Mondo

Per la pace in Ucraina si muovano i capi delle varie religioni. Intervista a don Sergio Mercanzin, Fondatore del Centro “Russia ecumenica”

“Trattative ci sono ma i belligeranti non hanno fretta di arrivare alla pace”. “Quello che vogliono non è la pace ma la vittoria”. “Chi dall’inizio ha lottato per la pace tout court è il Papa. Zelensky è alla sua terza metamorfosi: da valoroso resistente a vincitore assoluto, costi quel che costi. Rischia di diventare imbarazzante. Il grande teologo Hans Küng diceva “Non ci sarà pace tra i popoli finché non ci sarà pace tra le religioni”

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Politica

Ciocchetti: negli ultimi giorni il vento verso FdI sta cambiando anche all’estero

“Fratelli d’Italia è stata all’opposizione del governo Draghi, sempre in maniera coerente e responsabile. Non abbiamo mai nascosto anche in questi anni la necessità di un ritorno alle urne, dinanzi a governi che hanno messo insieme tutto e il contrario di tutto, per dare finalmente la parola agli italiani”. Cosi Luciano Ciocchetti, già consigliere comunale a Roma, consigliere regionale e vicepresidente della Regione Lazio, parlamentare, candidato di Fratelli d’Italia alla Camera nel sesto collegio uninominale del Lazio, che comprende i municipi 11 e 12 di Roma e il Comune di Fiumicino, illustra a Beemagazine la sua analisi per le prossime elezioni politiche del 25 settembre. Caduta del governo Draghi e il voto anticipato. Inaspettati o voluti? Fratelli d’Italia è stata all’opposizione del governo Draghi, sempre in maniera coerente e responsabile. Non abbiamo mai nascosto anche in questi anni la necessità di un ritorno alle urne, dinanzi a governi che hanno messo insieme tutto e il contrario di tutto, per dare finalmente la parola agli italiani. Subito dopo le dimissioni di Draghi abbiamo precisato che non c’era spazio per altri governi formati da maggioranze arcobaleno e che era arrivato finalmente il momento di restituire ai cittadini la libertà di farsi scegliere da chi farsi rappresentare. I commentatori esteri in generale non drammatizzano un po’ troppo la situazione della politica italiana? Cambierà questo punto di vista internazionale se la Meloni dovesse andare alla guida del governo? “A parte qualche articolo uscito sulla stampa internazionale che, come al solito, mira a descrivere Giorgia Meloni come un pericolo per la democrazia e per la stabilità internazionale, mi sembra che negli ultimi giorni il vento stia cambiando. Meloni ha perfettamente chiarito la sua posizione a proposito della guerra in Ucraina, si è fatta apprezzare sia a Cernobbio davanti al mondo imprenditoriale che al meeting di

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Politica

Verso le elezioni – Intervista al sottosegretario Dalila Nesci

“Conte, Salvini e Berlusconi hanno fatto cadere un governo con la guerra in Ucraina alle porte dell’Europa e una crisi economica ed energetica da gestire. L’Italia ha ancora bisogno dell’autorevolezza internazionale di Mario Draghi e di chi voglia lavorare in continuità”. Dalila Nesci, parlamentare e Sottosegretario di Stato al Ministero per il Sud e la coesione territoriale, illustra a Beemagazine l’analisi e le linee di “Impegno civico” per le prossime elezioni politiche del 25 settembre.   Crisi di governo e voto anticipato. Inaspettati o voluti? Sicuramente voluti da alcuni “mezzi leader” di forze politiche che essendo egoriferiti non sanno fare altro che giocare al gioco del “io ce l’ho più lungo…il consenso”. L’irresponsabilità è stata del “fu M5s” oggi partito di Conte, e di Salvini e Berlusconi. Hanno fatto cadere un governo con la guerra in Ucraina alle porte dell’Europa, una crisi economica ed energetica da gestire. L’Italia ha ancora bisogno dell’autorevolezza internazionale di Mario Draghi e di chi voglia lavorare in continuità. Con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, abbiamo creato un gruppo autonomo con più di 60 parlamentari che oggi si presenta alle Elezioni Politiche del 25 settembre con “Impegno Civico”. Quali i motivi politici della rottura? Il motivo della rottura è molto serio e riguarda la posizione geopolitica dell’Italia, perché la politica seria si fa a partire dalla postura internazionale. Conte stava per voltare le spalle all’Ucraina, facendo un favore a Putin ed indebolendo l’Italia. Noi con Di Maio abbiamo votato favorevolmente al decreto che ribadiva l’invio delle armi per la difesa militare del popolo ucraino. Speravamo che la nostra scissione frenasse il piano di Conte che aveva un unico obiettivo: la vendetta contro Mario Draghi per averlo, a suo dire, spodestato da Palazzo Chigi. Un’assurdità! Conte ha sacrificato gli interessi dell’Italia per un suo livore personale.

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