
Umanesimo giudiziario e colonialismo digitale: tertium non datur?
Grande successo per il convegno organizzato dalla Camera Civile Salentina, svoltosi presso l’aula magna della Corte d’Appello di Lecce nel Febbraio 2025.
Grande successo per il convegno organizzato dalla Camera Civile Salentina, svoltosi presso l’aula magna della Corte d’Appello di Lecce nel Febbraio 2025.
Tradizione (tutta italiana ) vuole che le più importanti leggi dello Stato vengano varate dal Parlamento dopo un lungo lasso di tempo, travalicando legislature e governi, e ciò al fine di permettere al Paese di riflettere sui temi che formano le stesse, e raggiungere, così, una piena e matura consapevolezza sociale, utile a farle approvare. La giustizia – settore tanto delicato quanto bistrattato da certe deludenti novelle – non è esente da questo trend, soprattutto se una sua importante riforma, come quella annunciata dal ministro Nordio per la prossima primavera, ossia la separazione delle carriere dei magistrati, debba, necessariamente, importare un intervento “chirurgico” sulla Costituzione, inerente il C.S.M., principiando, in tal modo, ad ulteriori correttivi da porre a corredo della medesima. Ma siamo destinati a vedere Godot, la riforma non è più procrastinabile. C’è da augurarsi che questo governo non tradisca la fiducia degli italiani sul tema, e vanifichi, altresì, le aspettative dell’intera avvocatura, oggi, più che mai, ottimista e confortata dalla statura dell’inquilino di Palazzo Piacentini. Se guardiamo quali sono le funzioni dei giudici, sia giudicanti che requirenti, e l’importanza che queste rivestono nel nostro sistema costituzionale, allora non vi è chi non veda, e quindi, non si può non considerare, come la separazione delle carriere dei magistrati, in realtà, sia nella natura stessa delle cose, come non si tratti soltanto di un problema di c.d. “porte girevoli” ( oggigiorno, sempre meno tali, grazie ai passati interventi legislativi, si pensi ad es. alla c.d. “Riforma Castelli”), e che la mancata realizzazione di questa “summa divisio”, fin qui, abbia privato il nostro Paese di un servizio giustizia migliore ed avanzato. Un tema, quindi, che è solo apparentemente controverso, e addirittura, sono da ritenere superabili le critiche di coloro che reputano reale l’insidia di ritrovarsi, alla fine, con magistrati non più
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