La ricostruzione storica non può diventare la sede per delegittimare quanto emerso nei tribunali, avvalorando col racconto tesi diverse da quelle dimostrate dai giudici. È l’appello lanciato dalla Associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica (Avdau) a seguito di quanto emerso dal convegno, tenutosi a Bologna, “La strage di Ustica. Storicizzare l’inconfessabile abbattimento di un aereo civile”, durante il quale è stata ribadita la convinzione che a causare lo schianto del DC-9 Itavia sia stata una battaglia aerea tra caccia di diverse nazioni.
Nel corso del suo intervento a Bologna, infatti, Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime, ha ribadito: “La verità giudiziaria in parte esiste, il Dc-9 è stato abbattuto nell’ambito di un episodio di guerra aerea. Ma mancano ancora gli autori materiali. La magistratura non riesce a trovare ancora chi ha potuto abbattere un aereo civile in tempo di pace. Pensate che paese che siamo”. L’intervento della presidente Bonfietti riguardava anche il richiamo alla necessità di proseguire la collaborazione con Palazzo Chigi per garantire piena applicazione della cosiddetta “direttiva Renzi” sulla declassificazione degli atti relativi alle stragi.
Avdau ha però contestato con fermezza la ricostruzione di una presunta “battaglia aerea”. “Su Ustica non c’è alcuna verità inconfessabile, perché nessuno può confessare una battaglia aerea mai confermata da alcun dato oggettivo”, afferma l’associazione, richiamando le conclusioni della Corte d’Assise d’Appello di Roma del 2005, confermate in via definitiva dalla Cassazione: “Nell’ora e nel luogo del disastro non vi erano velivoli di alcun genere. Tutto il resto è fantapolitica o romanzo”. Come sottolineato da Giuliana Cavazza, presidente di Avdau: “Se si fosse tenuto conto di questo per indirizzare le indagini in un’altra direzione, forse oggi saprei chi ha causato la morte di mia madre e delle altre ottanta persone a bordo quella tragica notte”.
Le affermazioni di Bonfietti fanno riferimento probabilmente al forte contrasto che c’è tra quanto emerso in sede penale, che ha respinto la tesi della battaglia aerea, e civile, che invece l’ha data per dimostrata ma senza tener conto delle sentenze penali e senza aver condotto istruttorie nel merito.
“Sostenere che la giustizia avrebbe consegnato alla storia la battaglia aerea significa delegittimare magistrati e tribunali che in sede penale hanno respinto le ipotesi accusatorie”, aggiunge Gregory Alegi, vice presidente di Avdau. Nessuno dei temi alla base della narrazione della battaglia aerea è mai stato confermato nel giudizio penale. “Lo spostamento dell’accertamento della verità dal piano penale, con rigorose procedure di verifica, a quello mediatico, con convegni senza contraddittorio, dimostra la fragilità dell’ipotesi della battaglia aerea. Anche per questo – continua Alegi – fu la stessa accusa a chiedere il proscioglimento di due dei quattro imputati, la cui assoluzione nel merito è incontestabile”.




