Voci Parlamentari, parla l’on. Lucrezia Benedetta Mantovani

"Un Parlamento pigro ha preferito bloccare una riforma necessaria, la proposta di riforma presidenzialista dell’on. Meloni". Il governo Draghi finora ha chiesto 50 volte il voto di fiducia. Sul Pnrr non c’è stata alcuna possibilità di dialogo in Parlamento, è stato presentato a scatola chiusa. Serve una legge elettorale che metta al centro la rappresentanza democratica dei territori.

Politica

Prosegue l’ascolto di BeeMagazine delle “voci” dei singoli parlamentari che ci illustrano il loro impegno legislativo e rispondono ad alcune domande sulle prospettive della prossima legislatura

L’on. Lucrezia Maria Benedetta Mantovani è deputata di Fratelli d’Italia dal 2019, essendo subentrata all’on. Guido Crosetto. In un certo senso, politicamente è figlia d’arte. Suo padre è Mario Mantovani, più volte senatore ed eurodeputato,e vicepresidente della regione Lombardia. L’on. Mantovani è laureata in Scienze linguistiche all’Università Cattolica, di professione imprenditrice.  È capogruppo nella commissione permanente Politiche  dell’unione Europea.

Secondo i dati di open polis, è tra le più presenti dei deputati ( 91%  delle sedute), è co-firmataria di 47 proposte di legge, di varie decine di interrogazioni, una parte delle quali le ha presentate in prima persona.

La legislatura è agli sgoccioli. Quale provvedimento secondo lei dovrebbe assolutamente essere approvato in questi mesi che sono rimasti?

All’emergenza pandemica è subito succeduta quella connessa alle conseguenze economiche della guerra in Ucraina.  Famiglie e imprese stanno subendo le ricadute negative di una congiuntura economica difficile che sta infliggendo colpi durissimi a interi settori. L’Italia vanta – purtroppo – un record poco lodevole: la pressione fiscale più pesante d’Europa. Ebbene è su questo che bisogna intervenire, lo Stato deve dare fiato al nostro tessuto economico e sociale e questo passa da una riduzione delle imposte. Parlo delle tasse che interessano le famiglie, ma anche quelle sulle imprese; se intervenissimo in questo ambito sarebbe un bene per tutto il Sistema Paese.

Con il nuovo Parlamento più ridotto secondo lei il lavoro del parlamentare sarà facilitato e più snello o sorgeranno ugualmente problemi?

Il mandato parlamentare va condotto con serietà, avendo contezza dell’importanza che questa carica possiede. Dare risposte ai cittadini e alle imprese è fondamentale e nella prossima legislatura richiederà più impegno per garantire di rappresentare al meglio i temi cari al territorio e d’interesse per la nazione.

Quale provvedimento, dal suo angolo visuale, le risulta il più importante tra quelli approvati in questa legislatura?

Il Pnrr lo è per i volumi delle risorse, per i temi interessati e per il periodo sul quale dovrà operare. Ma permettetemi di fare un appunto, come ha più volte sottolineato la nostra Presidente Giorgia Meloni, il Piano italiano è stato portato in Parlamento senza alcuna possibilità di confronto. Praticamente a scatola chiusa.

Un gesto che ha escluso qualsiasi possibilità di dialogo su un provvedimento che condizionerà la nostra Nazione e che deciderà le sue sorti nei prossimi decenni.

Penso però sia utile anche aprire una parentesi su un provvedimento che non è stato approvato dal Parlamento: quello sul presidenzialismo. La proposta di legge a prima firma Meloni è stata affondata da un Parlamento pigro che – seppur conscio della necessità di riformare le nostre istituzioni – ha preferito bloccare una PdL necessaria. Volevamo portare a compimento una vera ristrutturazione del nostro sistema, ci è stato impedito da chi evidentemente non se la sentiva di dover attribuire a Giorgia Meloni il merito di aver cambiato il Paese stando comunque all’opposizione Un epilogo in cui è l’Italia a uscirne sconfitta.

C’è una cosa, ne indichi almeno una, o più, che si dovrebbe fare per rendere più funzionale il Parlamento?

Penso che si debbano coinvolgere maggiormente le categorie, i vari portatori d’interessi nei settori coinvolti dai vari provvedimenti. La pandemia ha insegnato quanto sia importante ascoltare i corpi intermedi per confrontarsi e comprendere le diverse sensibilità.

Cosa pensa della pratica ormai abusata del ricorso frequentissimo al voto di fiducia da parte del governo e all’uso dei maxi emendamenti?

La nostra architettura parlamentare è complicata, è vero. Tuttavia è doveroso sottolineare che parte delle inefficienze sono dovute all’abuso dell’istituto della fiducia parlamentare. Ad oggi il governo Draghi ha posto ben 50 questioni di fiducia, un numero altissimo che si traduce in altrettante giornate di lavoro parlamentare andate perse. Una strategia che la maggioranza sta portando avanti per non fare emergere le proprie contraddizioni, una scelta che non fa certo un buon servizio all’interesse nazionale

Quale legge elettorale ritiene la più auspicabile per le prossime elezioni?

Una legge elettorale che metta al centro la rappresentanza democratica dei territori, che non sia costruita sulla base del mantenimento dello status-quo. La governabilità della Nazione passa anche dalla composizione delle Camere, dalla capacità di rispecchiare il voto degli italiani. Serve un governo con un programma chiaro e una forte legittimazione democratica.

 

Redazione

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