Utero in affitto e registro all’anagrafe. Avanti o indietro?

Sono avanti o indietro se dico che fra chi sostiene che anche i bambini delle coppie omosessuali devono essere registrati all’anagrafe e chi si dice contrario all’utero in affitto, io non scelgo, perché sono d’accordo con tutti e due?
E quindi con nessuno dei due, se diventa “guerra”, di religione.

È evidente che tutti i bambini devono avere gli stessi diritti. È evidente! Però, è ugualmente evidente, che i genitori che si presentano all’anagrafe per registrare un bambino nato, a pagamento, all’estero, nella pancia di una madre che smette di essere madre appena nasce suo figlio stanno raggirando una legge. Ma non mi importa della legge. Le leggi sono fatte per essere rifatte.

È, lo dico, l’utero in affitto, a costo di essere seppellito dagli insulti di chi è “avanti”, qualcosa che mi lascia interdetto. Non sono d’accordo. Aborro, direbbe quello. Io voglio correre “avanti”, ma più corro in quella direzione e più vedo l’abisso davanti a me. Non lo concepisco, non riesco. Rimango indietro, voglio rimanere indietro.

Non è un vuoto legislativo, come dicono alcuni. Non è la “società” che è avanti rispetto alla politica. Dov’è la politica? Non c’è la politica, è una guerra fra curve di ultras. È una guerra fra mezze ragioni. Ognuno vuole imporre la sua mezza ragione all’altro. Seppellendolo di insulti.

Lasciate in pace i bambini. Registrateli nonostante i loro genitori. Salvateli dai loro genitori e dagli “opinionisti” gonfi di sdegno, che ritengono sia “avanti” comprare un bambino nell’utero di una madre che smette di essere madre appena vede suo figlio. Anzi mentre nemmeno vede suo figlio nato.

 

Sergio Pizzolante – Imprenditore, già parlamentare nella XV legislatura

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