Corradino (Fondazione Carispezia): “Investire nel sociale costruisce il futuro”

“Investire nel sociale è costruire futuro”. Andrea Corradino e la visione di Fondazione Carispezia per una filantropia che moltiplica valore

Da trentacinque anni, le fondazioni di origine bancaria, come Fondazione Carispezia, sono una delle infrastrutture più solide del sistema-Paese: non semplici erogatori, ma attori di sviluppo capaci di attivare reti, accompagnare processi e generare innovazione sociale là dove i bisogni sono più urgenti. Dalla loro istituzione a oggi hanno erogato oltre trenta miliardi di euro attraverso quasi 500mila iniziative; le risorse discendono dagli utili dei patrimoni investiti che, complessivamente, superano i quaranta miliardi di euro. Un circuito virtuoso che traduce rendimenti in valore pubblico, con impatti misurabili su comunità, istituzioni e terzo settore.

Nel 2024 la traiettoria si è confermata: secondo il XXX Rapporto ACRI, l ‘Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa, l’attività erogativa ha superato 1,09 miliardi di euro per 22.299 progetti in tutta Italia (importo medio circa 49 mila euro), con netta prevalenza delle erogazioni annuali rispetto alle pluriennali. È lo specchio di un impegno capillare e programmato, orientato ai risultati e alla sostenibilità nel medio-lungo periodo.

Il quadro trova un naturale momento di riflessione nella giornata europea delle Fondazioni e dei donatori, celebrata ogni anno il 1° ottobre: un invito a considerare la filantropia istituzionale come infrastruttura civile che unisce pubblico e privato, cittadini e territori.

Le Fondazioni di origine bancaria sono il principale sostenitore del volontariato: alimentano ogni anno il Fondo unico nazionale (Fun) che finanzia stabilmente tutti i Centri di servizio per il volontariato (Csv), secondo le regole del Codice del Terzo settore e sotto l’amministrazione dell’Organismo nazionale di controllo.

Dentro questa geografia nazionale si colloca Fondazione Carispezia, che da oltre trent’anni opera nella provincia della Spezia e in Lunigiana con una regia attenta e concreta: bandi tematici per stimolare progettualità condivise; progetti propri per rispondere a bisogni specifici o sperimentare modelli innovativi; partnership strategiche per moltiplicare impatto e sostenibilità. L’obiettivo dichiarato dalla Fondazione è “creare un circolo virtuoso in cui ogni progetto diventi occasione di crescita collettiva”, trasformando risorse in opportunità e relazioni in capitale sociale. In quest’ottica si inseriscono anche gli investimenti correlati alla missione, dall’Housing Sociale alle strutture Luna Blu e Sant’Anna Hostel, dove inclusione, lavoro e autonomia diventano strategia di sviluppo locale, dal Festival della Mente al rilancio del CAMeC. Ne abbiamo parlato con il presidente di Carispezia e componente dell’esecutivo di Acri, Andrea Corradino.

Le fondazioni bancarie sono un volano sociale, culturale ed economico per il Sistema Paese. Ma come operano concretamente nei vari territori?

Le Fondazioni di origine bancaria rappresentano oggi una delle infrastrutture più rilevanti per il sostegno allo sviluppo sociale, culturale ed economico dei territori. Il loro ruolo è diventato sempre più strategico, soprattutto in contesti locali caratterizzati da risorse pubbliche limitate e da sfide sociali sempre più complesse. Non si tratta semplicemente di soggetti erogatori di contributi, ma di veri e propri attori dello sviluppo capaci di creare reti, accompagnare processi di cambiamento e promuovere innovazione, contribuendo a rendere le comunità più resilienti, coese e consapevoli delle proprie risorse.

