Volodymir Zelensky, luci e ombre di un leader europeo

L’uomo oltre l’icona. Attore, imprenditore milionario, politico accorto e astuto, Volodymir Zelensky è stato santificato dall’opinione pubblica occidentale. Ma chi è davvero? Un libro di Fulvio Scaglione lo racconta con luci e ombre

Volodymir Zelensky è un protagonista della politica mondiale al di là del ruolo che si è trovato a ricoprire con l’invasione russa dell’Ucraina. Già il fatto che nel famoso incontro nello Studio Ovale con Donald Trump e JD Vance non si sia lasciato intimidire, e abbia, anzi, rilanciato, facendo valutazioni geo-politiche non banali (e “irrispettose”, vista la reazione dei due) sulla posizione degli Usa, parla da sé. Zelensky (Volodymyr Oleksandrovyč Zelens’kyj) è quello che una volta si sarebbe definito un leader “naturale”. Attore, autore, imprenditore, politico di grande fiuto e capacità di navigazione nel mare procelloso internazionale, è stato spesso mitizzato dall’opinione pubblica occidentale,  che lo considera “teologicamente” un’icona inscalfibile e indiscutibile.
A tratteggiare invece la fisionomia di Zelensky con tutte le sue luci e ombre è il libro di Fulvio Scaglione (firma storica di diverse testate e direttore di InsideOver), Zelens’kyj. L’uomo e la maschera (Meltemi). Un ritratto non agiografico ma informato, “pensante”, anche critico, sul leader ucraino: “Un uomo che a 16 anni fonda la sua prima compagnia teatrale, a 20-21 è già un attore famosissimo in tutta l’ex Urss, a 30 è milionario in dollari” non può non essere interessante, nota Scaglione in una recente intervista

Di seguito un estratto dal libro

Quando sbarca a Kyïv, nel 2003, Zelens’kyj prende due decisioni fondamentali. Il 6 settembre di quell’anno, a Kryvyj Rih, sposa Olena. E in dicembre, trasferitosi nella capitale, fonda lo studio di produzione Kvartal 95, insieme con i più fedeli tra i fedelissimi, i fratelli Boris e Serhiy Šefir. Ha venticinque anni compiuti da poco ma, oltre ad avere le idee come sempre chiare, è tornato dall’esperienza moscovita con le spalle irrobustite e un solido patrimonio di professionalità e fama. Lo sketch intitolato “L’uomo nato per ballare”, presentato durante l’edizione del 2001 del KVN, ha fatto ridere milioni di persone e in Ucraina se lo ricordano tutti. E proprio sfruttando le conoscenze maturate in quel circuito Zelens’kyj prende subito un appuntamento con Oleksandr Rodnjans’kyj2, regista, produttore, manager televisivo e in quel momento, per quel che conta nella nostra storia, direttore del canale tv che produceva e trasmetteva gli show del KVN. Rodnjans’kyj non era uno qualunque. Per restare ai dati essenziali: nei primissimi anni Novanta aveva lavorato in Germania come producer per il canale televisivo ZDF. Poi, nel 1994, era tornato in Ucraina dove, insie- me con il cugino Boris Fuchsmann, aveva fondato il canale televisivo 1+1 che, in soli due anni, sarebbe diventato il più seguito in Ucraina. Nel 1997 Rodnjans’kyj vende il suo 30% di azioni di 1+1 per 22 milioni di dollari e passa oltre. Nel 2002 viene chiamato a dirigere STS, un canale commerciale con sede centrale a Mosca che appartiene a una media company e a una banca russe. Anche in questo caso Rodnjans’kyj fa il miracolo: audience moltiplicata fino a superare il 10% (quarto canale più seguito in Russia), capitalizzazione che passa in un amen da 40 milioni a 4 miliardi di dollari e prima azienda russa dello spettacolo a essere oggetto di un’offerta pubblica iniziale al Nasdaq3 di New York.

Questo per dire che Zelens’kyj non fa troppa anticamera: tornato in patria con i galloni conquistati nella capitale russa, parte subito dal vertice, o da lì vicino. E come sempre mostrerà di non dimenticare gli amici: nel 2019, appena diventato presidente, sceglie Aleksandr, trentaquattrenne figlio del produttore Rodnjans’kyj, laureato a Cambridge, come primo consigliere economico della presidenza. In quel regno di mezzo ancora un po’ russo e un po’ ucraino, e in quel mondo dello spettacolo dove servono i capitali e dove il denaro non puzza mai, lui si muove come un pesce nell’acqua.
I suoi attuali corifei hanno tentato anche per questi primi anni a Kyïv di cucirgli addosso, come già per il periodo dell’apprendistato moscovita, i panni dell’eversore della risata e dell’ucraino perseguitato. La già citata Iuliia Mendel, sua addetta stampa dal 2019 al 2021, ha per esempio scritto che il rifiuto opposto alle offerte di Maslyakov avrebbe attirato su di lui “i fulmini dell’establishment moscovita dell’intrattenimento. Tentarono persino di far proibire i primi spettacoli prodotti da Kvartal 95 a Kyïv. Nel 2003 questo genere di ingerenze da parte di Mosca erano ancora concepibili a causa degli stretti legami tra la Russia e l’Ucraina ma anche perché il settore dell’intrattenimento era molto dipendente dai produttori russi” .

