Cultura

Molestie sul lavoro, affinare il sistema di monitoraggio

Non si è riflettuto abbastanza sul nesso tra molestie e corruzione, pure palese. Alcuni dati: ad oggi nel 2022 1.500 interventi per i casi di molestie nell’ambito industriale, quanti in tutto il 2021. Negli anni passati solo poche centinaia. Sono dati confortanti, che indicano che il monitoraggio comincia a funzionare

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Mondo

La guerra, la pace, la forza delle donne

“Solo i deboli vogliono e fanno la guerra”. Solo le donne sono capaci di costruire la pace perché sono forti. Perciò è necessaria una loro mobilitazione a tutti i livelli. La “virtuosa diversità” esemplificata in una scena: Putin e Macron seduti distanti ai lati opposti di un tavolo lunghissimo: “Due donne non si sarebbero mai sedute così”.

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Cultura

Le due culture, superare dualismi per un nuovo umanesimo che risarcisca le donne

Il presunto primato della cultura scientifica in contrapposizione alla cultura umanistica non solo  non aiuta, ma ripropone steccati e confini tra saperi che non corrispondono alle interrelazioni oggi necessarie. La grande lezione di Adriano Olivetti, visionario ma non utopista: per il cambiamento è indispensabile l’integrazione tra la cultura tecnico-scientifica e la formazione umanistica. La questione del “gender gap” nelle scienze STEM, tradizionalmente maschili.     Il pianeta che ci ha restituito la pandemia è più complicato da vivere di quello che abitavamo. La pandemia ha costituito il detonatore di contraddizioni e di disuguaglianze, riproposte acuite e prepotentemente esplose. L’ingenuo appellarsi alle magnifiche sorti e progressive dell’umanità, secondo le quali non poteva che andare tutto bene, ha rivelato ancora una volta la scarsa pregnanza rispetto alla vita reale.  La società gassosa, nel  proprio dilagare, non si fa imprigionare negli schemi conosciuti. Per chi avesse deciso di rimuovere le complicazioni del presente, si è incaricata la guerra, irrompendo prepotentemente, di rammentare che se vogliamo che tutto vada bene, o almeno che molto vada bene, occorre costruire percorsi adeguati per benessere, pace e democrazia, obiettivi raggiungibili solo con scelte personali responsabili e politiche pubbliche adeguate e coerenti a tutti i livelli. L’inedito presente richiede decisioni difficili, coraggiose, che pongano le condizioni per prendersi responsabilmente cura delle persone, delle comunità, della terra. Nulla di più ingenuo del fare ricorso a un banale scientismo, proiezione  di quel “andrà tutto bene sicuramente”, che auspica che si tirino fuori dalla cassetta degli attrezzi  impossibili soluzioni tecniche salvifiche e unanimemente condivise.  Non è così. Si impongono dilemmi etici, scelte alternative, necessità di farsi guidare da valori comuni ed imprimere direzionalità alle opzioni individuali e collettive. Scienza, tecnologia, filosofia devono concorrere nell’individuare soluzioni, sviluppare confronti e relazioni che aiutino a sperimentare le innovazioni e a correggere gli errori, ad ammetterli

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Politica

Riequilibrio di genere nei luoghi del potere, un equivoco da sfatare L’associazione ‘’Noi rete donne’’: non ci sono più alibi

Vi è un equivoco, difficile da svelare e confutare perché alcune errate informazioni sono ricorrenti per ciò che attiene al riequilibrio di genere nei luoghi di potere e alla previsione di specifici meccanismi o quote a vantaggio del genere meno rappresentato. L’informazione sbagliata ma, purtroppo, diffusa riguarda la presunta iperregolamentazione che diffonderebbe quote di genere in ogni direzione. Secondo tale valutazione, misure a sostegno della presenza quantitativa delle donne pioverebbero in ogni direzione, senza l’ombrello del merito che le consuetudini maschili del potere invece utilizzerebbero. Queste quote non derivanti dalle competenze e dai talenti favorirebbero dappertutto le donne in quanto tali. I detrattori delle politiche normative di contrasto alle discriminazioni possono tranquillizzarsi e dormire sogni tranquilli. Infatti, non è così. La vigente normativa di contrasto alle discriminazioni con quote quantitative riguarda solo le società quotate in borsa e le controllate pubbliche e ha dato inconfutabilmente ottimi risultati in termini di performance delle imprese. Altre normative specifiche interessano, a tutti i livelli, le sole assemblee elettive. Il nostro ordinamento e ‘invece del tutto privo di una normativa di carattere generale che riguardi le nomine e le designazioni pubbliche, sia nei luoghi decisionali che per quanto attiene alle consulenze. Mi riferisco alla normativa vigente, perché invece durante il periodo fascista il nostro ordinamento ha conosciuto e praticato una normativa generale riguardante l’impiego pubblico che mirava espressamente a proteggere le quote azzurre, ossia la presenza maschile, e a contenere la presenza delle donne, soprattutto marginalizzandole. E’ invece proprio quella norma che non c’è, coraggiosa e ad ampio spettro, con funzioni antidiscriminatorie nei confronti delle donne, che sarebbe indispensabile per attuare gli articoli 3,51 e 97 della Costituzione, dotando il paese delle competenze quantitative e qualitative delle quali ha bisogno  a tutti i livelli di governo. Occorrerebbe prevedere il 50 e 50 come attribuzione della

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