Sergio Romano e il Dr. Stranamore. L’opinione di Bianconi

Per l’on. Maurizio Bianconi, le recenti dichiarazioni del Presidente del Comitato Militare della Nato sono un segnale di possibile escalation tra Nato e Russia, una posizione che favorirebbe gli interessi Usa, indebolendo il ruolo dell’Europa

“La Nato sta valutando un attacco preventivo contro la Russia in risposta agli attacchi ibridi”. Se avesse parlato Donald Trump in uno dei suoi calcolati deliri, poco male. Ancora meno se la frase fosse scappata a qualche estremista atlantista o a un politico desideroso di stupire. Se invece il dichiarante è quello che ha dichiarato, la questione è di una gravità con pochi o nessun precedente.

Se c’è un capo militare italiano che gode credito e stima nel mondo e in patria costui è l’ammiraglio GiuseppeCavoDragone, il dichiarante. La sfilza di decorazioni e riconoscimenti nazionali e internazionali, gli incarichi ricoperti in mare, in cielo e dietro le scrivanie delle posizioni più strategiche e di comando ne attestano la universale credibilità. Legato agli Usa, in contatto permanente con le forze armate Nato, ne è divenuto Presidente del Comitato Militare, con sostegno unanime. Da escludere che la dichiarazione non sia stata preparata e autorizzata parola per parola e nel tono perentorio. Più probabile ancora che abbia eseguito un ordine. Il disvelamento dell’intima natura della Nato, forse non aveva bisogno di una conferma così eclatante, simile alla desecretazione organizzata di un dispaccio riservato sui disegni dell’Alleanza.

Sergio Romano è un profondo conoscitore della geopolitica, dei panorami internazionali, in particolare di Russia e Usa. Egli ha espresso più volte critiche significative alla Nato, definendola un’organizzazione politico-militare fatta per la guerra, non per la pace. Tra le sue posizioni principali vi è l’idea che la Nato andasse sciolta cessata la Guerra Fredda e che l’allargamento verso est abbia accresciuto le tensioni con la Russia. Inoltre che queste situazioni siano state un danno per l’Europa occidentale ma rispondano agli interessi americani. Ha anche sottolineato come la Nato abbia sempre bisogno di un nemico. Romano nel 2018 ebbe a dire: “Gli Usa hanno accolto nella Nato tutti i Paesi fino alle vecchie frontiere dell’Unione sovietica, e oltre e avrebbero fatto lo stesso con la Georgia e l’Ucraina. La Nato è un’alleanza con un esercito permanente e un comando militare americano che si preparano alla prossima guerra, il nemico è la Russia”.

Le parole del novello dr. Stranamore gettano in un colpo solo in stato di pre-belligeranza l’Europa intera. Ma non domani. Subito. E hanno designato come nemico (non avversario o competitor) degli Stati europei la Federazione russa , potenza imperiale e nucleare, in più confinante e stato più esteso al mondo. Questi i termini nudi e crudi della questione. Vladimir Putin risponde con un terrificante: “Siamo pronti a combattere”.

Nel mentre come un don Abbondio “che se tornava bel bello dalla passeggiata” in pieno clima surreale, qua il governo, il parlamento l’opposizione litigano sulla partecipazione alla kermesse monstre del Fdi, sul correntone Pd, sul ponte sullo Stretto.

La pre-dichiarazione di guerra Natoalla Federazione Russa è funzionale alle mire americane. Allarga il solco fra Federazione russa e Paesi europei, adesso nemici a tutto tondo in pieno allarme rosso sempre più difficilmente riavvicinabili sia per questioni politiche che economiche. A tutto vantaggio degli Usa sempre più riferimento politico obbligato e fornitore d’energia e di sbocchi di mercato per l’Europa. Diviene irreversibile la scelta Usa dell’estensione a est delle forze armate, favorendo la strategia Nato di accerchiamento della Federazione russa.
Si rafforza l’idea del nemico assoluto, must nella filosofia Nato e americana. Gli stati europei subordinati e svenati da dazi e costi energetici, sono impediti a svolgere la loro funzione naturale di mediatori fra potenze. In più sono obbligati a spendere in armamenti sia per sé che per l’Ucraina in una sorta di giroconto dove chi spende è l’Europa chi incassa gli Usa.

Ulteriore beneficio per gli Usa è che la drammatizzazione del quadro fa sì che Zelensky si senta così indebolito dal venir meno europeo da ritenere impossibile resistere, con contestuale apertura dei varchi di intesa fra Usa e Russia e destino di irrilevanza nel panorama mondiale per gli stati europei. Conferma della frase abusata di Kissinger: “Essere nemici degli americani può essere pericoloso. Essere loro amici è sicuramente mortale”.

Esame quasi elementare, che rende ancor più apparentemente inspiegabile il silenzio-assenso del governo, del Presidente della Repubblica, dell’opposizione e delle istituzioni. Tutti insieme appassionatamente contro il buonsenso e l’interesse nazionale, in piena sindrome gregaria. Fino alla morte. E non per dire.

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