Leggiadramente Alleniano con botto finale

UN COLPO DI FORTUNA , di Woody Allen

Woody Allen, nel suo cinquantesimo film, girato e Parigi e primo,  per l’attore, in lingua francese, si diverte a togliere la patina che riveste personaggi, relazioni, situazioni “reali”, attraverso il ruolo irriverente e solutorio giocato dal caso.  Ogni cosa e ogni persona sono presentati nel proprio rivestimento smagliante che nasconde le pulsioni e conferisce veste sociale, compostezza, luccichio, brillantezza all’esistenza.

 

 

 

 

Fanny, bellissima gallerista di successo, vive  sovrastata dalle attenzioni, dai regali preziosi, dagli agi  che il  marito Jean  le riserva.  Anestetizzata dalla luminosità dello scorrere dei giorni, si muove sorridente nel suo ruolo di moglie, tra l’ammirazione degli uomini e l’invidia delle rispettive consorti.

Jean, nella veste del marito perfetto, accecato dalla brama di denaro “che non è mai troppo”, incede tracotante tra gli affari e la bella vita coniugale che esiste nella misura in cui è esibita sul palcoscenico della mondaneità parigina.

Camille, mamma di Fanny, svampita iperattiva, passa la vita tra viaggi, sport e interessi plurimi, troppo interessata a vedere il mondo per guardare dentro gli occhi della figlia.

Un perfetto gioco artefatto fino a quando in un giorno normale su una strada normale Fanny non incontra per caso Alain, ex compagno di liceo, che sembra uscito dalle foto di fine anno scolastico di cui non si ricordano tutti i nomi, e che le confessa in modo banalmente normale di averla sempre amata senza riuscire a dirlo prima.

Alain è l’incompiuto rispetto agli arrivati. Sta provando a scrivere un romanzo, ha un matrimonio fallito e non ha ricostruito altro, ha una vita trascorsa in varie parti del mondo, un essere “nudo” che il caso fa scendere in campo,  cambiando gli schemi del gioco e costringendo Fanny  a guardare dentro sé stessa, Jean a guardare Fanny, Camille a guardare la figlia e il genero, Fanny a guardare il marito.

Così la girovaga svampita, da sempre ammaliata dal fascino e dalle virtù  dell’uomo che la figlia forse immeritatamente ha sposato, di colpo, casualmente nel posto giusto al momento giusto,  diventa la più assennata, capace di squarciare lo strato di parvenza e affrontare a muso duro la realtà.

Finchè il caso non gioca un altro tiro, il più forte, meno scontato, solutivo.

Woody Allen in “Un colpo di fortuna-Coup de chance” ripesca abbondantemente nella sua filmografia, richiamando i temi a lui cari delle contorte dinamiche di coppia, delle manie, delle ipocrisie, della fortuità degli eventi, della mano invisibile che dà le carte al destino.

Mixa tutto in modo leggero, non incisivo, non originale, ma piacevole, nello sfondo di una Parigi ingiallita dall’autunno come le cartoline dal tempo, ritratta in toni evanescenti da Vittorio Storaro.

Gli esterni scarni e puliti di Avenue Montaigne, intorno agli Champs-Élysées, dove i due vecchi compagni di liceo si incontrano, l’ampio respiro del Jardin du Palais Royal, dove, riprendendo il filo del tempo, gli ex studenti si ritrovano a mangiare un panino veloce, si scontrano con la pesantezza degli spazi chiusi, sontuosi, impeccabili, manieristici, girati in parte all’Hotel d’Heidelbach, nel complesso del Museo Nazionale delle Arti Asiatiche Guimet.

Fuori è tutto un’aria leggera, di attesa esistenziale, che diventa suspense sulla storia,  nella cornice di un bosco  dai colori crepuscolari della mezza stagione.Se è l’ultimo film di Woody Allen, non è quello per cui si lo ricorderemo.

Il piglio da osservatore sornione, scanzonato, fatalista è meno pregnante di quanto ci si aspettasse, un tono più in linea con l’età che non con il guizzo mentale del regista, un ritmo morbido con uno scatto improvviso nel finale, che riesce a salvare il film dal dejà vu.

Resta un’opera godibile, che trasporta in modo fluido lo spettatore,  lasciando una piacevole sensazione di conti in equilibrio, nella partita doppia che è la vita.

 

 

 

 

Titolo film:

Un colpo di fortuna – Coup de Chance (2023)

Thriller/Romantico

Principali attori:

Lou de Laage (Fanny)

Melvil Poupaud (Jean Fournier)

Valérie Lemercier (Camille Moreau)

Niels Schnaider (Alain Aubert)

Durata: 1 h e 33 m

 

Lucia Varra – Professore associato Università di Firenze. Organizzazione Aziendale e Gestione Risorse Umane. Delegata Relazioni Esterne e Trasferimento Conoscenze Imprese e Territorio- Giunta DISEI

 

 

 

 

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