diversità (il motto dell’Unione europea adottato nel 2000 sarà proprio “Uniti nella diversità”).

La bandiera europea è oggi visibile negli edifici che ospitano le istituzioni pubbliche e governative, in occasioni di eventi e manifestazioni, e continua a rappresentare il simbolo di unità, di pace, di democrazia, di solidarietà.

Il Trattato costituzionale, firmato a Roma il 29 ottobre 2004 (ma mai entrato in vigore poiché respinto dai referendum nazionali tenutisi in Francia e nei Paesi Bassi), dedica l’articolo I-8, ai “Simboli dell’Unione” (la bandiera a dodici stelle dorate su sfondo blu, l’Inno alla gioia della Nona Sinfonia di Beethoven, l’euro come moneta unica ed il 9 maggio quale giornata dell’Europa celebrata in tutta l’Unione).

Nel testo del successivo Trattato di Lisbona, in vigore dal 1° dicembre 2009, i “Simboli dell’Unione” (bandiera, inno, motto, moneta, 9 maggio giornata dell’Europa), purtroppo non sono più presenti (probabilmente per evitare qualsiasi riferimento a simboli “costituzionali”). Questi si ritrovano in una delle Dichiarazioni4 allegate all’atto finale della Conferenza intergovernativa che adotterà il Trattato. Appare dunque chiara la volontà di ridurne il valore giuridico rispetto al valore del Trattato e dei Protocolli ad esso allegati.

È altrettanto evidente che con questa scelta, voluta da alcuni Stati, si è voluto ridurre l’identità comune europea, anche contro l’opinione della maggioranza dei cittadini europei.

 

(1) La prima legislatura eletta a suffragio universale fu dal 1979 al 1984. Fu un momento storico nel processo di costruzione dell’Europa dei cittadini. Inoltre, per i primi due anni e mezzo della legislatura fu nominata Presidente del Parlamento una donna, Simone Veil (politica francese, sopravvissuta all’Olocausto) la quale fu anche la prima donna a capo di una istituzione europea. La seconda eletta Presidente del Parlamento europeo avviene dopo ben 43 anni, e cioè nel 2022 con Roberta Metsola, maltese (riconfermata nel 2024).

(2) Con l’elezione diretta del Parlamento alcuni eurodeputati si adoperano per costruire una Europa più vicina ai cittadini (anche in vista dei futuri allargamenti ad altri Paesi europei). Tra gli obiettivi: l’attuazione di politiche nuove e la creazione di un nuovo equilibrio istituzionale, in cui, venga riconosciuto al Parlamento un ruolo maggiore, in particolare, nel dialogo con la Commissione e con il Consiglio. Tra gli eurodeputati italiani Altiero Spinelli, uno degli autori del Manifesto di Ventotene, il quale fu anche il promotore del “Club del Coccodrillo”, al quale parteciparono esponenti di differenti gruppi politici europei (tra gli italiani: Maria Luisa Cassanmagnago Cerretti, Alfredo Diana, Mario Didò, Carlo Ripa di Meana, Giorgio Ruffolo, Bruno Visentini). Come conseguenza, il 14 febbraio del 1984 il Parlamento europeo approvò (con 237 voti a favore, 31 contrari e 43 astenuti) il “Progetto di Trattato che istituisce l’Unione europea” (noto anche come “Progetto Spinelli”). Il Progetto non entrò mai in vigore ma rappresentò la prima proposta di riforma nata all’interno del Parlamento (e quindi in rappresentanza dei cittadini) e non dai Capi di Stato e di Governo.

(3) Delors, noto europeista, fu Presidente della CE da gennaio 1985 al gennaio 1995; durante il suo mandato venne costituito il Mercato Unico e vennero adottati l’Atto Unico europeo e il Trattato di Maastricht che istituì ufficialmente l’Unione europea. Il 10 luglio di quest’anno si sono celebrati i cento anni della nascita dello statista.

(4) Dichiarazione n.52. Il Belgio, la Bulgaria, la Germania, la Grecia, la Spagna, l’Italia, Cipro, la Lituania, il Lussemburgo, l’Ungheria, Malta, l’Austria, il Portogallo, la Romania, la Slovenia e la Repubblica slovacca dichiarano che, per essi, la bandiera rappresentante un cerchio di dodici stelle dorate su sfondo blu, l’inno tratto dall’«Inno alla gioia» della Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven, il motto dell’Unione «Unita nella diversità», l’euro quale moneta dell’Unione europea e la giornata dell’Europa del 9 maggio continueranno ad essere i simboli della comune appartenenza dei cittadini all’Unione europea e del loro legame con la stessa.

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