Davvero? Diamo un’occhiata alle attività della compagnia di Kvartal 95, che nel suo business ucraino parte subito sparata. Ci sono gli show privati per gli oligarchi o per le conventions aziendali, a ventimila dollari a serata, secondo dichiarazioni dello stesso Zelens’kyj. Ma ancora nel 2003, quando lo studio è stato da poco fondato, Zelens’kyj firma un contratto per cinque grandi show in coproduzione con i canali televisivi Inter e 1+1. E a chi appartengono quei canali? Le quote di Inter sono suddivise tra l’uomo d’affari ucraino Ihor Plužnikov, la società ucraina Ukrainian Media Project e il primo canale della tv di Stato russa (questa con il 21% delle quote aziona- rie5). Due parole sono necessarie anche su Plužnikov: apprendista oligarca, è pure deputato del Partito socialdemocratico, in quel momento capeggiato da un oligarca vero poi diventato assai famoso, Viktor Medvedčuk . In quella veste è un grande sostenitore di Viktor Janukovyč, il politico filorusso che nel 2004 contende senza successo la presidenza al candidato occidentalista e liberale Viktor Juščenko, leader del- la Rivoluzione arancione. Plužnikov nel 2005 muore di una malattia tanto improvvisa e inspiegabile da somigliare a un avvelenamento e la sua quota azionaria in Inter viene rilevata da Valeriy Khoroškovskyi, altro bell’esemplare ucraino di ircocervo mezzo politico e mezzo affarista. 

[…]

Svoltati i trent’anni, l’ex ragazzo di Kryvyj Rih è diventato un milionario e uno dei personaggi più importanti della televisione e del cinema dell’intero spazio post-sovietico. Di che cifre stiamo parlando? Zelens’kyj non si è mai sbottonato, dicendo agli intervistatori che parlare dei propri guadagni lo metteva a disagio. Ihor Kolomojs’kyj, l’oligarca che ha preso il controllo del canale 1+1 e che nel 2012 stipulerà un contratto di esclusiva con Zelens’kyj, sosteneva di aver versato per le produzioni di Kvartal 95 tra i dieci e i venti milioni di dollari l’anno. Zelens’kyj stesso, in un’intervista concessa nel 2018 alla vigilia della discesa in campo (la incontreremo ancora più avanti), racconta di aver guadagnato tra 150 e 200mila dollari per ogni ora di programma distribuito anche in Russia e negli altri Paesi ex Urss, e 30mila per ogni ora di programma distribuita solo in Ucraina. Abbiamo già accennato alle serate a ventimila dollari, e c’è chi ha calcolato che la troupe di Kvartal 95 (lo studio è controllato al 99% da Zelens’kyj e all’1% dalla moglie Olena), cresciuta fino a impiegare centinaia di attori, cantanti, ballerini e tecnici, riuscisse a produrne fino a duecento l’anno. E poi i diritti d’autore, i film, le partecipazioni speciali…

E gli investimenti, che spaziano dalla finanza pura a un’azienda di trasformazione del pesce, senza dimenticare l’immobiliare. Una villa in Italia, quindici stanze con giardino e piscina nei pressi di Forte dei Marmi. Un grande attico a Yalta, in Crimea11 . Tre appartamenti nel centro di Londra per un valore stimato in quasi otto milioni di dollari. Altri tre appartamenti nel centro di Kyïv. Non mancano gli status symbol tipici del nuovo ricco: due automobili, una Range Rover e una Mercedes, orologi Rolex, Piaget, Tag Heuer, Breguet e Bovet per lui, gioielli e diamanti Graff per lei. È brutto fare i conti in tasca alla gente, ma per Olena e Volodymyr Zelens’kyj sono iniziati gli anni del felice accumulo. I giornali registrano i loro molteplici trionfi e li acclamano come la coppia d’assi dello spettacolo. Nel gestire i capitali la coppia gode di un valido aiuto da parte di un paio degli amici della cara vecchia Kryvyj Rih: Serhiy Šefir, attore, sceneggiatore, regista, produttore, ma anche un abile spiccia-faccende che per Volodymyr rischierà anche la vita; e Ivan Bakanov, già amico d’infanzia e compagno di studi, un economista dalle competenze preziose. Quale sia il loro ruolo segreto, al di là delle funzioni pubbliche, salterà fuori nel 2021 grazie ai cosiddetti Pandora Papers. Per il momento mettiamo agli atti che, dopo anni di lavoro senza sosta e di guadagni senza pari, Zelens’kyj è pronto a cambiar pelle un’altra volta e a lanciarsi in una nuova avventura, non meno interessante e spericolata delle precedenti: l’incontro con Ihor Kolomojs’kyj. 

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