Presidente Meloni, Giovanni Paolo II e (il negletto) Lord Acton

Puntualizzazioni di un liberale orgoglioso

Come d’uso, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha infiocchettato il discorso programmatico alle Camere con citazioni e riferimenti da servire come fondale ideologico della rappresentazione.

I passi sono stati variamente significativi e le personalità variamente importanti. Da due Papi, nientemeno, in giù.

Avventurarsi nel pelago delle citazioni è sempre pericoloso, per troppe ovvie ragioni. Chi ha detto cosa non è sempre verificabile e, in certi contesti, è pure inutile, perché la citazione vale in sé, non per l’autore.

Del “laico” Montesquieu, il presidente Meloni ha riportato la massima che “la libertà è quel bene che fa godere di ogni altro bene”. Appartenga oppure no al barone de Secondat, essa è così profonda che sta bene dappertutto nei discorsi politici e soprattutto esprime al meglio il pensiero di quel Grande che tanto ha contribuito a fondare la “libertà dei liberali”. Averla citata, è un ottimo tentativo di accreditarsi.

Il presidente Meloni ha richiamato anche un episodio privato: “Nel giorno in cui il nostro Governo ha giurato nelle mani del Capo dello Stato ricorreva la memoria liturgica di Giovanni Paolo II, un Pontefice, uno statista, un Santo che io ho avuto l’onore di conoscere personalmente. Mi ha insegnato una cosa fondamentale della quale io ho sempre fatto tesoro. “La libertà -diceva- non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve”.

Orbene, non per pignoleria, ma per l’amore infinito verso quella “libertà dei liberali” di cui Lord Acton ha incarnato il filone del liberalismo etico, ardisco di insinuare che la citazione del presidente Meloni sia tre volte inesatta: come attribuzione, come citazione, come traduzione.

La citazione che il presidente Meloni accolla a Sua Santità è farina del sacco di un grande cattolico, Sir John Emerich Edward Dalberg-Acton, comunemente conosciuto come Lord Acton.

Il testo esatto, purtroppo storpiato da qualche sito internet, suona “Liberty is not the power of doing what we like, but the right of being able to do what we ought”, forse da tradurre meglio “La libertà non è il potere di fare ciò che ci piace, ma il diritto di poter fare ciò che dobbiamo”.

Da ultimo, ma non per importanza, ogni amante della “libertà dei liberali” tende a compiacersi che un Papa santo abbia condiviso, a quanto riferito, la potente massima della quale il presidente del Consiglio soggiunge di “aver fatto tesoro” nella vita come insegnamento “fondamentale”.

 

Pietro Di Muccio de QuattroDirettore emerito del Senato, Ph.D. Dottrine e istituzioni politiche

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