Cultura

Scuola primaria: il disagio scolastico oggi. Come sono cambiate le condizioni e le leggi negli ultimi 50 anni

Prima di raccontare ai lettori come funziona la Scuola Primaria oggi in relazione ai piccoli studenti meno capaci o, per meglio dire, “diversamente capaci”, facciamo un salto nel tempo e andiamo a vedere quale fosse l’ambiente di apprendimento 40-50-60 anni fa. Fino agli anni 70, alla maestra di Scuola Elementare era affidata una classe piuttosto numerosa (fino a 35-40 alunni), una classe molto variegata quanto a potenziali capacità di apprendimento proprie di ciascun bambino. Nonostante le differenze a volte piuttosto evidenti tra gli alunni, i piccoli condividevano la stessa insegnante “unica”, lo stesso spazio di apprendimento, le stesse metodologie di insegnamento. Questi tre aspetti messi insieme acuivano ancora di più le diversità e, man mano che si procedeva nel percorso scolastico, chi era meno capace rimaneva indietro, qualche volta anche nell’aula, dove occupava una postazione sempre più lontana dalla cattedra. Occorre sottolineare un fatto molto triste che ha caratterizzato la Scuola fino agli anni 70: la responsabilità dello scarso rendimento scolastico ricadeva tutta sui piccoli studenti che venivano regolarmente rimproverati a scuola come a casa. A nessuno veniva in mente che le cause di quell’insuccesso scolastico fossero originate da altro. Gli studenti “incapaci” venivano colpevolizzati… non erano in grado di apprendere perché non erano abbastanza concentrati e attenti oppure non studiavano abbastanza. Essere considerati “incapaci” di apprendere era sicuramente demotivante e così gli alunni “incapaci” erano portati allo scoraggiamento, alla disaffezione verso lo studio, al disinteresse verso la Scuola ed, in ultima analisi, all’allontanamento dalla Scuola stessa. Non si può dire che in quegli anni non vi fossero docenti più sensibili ed attenti di altri ai bisogni educativi dei propri alunni. Erano proprio quegli insegnanti che cercavano di adottare qualche strategia didattica di supporto agli studenti “difficili”, spinti dalla preparazione professionale e dall’affetto che comunque si generava tra docente e

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