Cultura

Le Perseidi, un’occasione per ammirare lo spettacolo celeste

L’anno 2024 si preannuncia come un periodo entusiasmante per gli appassionati di astronomia e per chiunque desideri vivere un’esperienza magica sotto il cielo notturno. Le stelle cadenti, note anche come meteore, offrono spettacoli straordinari, con diversi sciami meteorici che promettono di illuminare le notti in vari momenti dell’anno. Il calendario delle stelle cadenti è ricco di appuntamenti, un po’ come l’appuntamento con l’oroscopo. Il 2024 si prospetta particolarmente favorevole, con un cielo notturno abbastanza buio grazie alla Luna calante, offrendo quindi condizioni ideali per l’osservazione. Le Perseidi sono senza dubbio lo sciame più famoso, grazie alla loro visibilità estiva e alla frequenza di meteore luminose. Il picco tra il 12 e il 20 agosto 2024 è coinciso con la Luna nuova, garantendo un cielo oscuro perfetto per osservare le “lacrime di San Lorenzo”. Con una media di 100 meteore all’ora, è stato uno degli eventi astronomici più attesi dell’anno. Ma per chi desidera ammirare di nuovo questo evento o l’ha perso, dovrà aspettare dicembre. Comunque le regole sono sempre le stesse. La cosa più importante è trovarsi in un luogo lontano dalle luci artificiali, preferibilmente in campagna o in montagna, dove il cielo è più buio e le stelle appaiono più luminose. È consigliabile stendersi su una coperta o su una sdraio, guardare verso l’alto e avere pazienza: le stelle cadenti possono apparire in qualsiasi parte del cielo, ma è sempre meglio orientarsi verso la zona di origine dello sciame. Ad esempio, per le Perseidi, è utile guardare verso la costellazione di Perseo, da cui prendono il nome. Ma cosa sono le stelle che noi definiamo “cadenti”? Queste non sono altro che piccoli frammenti di polvere e detriti spaziali che, entrando nell’atmosfera terrestre ad altissima velocità, si infiammano a causa dell’attrito con l’aria, creando quelle scie luminose che tutti conosciamo.

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Cultura

Attenzione, stanno frodando la scienza!

Negli ultimi anni, il mondo accademico ha assistito a un inquietante aumento delle frodi nelle pubblicazioni scientifiche. Questo fenomeno, che include la manipolazione dei dati, il plagio e la fabbricazione di risultati, sta minando la credibilità della ricerca e sollevando preoccupazioni sulla validità delle scoperte scientifiche. Secondo un rapporto del Committee on Publication Ethics (COPE), il numero di articoli ritirati per frode è cresciuto esponenzialmente. Nel solo 2023, oltre 2.000 articoli scientifici sono stati ritirati a causa di irregolarità, rispetto ai 500 del 2013. Questo incremento evidenzia una tendenza preoccupante che rischia di compromettere l’integrità della ricerca accademica. Le cause sono da imputarsi a diversi fattori. La pressione per pubblicare (“publish or perish”) è uno dei principali motivi che spingono alcuni ricercatori a comportamenti non etici. La competizione per i finanziamenti e le posizioni accademiche di prestigio porta molti a ricorrere a mezzi illeciti per ottenere risultati apparentemente eccezionali. L’aumento dell’accesso digitale e la proliferazione delle riviste predatrici – pubblicazioni che accettano articoli senza un rigoroso processo di revisione paritaria in cambio di pagamenti – hanno reso più facile per i ricercatori pubblicare lavori di dubbia qualità o addirittura fraudolenti. Un esempio eclatante è il caso dell’articolo del 1998 del medico britannico Andrew Wakefield, che collegava erroneamente il vaccino MMR (morbillo, parotite e rosolia) all’autismo. Questo studio, successivamente smentito e ritirato, ha alimentato il movimento anti-vaccinazione e causato un calo significativo delle vaccinazioni, con conseguenti epidemie di malattie prevenibili. Il danno prosegue ancora oggi e solleva movimenti e ideologie anti-scienza. Vi ricordate i vaccini anti- Covid? Le soluzioni possibili? Affrontare questo problema richiede un approccio multi-faceted. È fondamentale promuovere una cultura dell’integrità e della trasparenza nella ricerca scientifica. Le istituzioni accademiche devono implementare rigorosi programmi di formazione etica e fornire supporto per aiutare i ricercatori a resistere alla pressione di

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Cultura

Marconi e il fascismo: opportunità o qualcosa di più?

