“Femmina penso, se penso alla pace”. Questo fluido endecasillabo è tratto dalla Ballata delle donne che Edoardo Sanguineti dedica alla unicità e alla preziosità dell’essere donna, quell’essere salvifico che conduce una battaglia silenziosa e senza armi per cambiare il mondo, per redimerlo, per ricomporlo o ricostruirlo, per farne ritrovare il senso.
Una lettura straordinaria, condivisibile fino alla chiusa: “Femmina penso, se penso l’umano”. Poi, però, io penso alla Signora della Guerra, la donna dal sorriso accennato, dalla gestualità contenuta, dallo sguardo calmo, che fa pensare ad un soggetto in equilibrio. O forse no, perché proprio quella apparente serenità, quello sguardo enigmatico dovrebbero essere motivo di preoccupazione per chi sa del ruolo che Ella ricopre.
La Signora della Guerra
Ricordiamo, infatti, che la Signora della Guerra, all’inizio della offensiva russa in Ucraina affermò: “Bisogna affamare i russi” Come? Con le sanzioni che pare non ne abbiano scalfito l’economia. “Affamare i russi”, espressione di una gravità che manifesta disprezzo e odio non per chi detiene il potere, ma per il popolo già vessato da decenni di autocrazia o dittatura che dir si voglia.
Ora, con la sfacciata eleganza che la contraddistingue, la presidente della Commissione europea organizza il riarmo grazie ai “volenterosi” tra i quali annoveriamo un’ altra Signora schierata per il riarmo, il nostro presidente del Consiglio, pronta a sottrarre milioni di euro a Sanità, Scuola, Welfare a favore degli armamenti; sono uomini e donne “volenterosi” che non hanno fin qui mai pronunciato parole di pace, ma che continuano a ribadire convintamente la necessità di doverci armare per difenderci dalle 6.000 testate atomiche e dai missili e aerei ipersonici russi. Mio Dio e come? Follie! La stessa follia per cui per tre lunghi anni hanno tentato di farci credere che l’Ucraina, contro ogni evidenza e ragionevole constatazione dei fatti, avrebbe potuto vincere la guerra; e ora, come allora, le donne e gli uomini di buona volontà sostengono sia indispensabile continuare ad armare l’ esercito ucraino per farlo resistere o forse avanzare.
“Femmina penso, se penso alla pace”
E ancora penso a Hadja Lahbib, commissaria Ue per la Gestione delle Crisi, che ha pubblicato un video che fa rabbrividire per la superficialità, l’arroganza e il dileggio per il gesto simbolico che compie, conseguenza di una scelta scellerata. Ci mostra il suo Kit per la sopravvivenza per resistere 72 ore in autonomia, in caso di guerra. E lo fa sorridendo, come se fosse uno sketch comico, o un gioco di adolescenti inconsapevoli. Nel nostro zainetto non dovranno, dunque, mancare l’acqua, i medicinali, qualche snack, qualche scatoletta di tonno, un coltellino e un accendino. Ecco, così, con semplice spudoratezza si gioca alla guerra “necessaria” in occasione della quale
basterà rinchiuderci per 72 ore in casa, o forse in un bunker per chi ne è provvisto. Con l’unica differenza che i ricchi, i potenti del mondo potranno salvarsi nei loro bunker e dopo 72 ore “uscire a riveder le stelle”. Gli altri, i poveri, il popolo minuto, la moltitudine non si salveranno, ma in fondo la guerra non è “l’igiene del mondo”? femmina penso, se penso l’umano”.
Una riflessione per le donne
Vorrei pensarlo ancora e credere che le donne al potere possano esprimere una visione differente dello stesso potere che incarnano, che vogliano conservare la specificità femminile di relazionarsi con l’altro e non di imporsi con la forza e con le armi, che siano in grado di proporre una lettura del mondo non assimilabile a quella millenaria del dominio maschile di cui molte, ahimè, hanno mutuato le peggiori scelte.
E ancora mi auguro che i meravigliosi versi già citati, del poeta Edoardo Sanguineti, possano offrire uno spunto di riflessione alle stesse donne, a quelle che per detenere posizioni di comando stanno vivendo una mutazione preoccupante non solo per se stesse, ma soprattutto per le comunità su cui governano. “Femmina penso, se penso alla pace” …”Femmina penso, se penso all’umano”.
Rita Rucco – Poetessa, saggista