Partendo da una recente Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sezione Tributaria n. 21560 del 31 luglio 2024 ci permettiamo in una riflessione breve e dal tratto meramente divulgativo affrontare un tema destinato a caratterizzare in modo rilevante l’approccio degli operatori economici italiani, sia sul versante delle imprese sia dei consulenti e professionisti in ordine all’applicazione delle norme fiscali. Il caso affrontato dai Giudici della Cassazione, in particolare, vede una società soccombere in tutti i gradi di giudizio rispetto ad un’opposizione ad un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate per omessa presentazione della dichiarazione dei redditi. Nel tentativo di difendersi, la società coinvolta nell’accertamento ha sollevato diverse eccezioni, sia di carattere formale sia sostanziale, tutte respinte dalla Corte di Cassazione. Appare utile ribadire il principio consolidato da convergenti provvedimenti pretori ma anche da autorevoli esponenti della dottrina per cui: “la responsabilità del contribuente per gli adempimenti fiscali non si esaurisce con l’incarico conferito a un professionista”. Anche quando il cliente-contribuente delega a terzi l’espletamento degli adempimenti fiscali, mantiene sempre e comunque un obbligo di vigilanza e controllo. Lo sgravio dalla responsabilità del contribuente riviene dalla prova della c.d. infedeltà del professionista incaricato. Andrà dimostrato che il professionista in contrasto alle disposizioni ricevute ha posto in essere una condotta fraudolentemente rivolta a dissimulare atti e/o fatti non adempiuti o comunque posti in essere in modo non conforme alle norme cogenti. L’analisi della citata sentenza permette di mettere in luce anche un’altra circostanza di particolare rilievo. La Suprema Corte ha confermato la legittimità dell’accertamento induttivo effettuato dall’Agenzia delle Entrate, basato su elementi indiziari, purché gravi, precisi e concordanti, nonché su una valutazione circa l’antieconomicità della gestione aziendale. Le implicazioni scaturenti dalla citata sentenza sono molteplici. Innanzitutto, emerge forte e chiaro un invito rivolto alla generalità dei contribuenti di prestare maggiore attenzione