Sul suo panfilo Elettra salirono re e capi di Stato di mezzo mondo, tutti desiderosi di partecipare di persona a esperimenti di portata planetaria. È Guglielmo Marconi l’uomo che inventò il futuro. Genio indiscusso del ‘900 ma anche politico discusso soprattutto per la vicinanza al partito nazionale fascista. Le sue ricerche e poi il successo della comunicazione a distanza con onde elettromagnetiche iniziarono da giovane. Nel 1895 inviò il primo segnale dal giardino di casa fin dietro la collina delle terre paterne, e nel 1897 brevettò il macchinario per comunicare a distanza: la radio. A quei tempi il fascismo ancora non era sulla breccia. E dopo che successe? Forse l’inventore di Bologna intravedeva in Mussolini l’unico in grado di tirare fuori l’Italia dalla grande depressione e anche continuare le ricerche qui nel Paese che amava. È uscita pochi giorni fa la fiction Rai L’uomo che ha connesso il mondo.  Una retrospettiva che analizza in maniera un po’ superficiale e con luoghi comuni il periodo del ventennio fascista, ma che lascia un’immagine molto umana di Marconi. Spicca forte la dedizione sin da giovanissimo alla scienza, un rapporto stretto che ha coltivato per tutta la sua breve vita. Sopportato dall’amore per la moglie, e condiviso con la figlia Elettra. Ma ciò che emerge dalla fiction è anche la vita da senatore, nomina che ebbe nel 1914, e dei suoi forti legami con il fascismo dopo il ‘20. Le simpatie del partito verso Marconi non erano certo un segreto. Ma erano ricambiate? Certamente un’opportunità per entrambe le parti. L’una per la propaganda estera, l’altra per finanziare le ricerche. Ma è certamente compito dei revisionisti storici occuparsi delle vicende del Marconi politico. Noi parliamo di scienza, ed è doveroso analizzare i primi vagiti della radio Il primo fu il fisico scozzese James Clerk Maxwell, nel

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Cultura

Robot ed etica: dieci anni dal “future of life institute”

Oggi siamo sempre più vicini a un’intelligenza artificiale (AI) in grado di assumere iniziative, portare avanti uno scopo e fornire soluzioni in ambito lavorativo, medico e sociale. Molti esperti, coadiuvati da sociologi ed economisti, si riunirono nel 2014 per stabilire delle regole e per orientarsi nel campo dell’intelligenza artificiale. Il risultato fu la nascita del Future of Life Institute, questo il nome del “patto” firmato da molti magnati della new technology, tra i quali Elon Musk e Stephen Hawking. A dieci anni da quelle firme, una serie di iniziative di confronto hanno dato il via al biodiritto. I temi trattati? Bioetica e neuro-scienze. «Che ne è del diritto mentre la tecnica s’impossessa del nascere e morire umano?». La domanda posta da Natalino Irti, avvocato e membro dell’Accademia dei Lincei, nel libro “Il diritto nell’età della tecnica”, conduce direttamente al cuore del problema. Il giurista che tratta questioni inerenti all’AI non può fare a meno di confrontarsi con tutte le figure professionali. L’intelligenza artificiale è una materia necessariamente interdisciplinare. Nel 2017, ad Asilomar (California), si è arrivati a una carta comune “Asilomar AI Principles” che stabilisce il principio fondante che: l’AI deve essere “benefica” e non priva di controllo. La questione etica su quest’ultima definizione però sembra impattare con lo sviluppo tecnologico stesso. Anche perché «Quella delle macchine non sembra essere una marcia trionfale allaconquista del Pianeta», spiega Douglas Heaven, editore della rivista MIT Review (Massachussets Institute of Technology). Il passato e il presente della robotica sono costellati da piccole difficoltà quotidiane che i robot faticano a superare. «Per capire qual è il futuro degli automi con intelligenza artificiale, dobbiamo seguirli proprio in queste difficoltà», continua Heaven. Fu lo stesso Galileo per primo a capire quanto la meccanica possa essere una scienza esatta per la quale i risultati del progresso tecnologico

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