Italia e Giappone, ecco la grande sfida culturale del Ministro Tsukasa Hirota

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Il Giappone guarda all’Italia con grande interesse, e soprattutto con la consapevolezza che le bellezze dei due Paesi sono così importanti  e così suggestive da potersi integrare e diventare motivo di veri e propri gemellaggi culturali tra regioni, territori, città e periferie.

È questa la certezza che dichiara senza mezzi termini il numero due dell’Ambasciata giapponese a Roma, il Ministro Tsukasa Hirota, Vice-Capo Missione dell’Ambasciata Nipponica in Italia, un diplomatico di grande esperienza internazionale che ancora giovanissimo ha il carisma di un diplomatico di lunga e vecchia tradizione.

Poi il rappresentante giapponese ha una seconda certezza, e cioè che il Giappone è in grado di riaprire i suoi confini bloccati dalla pandemia e di poter ospitare tantissimi italiani nelle proprie città dove molte delle nostre tradizioni- dice il Ministro Hirota– sono comuni e dove il made in Italy è considerato un’eccellenza di primissimo ordine. Un invito, dunque, a riscoprire il Giappone, a scegliere il Giappone come meta dei propri viaggi di piacere, e a farlo con la consapevolezza che parliamo di un Paese assolutamente tranquillo, ospitale e ricco di tradizioni anche culinarie e ideali per gli italiani.

Tutto questo il Ministro giapponese Tsukasa Hirota lo racconta ai suoi ospiti in uno dei ristoranti della Roma imperiale, a due passi dal Panteon e alle spalle di Piazza  Navona, alle prese con primi piatti che sanno di trofie alla leccese, e di arrosti tipicamente romani, seguito e assistito in questa sua missione culturale “fuori dalle mura” dal Terzo Segretario d’Ambasciata Haruka Kobayashi, membro dell’ufficio politico dell’ambasciata e soprattutto a attenta analista di temi e di dossier italian.  Frutto tutto questo, immaginiamo, della sua brillante esperienza trascorsa all’Università per Stranieri di Perugia.

Una semplice colazione di lavoro tra un addetto d’ambasciata e un gruppo di giornalisti italiani?

Forse, ma sarebbe riduttivo raccontare così il nostro incontro con il Ministro Hirota. In realtà dalle cose che il numero due dell’ambasciata di Tokio a Roma ci dice si coglie invece il tentativo di capire meglio qual è oggi lo stato di salute del nostro Paese, e farlo con analisti che conoscono bene la politica italiana, come un veterano della stampa parlamentare, Mario Nanni, e il Direttore dell’Agenparl, Luigi Camilloni, o con lo stesso Carlo Giacobbe che per conto dell’ANSA ha girato e conosciuto mezzo mondo.

Di una cosa, comunque, il numero due dell’ambasciata giapponese a Roma si dice fiero, ed è la presenza in Italia di migliaia di cittadini giapponesi che con il proprio impegno quotidiano e le proprie imprese, talvolta piccolissime, hanno contribuito a risollevare la crisi che attraversa il nostro Paese. Una crisi endemica, molto più pesante di certi altri Paesi, e a cui il mondo guarda con attenzione perché l’Italia per certi versi è ancora “il cuore del mondo mediterraneo”, una posizione e un ruolo strategico nello scacchiere internazionale dei grandi mercati e dei grandi distributori e produttori di risorse.

Luigi Camilloni gli pone la domanda forse più insidiosa e che riguarda la guerra in corso tra Russia e Ucraina, ma il ministro Hirota non si concede a nessuna mediazione possibile.

“L’aggressione della Russia all’Ucraina – afferma – è una violazione evidente del diritto internazionale e si tratta di una minaccia per l’intera comunità internazionale. La comunità internazionale, compresi Italia e Giappone, deve agire con fermezza per non dare implicazioni sbagliate in altre regioni del mondo. L’anno prossimo la presidenza del G7 spetterà al Giappone e l’anno successivo all’Italia. Qualunque sia il governo dopo le elezioni, il Giappone desidera rafforzare le relazioni con l’Italia e lavorare insieme sulle varie questioni che la comunità internazionale deve affrontare”.

La sola “leggerezza” che il numero due dell’ambasciata giapponese a Roma si concede è una foto tutti insieme, la classica foto di gruppo, lui in maniche di camicia e con questo suo sorriso disarmante e coinvolgente da uomo di mare, più mediterraneo di tutti noi altri, e in questo anche più occidentale di ognuno dei suoi interlocutori. La magia della diplomazia è anche questo, però.

Chi è il ministro Hirota: un profilo di alto livello professionale e internazionale

Proviamo ad approfondire i dati che abbiamo su di lui e scopriamo di avere a che fare con uno dei diplomatici giapponesi più “interessanti di questo secolo”.

52 anni appena compiuti, sposato e padre di una bambina, il ministro Tsukasa Hirota è un diplomatico di carriera con conoscenze ed esperienze diffuse in quasi tutti i campi della diplomazia straniera. È entrato a far parte del Ministero degli Affari Esteri del Giappone nel 1992 e successivamente si è laureato in Studi sull’Asia orientale presso la Yale University. Ha ricoperto vari incarichi all’estero, tra cui all’Ambasciata del Giappone in Canada (capo della sezione politica), all’Ambasciata del Giappone in Indonesia (sezione del capo dell’amministrazione) e all’Ambasciata del Giappone in Australia (capo della sezione economica). A Tokyo, ha lavorato nei settori della sicurezza nazionale, dell’analisi dell’intelligence, delle Nazioni Unite e della non proliferazione, oltre a ricoprire il ruolo delicatissimo di Funzionario di Stato Maggiore per le operazioni JASDF. Dunque, un’eccellenza nipponica di alto livello professionale.

Dopo i successi conseguiti in seno al Vertice Umanitario Mondiale del 2016 come Direttore della Divisione di assistenza umanitaria e soccorso di emergenza, il numero due dell’ambasciata giapponese a Roma è stato quindi mandato a Hong Kong come Vice Console Generale nel 2017. Durante il suo mandato, ha ampliato intensamente gli scambi tra Hong Kong e il Giappone nei settori dell’economia, dell’istruzione e degli scambi culturali, oltre a fornire servizi consolari durante le prolungate turbolenze sociali nel 2019 e la crisi COVID-19 ancora in corso. Per la storia diplomatica giapponese risulta essere anche consulente psicologico professionale, dopo una laurea brillantissima conseguita presso la Facoltà di arti liberali, alla The Open University of Japan, Cattedra appunto di psicologia.

 

Pino Nano – Giornalista, Già capo redattore centrale della Rai

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