Già il titolo è molto iconico, I miei giorni sono nelle tue mani, Uomini e donne sulle orme di Gesù, 140 pagine, (San Paolo Editrice), e l’ultimo saggio in cui il Cardinale Fernando Filoni, non nuovo a questo tipo di messaggi forti sul mondo della fede, spiega come si sviluppa la vita spirituale non è mai statico.

Al contrario, l’opera di Filoni è fatta invece di passi in avanti e di pause, di deviazioni e di ripensamenti. È una ricerca continua, che a volte trova svolte decisive negli incontri capaci di farci cambiare direzione. E proprio a partire dalle vite di uomini e donne che hanno incrociato Cristo e hanno lasciato che quell’incontro trasformasse la loro esistenza, questo libro attraversa la storia della fede.
Ha scelto i recenti giorni di festa il cardinale, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ed ex diplomatico della Santa Sede, per raccontarci il suo ultimo saggio, che è una sorta di diario di bordo nel mondo della fede, un manifesto della santità cristiana, un vero e proprio viaggio della conoscenza, alla ricerca di quei meravigliosi personaggi della storia della Chiesa che in qualche modo hanno lasciato un segno indelebile della propria esistenza al mondo, ma che è soprattutto la prova provata di come anche la fede e la speranza si possano raccontare con un linguaggio giornalistico di grande efficacia mediatica e di grande impatto emozionale.
“In queste pagine non troverete un trattato teologico – scrive nella sua prefazione Elena Dini che è Senior Program Manager del Centro Giovanni Paolo II per il Dialogo Interreligioso – per quello basterebbe il Catechismo della Chiesa Cattolica, bensì troverete pennellate su una tela che spetterà a ognuno ricomporre in un quadro, il proprio. L’autore ci farà percorrere una strada, passando attraverso un arco dopo l’altro, accompagnati da uomini e donne di Dio: da chi ha preceduto Cristo (Abramo di Ur, Mosè, l’ebreo egizio, Ezechiele, il profeta esiliato), a chi si è fatto spazio e luogo per la sua Incarnazione e l’ha accolto (Maria di Nazaret, Giuseppe il carpentiere, i Magi d’Oriente); da chi l’ha incontrato e accompagnato fino al Sepolcro (Giovanni il Battista, Maria di Magdala, Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo il fariseo), a chi ha accettato di continuare a servirlo nella Chiesa (Pietro di Galilea, Paolo di Tarso)”.
Ne viene fuori un racconto di fede avvolgente, pieno di suggestioni e di pulsioni, di riferimenti storici e di epoche lontane tra di loro, ma segnati profondamente dalla vita di questi “moderni eroi” della storia della Chiesa.
“Tutta la Storia della salvezza – spiega il cardinale Filoni – è toccata dalla santità di Gesù: dalle grandi figure patriarcali e profetiche dell’Antico Testamento a quelle che gli vissero storicamente accanto (anzitutto Maria, la quale nella previsione dei meriti di Cristo fu preservata dalla caducità del peccato), fino a quelle di oggi; lo dico pensando a quella Chiesa che ha come tesoro il mistero di Cristo, il cui riverbero è presente in coloro che compiono la sua volontà. Così in essi, Cristo, secondo le suggestive parole di Giovanni Papini, ritorna frequentemente tra noi nelle persone che si lasciano da Lui sedurre, ne vivono il Vangelo di santità e lo incarnano nei giorni della loro vita mettendoli con fede nelle mani del Signore e dandogli la loro disponibilità affinché sia Lui il vasaio che modella la loro storia”.

Tra i medaglioni qui raccontati ci sono anche quelli che hanno “cercato pazientemente le sue tracce con l’anima e la mente”, Elena, Agostino d’Ippona, Francesco d’Assisi, Tommaso d’Aquino, Charles de Foucauld, Edith Stein, Madre Teresa di Calcutta.
Affascinante e a tratti quasi irriverente il ritratto che il Cardinale fa di San Francesco di Assisi: “l‘ultimo tra i discepoli del Signore, il più piccolo nella sequela, divenuto poi il più grande, secondo l’insegnamento del Maestro”, e che da giovane, scrive Fernando Filoni: “aveva sognato di divenire un cavaliere e si immaginava pronto a partire per la Terra Santa. Non lo fu, ma in qualche modo lo divenne, in modo di verso: nella carità, nella fraternità, nella pace e nel bene”. E qui la stoccata finale: “Fu un cavaliere nuovo e rivoluzionario”.
Per non parlare del grande mistero delle stigmate che San Francesco d’Assisi visse sul suo corpo: “trapassato dallo stesso atroce dolore del Crocifisso; come se quel dolore di Cristo non avesse voluto spegnersi con la morte, ora anche le sue mani, i piedi e il costato erano stati trafitti come quelli di Gesù, quel medesimo spasmo gli era entrato dentro e divenne parte della sua vita”.
Ma dove tutto questo?
“Ciò avvenne su un altro monte, la Verna; era al finire dell’estate del 1224. Quell’uomo fu stimmatizzato dal medesimo Gesù che egli aveva perdutamente amato e seguito e che ora gli faceva misticamente dono delle sue piaghe per conformarlo maggiormente a sé. Per sempre ne avrebbe portato i segni nel suo corpo ma con cura, per non accendere fastidiose curiosità”.
Se non è questa poesia, allora ditemi voi cos’altro bisogna leggere?
“Si tratta – sorride il cardinale Filoni qui compiaciuto di aver trovato il tempo per poterli finalmente raccontare tutti insieme – di persone che hanno messo nelle mani del Signore i loro giorni, che hanno vissuto la quotidianità e i momenti più forti camminando verso Cristo o seguendone le orme. Sulla strada, di Gesù noi vediamo le impronte e, su quelle, possiamo poggiare i nostri piedi, decidendo anche noi, come il Salmista, di dire «i miei giorni sono nelle tue mani»”

