Centri storici, il parere del filosofo

Maurizio Ferraris: il rischio è che i centri storici si trasformino in vetrine costose e spopolate. La Ztl è diventata l’identificativo del voto delle élite.

Sui numerosi problemi che oggi affliggono i centri storici, oggetto di un convegno a Spoleto in corso da ieri, pubblichiamo una breve riflessione del Prof. Maurizio Ferraris, Ordinario di Filosofia teoretica nell’Università di Torino, inviata a BeeMagazine (questa testata si era già occupata alcune settimane fa  dei centri storici puntando il faro su Lecce).

La riflessione del professor Ferraris:

Il problema dei centri storici dimostra con chiarezza quanto poco sia vero che il web ci avrebbe portati tutti su una nuvola rendendo irrilevante dove vivere.

Oggi, chiunque, potendo, vivrebbe nel centro storico. Questo appare ovvio ma non lo è. Negli anni sessanta del secolo scorso abbiamo assistito allo spopolamento e al degrado dei centri storici a vantaggio di zone residenziali decentrate.

Insomma, mezzo secolo fa in centro vivevano i poveri, in periferia i ricchi, ora non più, e anzi la ZTL è diventata l’identificativo del voto delle élite.

Il rischio non è la svalutazione dei centri storici, come un tempo; semmai, il rischio è che si trasformino in vetrine costose e spopolate.

La cultura (dalla mostra al festival, dal palio alla sagra), come sempre, è la via per far rivivere il centro in una maniera meno rarefatta di quanto non avvenga con la gentrification dei centri storici o meno massificata di quanto non avvenga con la trasformazione dei centri in disneyland turistiche.

 

Redazione

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