Verso l’indipendenza energetica: limiti e vantaggi dell’energia geotermica

È un dato di fatto. La guerra in Ucraina ha mostrato quanto siamo dipendenti dall’estero dal punto di vista energetico. Eppure, è possibile invertire la rotta. E puntare sulle energie rinnovabili. Usando i fondi del famoso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per gli amici PNRR. Tra le diverse forme di energia, c’è quella geotermica. In sostanza funziona così: si prende il calore da sottoterra e lo si usa per produrre energia elettrica o per riscaldare il Parlamento Europeo, Parigi o, anche, casa nostra. Perché, al contrario di quanto pensiamo, è l’Italia il leader europeo dell’energia geotermica.

I vantaggi della geotermia

Uno di questi è che si trova ovunque. Già tra i 5 e i 500 metri, proprio sotto i nostri stessi piedi, inizia a esserci calore. Per di più, a temperatura costante. Certo, bisogna andare più in profondità affinché possa essere usato come energia. Ed è pur vero che in ogni parte del mondo non ce n’è in ugual misura. Per cui, ci sono luoghi in cui è possibile usare questo calore per produrre energia, e altri no. Dipende da dove ci si trova. Questa, almeno, è l’opinione del segretario generale del Consiglio europeo dell’energia geotermica, Philippe Dumas riportata in un articolo della rivista europea “Cordis”. Secondo Dumas, per produrre energia la temperatura di questo calore deve superare i 110° C. Altrimenti, bisognerà usare una pompa di calore. Come spiegato da Assoclima – Associazione dei costruttori di Sistemi di Climatizzazione – è una macchina che permette di riscaldare o rinfrescare un ambiente, come la propria casa. Questo permette di avere due vantaggi: bolletta meno salata e aria meno inquinata.

I limiti

Ma allora, perché non usiamo di più questa energia? Secondo Dumas, è perché a volte non c’è spazio per gli impianti di trivellazione e di pompe di calore. In qualsiasi città in cui ci troviamo, ora la presenza della scuola, ora quella di un supermercato, ora quella di un monumento, ora quella di un parco, ora quella di casa nostra, a volte manca il luogo fisico dove metterli.

Poi, c’è il fatto che molti ignorano che c’è tanta energia geotermica che si può usare. E che tante città europee sono alimentate dalla geotermia. Infatti, siccome non la si vede – perché sta sottoterra – si crede che questa energia non ci sia affatto. O che ce ne sia molto poca.

E, infine, i soldi. Ce ne vogliono parecchi per realizzare impianti di questo tipo. Almeno all’inizio. Eppure, secondo Dumas, è un falso problema quello dei quattrini. Infatti, man mano che scorre il tempo i costi operativi diventano pari a zero.

Il progetto GEORISK

A tal proposito, c’è un progetto europeo, ora conclusosi, il cui scopo è incentivare l’uso della geotermia, riducendone i rischi. È GEORISK. Si tratta di un progetto di ricerca che ha coinvolto i Paesi maggiormente produttori di energia geotermica (come Germania, Turchia e Polonia), insieme ad aziende, associazioni, e altri soggetti legati a questa energia. Con tale piano, coordinato dal segretario generale Dumas, si è cercato di capire se un progetto geotermico può essere utile o no per produrre energia. E se la trivellazione del terreno possa provocare rischi tecnici, geologici ed economici come l’esaurimento del calore nel medio periodo. O, addirittura, la scoperta che il calore non c’è dopo aver trivellato il terreno. Come spiegato sul sito del progetto, ci sono altri rischi. Vuoi perché chi sviluppa i progetti geotermici non conosce bene quel che c’è sotto i nostri piedi. Vuoi perché la tecnologa a volte è vecchia. Vuoi perché i progetti costano molto. GEORISK ha catalogato questi e altri rischi in un apposito registro online. Questo per capire in anticipo quali siano, in modo da tenerne conto al momento della stesura dei progetti geotermici. Perché bisogna ridurli– come si apprende dal report finale GEORISK – per realizzare importanti progetti. Ed è proprio quello che stanno facendo Paesi come la Germania. Che ha promesso di finanziare le reti di riscaldamento scontandole fino al 40%. E la Turchia, che ha presentato due bandi per rendere meno costosi i progetti di energia geotermica. La Polonia non è da meno. Infatti, ha in programma di creare, entro il 2040, un fondo assicurativo ad hoc contro i rischi geotermici.

Energie della pace

Fare leva sulla geotermia ha, dunque, dei rischi da considerare. Ma gli strumenti per affrontarli ci sono. Senza dimenticare che percorrere questa strada dell’energia pulita – compresa quella geotermica – contribuirebbe, anche, a mettere fine alla guerra in Ucraina. E a molte altre. Almeno, questo è quanto affermato dal presidente di Legambiente Stefano Ciafani.

 

 

L’energia geotermica, fra vantaggi e svantaggi

 

 

Dario PortaccioGiornalista

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