Valorizzare le Pmi strategiche italiane. Il generale Tricarico presenta la Fondazione Praexidia

La Fondazione Praexidia si propone come presidio strategico per l’Italia industriale, con l’obiettivo di valorizzare e proteggere i settori tecnologici più sensibili: difesa, spazio, biotecnologie, cyber e infrastrutture critiche. Il generale Leonardo Tricarico spiega la missione della nuova realtà, i suoi interlocutori e le sue sfide

Nata per rafforzare la competitività nazionale e salvaguardare l’autonomia tecnologica, la Fondazione Praexidia punta a diventare punto di riferimento per le Pmi strategiche italiane. Il generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, racconta come Praexidia intende affrontare il nodo delle acquisizioni estere, rilanciare il ruolo di Leonardo e Fincantieri e accompagnare l’Italia nelle filiere europee.

Generale, la Fondazione Praexidia nasce con un mandato preciso: proteggere il patrimonio tecnologico nazionale nei settori più sensibili. Qual è, dal suo punto di vista, il vero punto di svolta che distingue questa iniziativa di presidio industriale?

Più che proteggere, la Fondazione intende valorizzare il patrimonio tecnologico nazionale, con particolare riguardo a quei settori che non hanno rappresentanza. Il problema centrale – ed è una cosa nota che vale la pena sempre ricordare – è che il nostro Paese è fondato su di una architettura industriale strutturata sulla piccola e media impresa. Questo è vero anche nel settore della difesa e della sicurezza, ma non solo. Questa miriade di realtà industriali, dalle più piccole alle medie, non è messa a sistema con quello che è il campione industriale nazionale: Leonardo. L’azienda di Monte Grappa lanciò qualche anno fa il programma Leap2020, con il quale intendeva portare a una nuovo rapporto tra la Società e i fornitori, sfoltire le duplicazioni e valorizzare i soggetti più virtuosi facendoli crescere e portandoli a una partnership con Leonardo anziché restare a un rapporto di fornitura di beni o servizi. Questo progetto non ha sortito l’effetto desiderato, e la costellazione di Pmi è rimasta senza un riferimento istituzionale-industriale di carattere politico.

Fondazione Praexidia nasce proprio per cercare di cogliere, in questo momento in cui il nostro Paese e la comunità internazionale si stanno impegnando a fondo nello sviluppo di nuove capacitò, con un impegno anche cospicuo di risorse, la possibilità di valorizzare queste realtà, in modo che possano dare il meglio. Quello che finora è rimasto a livello teorico, concettuale, adesso avrà una sua concretezza, anche nel processo ristrutturazione e adeguamento delle strutture militari e di sicurezze, all’interno del quale devono essere inserite giustamente.

La Fondazione ha presentato anche uno studio nel quale si evidenzia che due terzi delle acquisizioni di imprese italiane in settori critici sono finite in mani estere. Qual è la sua lettura di questo fenomeno e quanto pesa, oggi, in termini di sovranità industriale?

Lo statuto è ben chiaro su questo: un punto centrale è quello della Golden Power. Dovremo tenere tutti e due gli occhi costantemente rivolti a non depauperare il Paese di risorse strategiche valide per la sicurezza nazionale. Abbiamo visto nei recenti conflitti quanto importante sia l’autonomia, un fatto non solo da non dimenticare, ma a cui dare priorità. Le risorse del Paese non devono essere disperse e devono anzi essere valorizzate.

La governance sarà decisiva per la credibilità e l’efficacia della Fondazione. Ci può spiegare come sarà strutturata e quali garanzie offre per mantenere indipendenza e autorevolezza rispetto sia al mondo politico sia a quello industriale?

Di questo parleremo in una prima riunione già nel corso del mese, nel quale affronteremo questi temi. Per adesso siamo tutti molto attenti a non far passare qualche treno importante senza salirci sopra. Quello che adesso non è ancora un metodo strutturato, ma soltanto un progetto, diventerà il modus operandi della Fondazione, auspicando che tutti coloro che faranno parte del progetto si possano immedesimare appieno nella missione della Fondazione.

Nella sua missione, Praexidia si pone come snodo tra istituzioni, imprese e investitori. Chi saranno i principali interlocutori con cui la Fondazione intende costruire un dialogo?

Sicuramente è fondamentale che Leonardo entri a pieno titolo in questo meccanismo, giocando il ruolo che non può non avere di operatore di maggioranza del settore, sapendo mettere a disposizione con generosità il suo status di campione nazionale in modo da aiutare e facilitare la collaborazione industriale. Uno spirito di collaborazione che riprenda il Leap2020, aggiornandone gli obiettivi e le previsioni e portando alla concretizzazione del disegno iniziale. Lo scopo è mettere a sistema tutto il mondo dei fornitori, valorizzandone i più virtuosi e facendoli crescere facendone dei partner, pronti anche a lanciarsi sul mercato globale.

Praexidia si propone come presidio trasversale. Quali sono, a suo avviso, i settori in cui l’Italia non può più permettersi di restare vulnerabile e dove si giocherà la partita della competitività nazionale nei prossimi anni?

Abbiamo visto i recenti attacchi ai sistemi GPS, e di conseguenza lo Spazio sarà uno dei settori dove indirizzare maggiormente la nostra energia. C’è anche la questione delle capacità di difesa dalla cosiddetta guerra ibrida. In generale la dimensione cyber e della rete, dove dovremo sfruttare tutte le nostre potenzialità per arrivare al massimo grado possibile di autonomia, evitando il più possibile di integrare strumenti altrui in sistemi che devono rimanere sotto il nostro completo controllo. Poi ovviamente ci sono molti altri settori in cui dobbiamo mantenere quello che abbiamo e valorizzarlo il più possibile.

Quali saranno i prossimi appuntamenti della Fondazione?

Innanzitutto dobbiamo cominciare a inanellare risultati concreti, e quindi riuscire a identificare le realtà virtuose in difficoltà, valutarne la concretezza delle aspettative e aiutarle a definire meglio le proprie prospettive agganciandole, dal punto di vista industriale, a Leonardo e all’altro campione nazionale, Fincantieri. Inoltre, c’è anche una Europa che – se ancora non è diventata sistema – ha già diversi progetti in funzione, come l’Edf per esempio. Dobbiamo essere pronti per quello che avverrà in Europa assicurando che le nostre Pmi rimangano agganciate agli sviluppi continentali.

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