Fondazione Carispezia, da oltre trent’anni, opera nel territorio della provincia della Spezia e della Lunigiana supportando le istituzioni, le organizzazioni del Terzo settore, le imprese e i cittadini nella costruzione di progetti comuni. L’attività si realizza attraverso diverse modalità: bandi tematici, che stimolano la progettualità e la collaborazione tra soggetti locali; progetti propri, in collaborazione con soggetti pubblici e privati, nati per rispondere a bisogni specifici o per sperimentare modelli innovativi; e partnership strategiche, che permettono di moltiplicare l’impatto e la sostenibilità degli interventi. La Fondazione, inoltre, svolge un ruolo di ascolto e di accompagnamento del territorio con l’obiettivo di creare un circolo virtuoso in cui ogni progetto diventi un’occasione di crescita collettiva, rafforzando le capacità del territorio di affrontare i cambiamenti e di esprimere pienamente il proprio potenziale.

In tutti questi ambiti e all’interno dei propri settori di intervento – welfare, volontariato, cultura, formazione, sport e salute pubblica – la Fondazione trasforma le risorse in opportunità concrete, favorendo la collaborazione tra diversi attori e generando un valore duraturo, fatto di competenze, relazioni e fiducia reciproca, capace di sostenere uno sviluppo inclusivo e sostenibile.

Fondazione Carispezia in questi anni è molto cresciuta e con circa trecento milioni di euro di patrimonio è oggi una realtà di rilievo nel panorama delle Fondazioni. Quali sono state le vostre politiche di investimento?

Negli anni Fondazione Carispezia ha registrato una crescita significativa, e questo aumento patrimoniale, in gran parte legato alla crescita degli asset bancari, ha rafforzato la capacità della Fondazione stessa di sostenere progetti di impatto sociale, culturale ed economico sul territorio. In particolare, la buona gestione della banca conferitaria – Carispezia – ha consentito alla Fondazione di ottenere un importante aumento di valore della propria partecipazione.

In un contesto economico e finanziario segnato da incertezze e fragilità, la Fondazione continua a perseguire una strategia di investimento prudente e diversificata, con particolare attenzione alla gestione dei rischi e agli aspetti legati alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance. L’obiettivo è garantire solidità nel medio-lungo periodo, preservando il valore del patrimonio e assicurando risorse stabili per le attività e i progetti della Fondazione.

Oltre agli investimenti finanziari tradizionali, grande attenzione viene riservata agli investimenti correlati alla missione, ossia interventi pensati per generare valore sociale ed economico per il territorio, senza finalità di rendimento immediato. Tra questi si inseriscono iniziative come l’Housing Sociale e le strutture turistico-ricettive Luna Blu e Sant’Anna Hostel, gestite da cooperative che coinvolgono direttamente giovani con autismo e le loro famiglie. Tali progetti, monitorati nel tempo, rappresentano esempi concreti di come il patrimonio della Fondazione possa essere utilizzato per creare impatti duraturi e benefici per la comunità.

Fra le iniziative culturali che sostenete c’è il Festival della Mente: un appuntamento fisso di rilievo nazionale. Che ruolo attribuisce alla cultura nello sviluppo di una comunità e nella costruzione di coesione sociale?

La cultura, per Fondazione Carispezia, è una dimensione strategica dello sviluppo: non solo espressione artistica, ma motore di crescita individuale, collettiva e civica. Attraverso la cultura una comunità si racconta, riflette su sé stessa e costruisce senso di appartenenza. È anche uno strumento di coesione sociale, perché favorisce il dialogo tra generazioni e la partecipazione attiva alla vita del territorio.

Il Festival della Mente, promosso dalla Fondazione con il Comune di Sarzana e la direzione di Benedetta Marietti, ne è un esempio emblematico. In ventidue anni ha trasformato Sarzana in un laboratorio di idee e confronto, coinvolgendo l’intera comunità — istituzioni, scuole, librerie, ristoratori, strutture ricettive e volontari. Una ricerca del professor Guido Guerzoni sull’impatto economico dei festival di approfondimento culturale, commissionata da Fondazione Carispezia, ha indicato che il Festival della Mente genera un effetto moltiplicatore pari ad almeno sette volte l’investimento iniziale, con significative ricadute su accoglienza, ristorazione e commercio: una conferma del ruolo della cultura come leva di sviluppo economico e di attrattività territoriale.