“Fernando Filoni – sottolinea Elena Dini – offre pagine che somigliano a tratti di colore su una tela: chi legge può ricomporli e farne il proprio quadro. Al centro, ma in filigrana, c’è sempre Gesù, riconoscibile nei segni lasciati da chi l’ha incontrato. Ma poiché la sequela non si esaurisce, il libro resta aperto: le sue pagine aspettano di essere riempite dal lettore, perché anche la nostra vita, con i suoi tentativi e i suoi slanci, possa diventare parola viva sulle orme dell’Amato”.
Semplicemente bellissima la “favola di Madre Teresa di Calcutta” che il cardinale Filoni ci racconta con una suggestione personale che coinvolge e commuove:” Madre Teresa aveva il dono di sublimare spiritualmente tutto nell’ottica di Cristo. Era una mistica in mezzo al mondo. Come donna attiva, la carità – con grande preferenza per i poveri più poveri, i lontani da Dio e i peccatori – era il lastricato su cui poggiavano i suoi piedi. In questo sentiva che la sete di Cristo la spingeva, e spiegava: «Non è il denaro che è importante, ma il ‘dare’»10; poi, in quanto donna altamente contemplativa, aggiungeva che quando la fede è in azione, «è amore»11. Non c’era discorso che Madre Teresa iniziasse senza citare il Vangelo di Matteo: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me», convinta che Gesù fosse presente nei poveri e che in questo era la fonte del suo apostolato, un vero servizio fatto a Gesù stesso. Ogni giorno, nei bassifondi di Calcutta, constatava la grande povertà, le immense difficoltà dell’abbandono e l’insicurezza degli esclusi: «Mi chiamano la suora dei bassifondi e io sono lieta di essere proprio questo per amor suo e per la sua gloria».
Ma altrettanto avvolgente e piena di visione la conclusione che ci offre lo stesso Cardinale Filoni.
Secondo il vecchio ambasciatore Vaticano – il Cardinale Filoni è stato anche nunzio apostolico in Giordania e Iraq – “Seguendo il fil rouge di queste pagine, si potrà notare che esso riannoda gli inizi della Rivelazione con Cristo e poi via via fino a noi; e noi possiamo continuare questo racconto attraverso uomini e donne di Dio che hanno prolungato nel tempo il dono della presenza santa di Gesù, Lui che è la sorgente della santità. Questo libro non si conclude, ha delle pagine bianche – aggiunge il vecchio sacerdote pugliese – che ognuno di noi può sperare di riempire con la propria sequela di Gesù, la propria chiamata alla santità”. Un libro bellissimo, che vale la pena di leggere, ma che andrebbe distribuito nelle scuole tra i ragazzi perché imparino a conoscere la storia della fede attraverso questi racconti personali che Fernando Filoni ha realizzato con una narrazione giornalistica degna di un grande inviato speciale.
Ma chi è l’autore?
Il cardinale Fernando Filoni è nato il 15 aprile 1946 a Manduria (Taranto). Ordinato sacerdote nel 1970 per la diocesi di Nardò (Lecce), ha conseguito la laurea in diritto canonico e in filosofia a Roma. Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede, è stato in Sri Lanka, Iran, Brasile e Cina. Il 17 gennaio 2001 è stato eletto arcivescovo titolare di Volturno e nominato nunzio apostolico in Giordania e Iraq e, successivamente, nelle Filippine prima di essere richiamato a Roma come Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. Nel 2011 Benedetto XVI lo ha nominato Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, creandolo cardinale il 18 febbraio 2012. Nel 2019 è stato nominato Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. È autore di vari articoli e scritti, tra cui La Chiesa in Iraq, E tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento, tradotti in numerose lingue, e Le conferenze episcopali. Un’ istituzione moderna di comunione ecclesiale.




