Che cos’è il Cristianesimo? Il libro postumo di Benedetto XVI. Un’analisi della crisi dell’Occidente e l’assenza di Dio nella sfera pubblica
Il libro postumo di Benedetto XVI, “Che cos’è il Cristianesimo. Quasi un testamento spirituale”, pubblicato da Mondadori e presente nelle librerie dallo scorso 20 gennaio, non è solo un ultimo splendido dono del Papa emerito ai fedeli e al mondo, ma rappresenta anche una miniera da cui attingere per comprendere appieno il significato del Pontificato ratzingeriano, la natura della sua personalità interiore, ma anche e soprattutto l’attualità e la direzione della Chiesa, e forse anche di tutto l’Occidente. Il «vociare assassino» ripreso dalla pigrizia dei media generalisti come il punto più scottante e attuale del suo libro – una citazione tratta dalla lettera inviata da Ratzinger a uno dei due curatori del libro, il teologo Elio Guerrero, in cui motiva la sua volontà che il libro uscisse postumo – si presenta tuttavia come un pretesto per attaccare Benedetto XVI assunto a simbolo di una visione integerrima e quindi, con un’equazione impropria, integralista della fede cristiana, al punto da vietare la lettura dei suoi testi in alcuni seminari. «Da parte mia, in vita, non voglio più pubblicare nulla. La furia dei circoli a me contrari in Germania è talmente forte che l’apparizione di ogni mia parola subito provoca da parte loro un vociare assassino. Voglio risparmiare questo a me stesso e alla cristianità». La considerazione riguarda in particolare l’accusa di non appoggiare il dialogo con gli ebrei e quelle, riemerse in Germania nel 2022, di copertura di abusi risalenti alla fine degli anni Settanta, nel periodo storico in cui Ratzinger ricopriva il ruolo di Arcivescovo di Monaco-Frisinga. Vicende paradossali, per chi conosce l’operato di Benedetto XVI, che sorgono nel testo come simbolo della crisi di fede in Germania. Non solo quindi di crisi della Chiesa come istituzione pubblica ma anche della crisi di fede all’interno della stessa