L’importanza di creare sinergie pubblico-private per obiettivi comuni e di forte impatto emerge anche nella collaborazione con il Comune della Spezia per il rilancio del CAMeC – Centro d’Arte Moderna e Contemporanea. Grazie a un progetto condiviso, il museo ha ritrovato una chiara identità culturale e una rinnovata visibilità nel panorama nazionale. La ricollocazione della collezione permanente ha permesso di valorizzare il patrimonio artistico della città, rendendolo più accessibile e leggibile dal pubblico, mentre la nuova programmazione espositiva ha dato spazio a progetti di alto profilo capaci di attrarre un pubblico ampio e diversificato.

Nel corso dell’ultimo anno, il CAMeC ha ospitato mostre di grande rilievo, come Morandi Fontana. Invisibile e infinito, a cura di Maria Cristina Bandera e Sergio Risaliti, che ha posto in dialogo due maestri dell’arte italiana del Novecento, e l’attuale Fotosintesi. Fotografie dalla collezione Carla Sozzani, a cura di Maddalena Scarzella, dedicata al linguaggio fotografico come forma di relazione tra luce, materia e pensiero creativo.

Il CAMeC si conferma così un polo vitale della cultura cittadina, luogo di incontro capace di coniugare ricerca, divulgazione e partecipazione, rafforzando il legame tra arte e comunità e contribuendo in modo duraturo alla crescita culturale del territorio.

Tra i progetti che sostenete e promuovete c’è anche Aut Aut. Ce ne vuole parlare?

Fondazione AUT AUT E.t.s. è uno dei progetti più rappresentativi di Fondazione Carispezia, perché concretizza in maniera tangibile due principi fondamentali del nostro operato: l’inclusione e lo sviluppo sociale. Nata nel 2017 su iniziativa della Fondazione, in collaborazione con le associazioni Agapo Odv e Fondazione Il Domani dell’Autismo Ets, rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione tra enti, famiglie e realtà del territorio possa generare valore duraturo. L’obiettivo è creare opportunità di inserimento lavorativo per giovani adulti con autismo e disturbi correlati, attraverso esperienze professionali e formative che favoriscono autonomia, autostima e integrazione.
Le attività si sviluppano in contesti reali come il ristorante Luna Blu e il Sant’Anna Hostel alla Spezia, dove i ragazzi possono mettere in pratica competenze acquisite nei settori dell’accoglienza, della ristorazione e della produzione alimentare, trasformando il lavoro in uno strumento di crescita personale e di partecipazione attiva alla vita della comunità.

Tra le iniziative più recenti si inserisce il progetto “Io Sono”, pensato per ampliare l’impatto di questo modello e promuovere su scala provinciale un approccio innovativo all’inserimento socio-lavorativo di giovani adulti con autismo e disabilità. Attraverso percorsi di formazione mirati e il supporto costante di educatori specializzati, i partecipanti possono superare le barriere che spesso ostacolano l’accesso al lavoro, valorizzando le proprie capacità e arricchendo, al tempo stesso, le realtà produttive coinvolte. “Io Sono” si fonda su un principio di collaborazione aperta, invitando enti pubblici, imprese e associazioni a condividere l’impegno per una società più equa e inclusiva, in cui nessuno resti indietro.

Nel suo complesso, Fondazione AUT AUT rappresenta un modello virtuoso di welfare generativo, capace di trasformare il sostegno economico in nuove competenze, relazioni e opportunità concrete per la comunità. È la dimostrazione che la fragilità può diventare risorsa, la diversità valore e la solidarietà un motore di sviluppo sociale sostenibile.

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