In un rovente pomeriggio di giugno a palazzo Mattei di Paganica, storica sede dell’Enciclopedia Italiana, lo storico Massimo Crosti ha presentato il suo libro Nitti, protagonista del Novecento.
Politico, economista, antifascista convinto e socialista della prima ora, Francesco Saverio Nitti entra a gamba tesa nelle pagelle del ‘900.
Barbagallo sottolinea infatti che “Se il teorico del liberalismo è stato Benedetto Croce, Nitti ne è stato indubbiamente praticante convinto”, come più volte ricordano nei loro studi Bobbio e Sartori.
Ma Nitti -fa notare Giuliano Amato– non è stato solo figura politica di primo piano, quanto esponente di quella critica al collettivismo proprio del Socialismo di cui era parte attiva e progressista, ampiamente trattata nella “Riforma Sociale”, testamento intellettuale del liberal-riformista. Il presidente emerito della Corte Costituzionale azzarda poi un parallelismo con Cavour, ribadendo come entrambi siano stati uomini di Stato con l’obiettivo di una ripresa economica della Nazione, in tempi diversi certamente, ma egualmente difficili.
A parlare dell’aspetto biografico dello statista ci ha pensato invece Stefano Rolando, che ne ha fatto emergere l’estrazione borghese e la nascita in un meridione arretrato dove a comandare erano le famiglie dei grandi latifondisti.
Non fu certo un caso, quindi, l’adesione partecipata di Nitti al meridionalismo, di cui fu strenuo difensore al fine di assicurare al Sud un posto a sedere al tavolo dei potenti.
La figura del Nitti antifascista è stata invece approfondita da Simona Colarizi, che ne ha rammentato l’esilio ventennale a Parigi come conseguenza del regime fascista.
Nitti, fermamente opposto al regime, si è proposto come naturale antagonista del Duce, che lo avrebbe condannato alla stessa sorte di Amendola e Matteotti laddove fosse rimasto in Italia.
Francesco Saverio Nitti è stato dunque un nobile servitore dello Stato, un coraggioso antagonista del ventennio ed un paladino del meridione.
Tuttavia, per scoprirne gli aspetti più intimi sarà utile leggere l’ultima avvincente fatica storiografica di Massimo Crosti.