La “repubblica degli influencer” (e dei follower) e la “Trattoricrazia”
Conosciamo tutti il livello di diffusione del sistema dei social network. Sistema che ha fatto un deciso salto in avanti negli anni della pandemia, di cui vanno tenuti presenti vizi e virtù. C’è una cartina di tornasole più plastica di altre, il fatto che la sola coppia Fedez-Ferragni annovera più di 40 milioni di follower. Più di coloro che votano per la Meloni e tutto il centro-destra messo insieme e, a dire il vero, più della totalità dei votanti alle ultime elezioni… Certo, l’immagine della Ferragni è stata man mano intaccata dalle vicende delle ultime settimane, ma su questo vedremo come agiranno gli organi competenti, dall’AgCom alla magistratura. Tolto l’ambito professionale, di cui senza dubbio fanno parte i Ferragnez, l’equazione su cui si basa lo sviluppo dei social sta un po’ in quella che amiamo definire “L’illusione dell’amicizia”. Abbiamo incontrato non pochi giovani, e meno giovani, ubriacati dai tanti follower e dai (qualche anno fa) tanti amici, e tanti annichiliti dai post patinati e pettinati della vita degli altri che, nella maggior parte dei casi, è solo superficie. Anni fa e con Facebook era maturata una molto labile linea di confine tra la vera amicizia e “L’amicizia da social”. In questi anni la linea di confine che si è assottigliata sempre di più è quella tra “Vita vera” e “Vita da Instagram”. Ma questa è solo una premessa per giungere ad un livello di riflessione un po’ diverso da quanto potrebbe sembrare. È emerso un fattore, nelle scorse settimane, che forse può essere un anticorpo idoneo a sviluppare qualche forma di sistema immunitario rispetto alla sorta di “Socialcrazia” in atto. Ci riferiamo al fenomeno Sinner, che ha dichiarato con chiarezza di non amare e non usare quasi i social. Questo ci ha permesso di affondare il periscopio, un po’ da