Catricalà, ritratto a più voci di un grande servitore dello Stato, uomo della parità

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A palazzo Giustiniani hanno parlato di lui Monti, Gianni Letta, Brunetta, Lella Golfo, Augusta Iannini, Antonella Polimeni, Gina Nieri.

Mario Monti: “Catricalà, la nave scuola del mio Governo”.

Gianni Letta:  “Nessuno come lui”.

In Senato, a Palazzo Giustiniani, il ricordo commosso, per iniziativa della “Fondazione Marisa Bellisario”, presieduta da Lella Golfo, di Antonio Catricalà, il Grand Commis di Stato scomparso tragicamente il 24 febbraio di un anno fa. Tra tante donne di successo, anche Mario Monti, Gianni Letta, Maurizio Gasparri e Renato Brunetta.

Lella Golfo ha aperto la cerimonia ufficiale in onore dell’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio  con parole commoventi: “Antonio Catricalà era un amico fraterno che con la sua ironia ha scandito tante, tantissime edizioni del Premio Marisa Bellisario, ma la cosa che più mi commuove ogni qualvolta parlo di lui è il legame profondo che lo legava ancora alla sua città natale, Catanzaro, ai compagni di liceo, allo studio di suo padre che da Chiaravalle si era trasferito a Catanzaro, legame questo con la Calabria che lui faceva trasparire in ogni occasione pubblica e privata della sua vita”.

Ad un anno dalla sua morte, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani si è celebrato l’ennesimo ricordo ufficiale di questo “servitore dello Stato” come lo ha chiamato più volte Maurizio Gasparri, e a pochissimi giorni di distanza dalla cerimonia altrettanto solenne tenutasi alla LUISS, l’Università dove Antonio Catricalà insegnava, e dove a ricordarlo era stato il prof. Attilio Zimatore, ordinario di diritto e come Catricalà catanzarese anche lui.

In Senato a parlare di lui sono stati davvero in tanti, soprattutto donne di grande respiro istituzionale che con lui hanno lavorato e per le quali lui era diventato negli anni punto di riferimento insostituibile. Lella Golfo lo ha detto senza mezzi termini: “Se oggi c’è una legge sulla parità di genere, che tutela e garantisce la presenza delle donne ai vertici delle imprese e delle aziende del Paese, e che porta il mio nome, il merito è soprattutto suo, di Antonio Catricalà, che ha creduto in questa legge e che si è speso oltre quello che il suo carattere riservato gli avrebbe mai suggerito o permesso di fare”.

Da qui il tema della serata, “Antonio Catricalà, Un uomo per la parità”. A raccontarlo, insieme a Lella Golfo, sono stati Renato Brunetta, Maria Bianca Farina, Luigi Fiorentino, Elsa Fornero, Maurizio Gasparri, Augusta Iannini, Mario Monti, Gina Nieri, Antonella Polimeni, Carla Rabitti Bedogni, e infine Gianni Letta, l’amico di sempre, un parterre de roi esclusivo e che Lella Golfo e la sua prestigiosa Fondazione hanno saputo mettere insieme in tempo di Covid.

Quasi iconico il ricordo che fa di lui l’ex presidente del Consiglio Mario Monti: “Quando il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mi affidò l’incarico di dar vita ad un Governo, ebbi momenti di grande smarrimento. E le prime persone a cui chiesi la disponibilità di far parte del mio governo furono Gianni Letta e Giuliano Amato, ma entrambi fecero un passo indietro, volevano i tecnici. Dovevo indicare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ma su questo non ho mai avuto nessun dubbio e nessun tentennamento. Sapevo che Antonio Catricalà era il numero uno del sistema-Paese e chiamai lui. Nessuno oggi ci crederebbe- aggiunge poi l’ex premier- ma quel Governo trovò in Antonio Catricalà l’uomo ideale per superare le mille difficoltà del momento. Avevo messo in piedi un governo di 15 ministri, ma nessuno di loro, nessuno di noi, aveva mai avuto esperienza di Governo, e Antonio è stata la nostra nave scuola. Lui era il vero motore della macchina di Palazzo Chigi e non c’era una sola domanda, un solo quesito, un solo problema a cui non avesse una risposta pronta da dare”.

Ricordando la loro lunga e intensa storia di amicizia, e il suo percorso professionale nel segno della precocità e del sentimento di predestinazione, giovanissimo avvocato dello Stato, poi consigliere di Stato, poi professore,  l’ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Governi Berlusconi Gianni Letta, ha mosso le corde della commozione: “È lunga la lista di coloro che l’hanno incontrato e conosciuto, come il giorno dei suoi funerali, il 24 febbraio di un anno fa, era lunga la fila a piazza Verdi, tutti desiderosi di testimoniare stima e amicizia verso quest’uomo che è stato davvero un grande uomo della storia della Repubblica, un pezzo fondamentale della storia della Repubblica. Era grande la sua cultura, grande la saggezza che dimostrava di avere, grande l’equilibrio con cui viveva la sua dimensione. Grande era soprattutto il senso che aveva dello Stato. Credetemi, Antonio era davvero uno Stradivari nella grande orchestra dello Stato”.

In prima fila le sue due figlie, Michela e Giulia, e la moglie, Diana Agosti, attuale Capo del Dipartimento delle Politiche Europee presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, una delle donne più influenti e più stimate di Palazzo Chigi, ma Giani Letta ha ricordato per l’occasione anche le sue due sorelle Annamaria Catricalà storica Capostruttura di RAI Tre e Maria Professore Ordinario di Glottologia e Linguistica, e con cui Antonio da ragazzo era di fatto cresciuto, “amato e coccolato come un principe”…

“La storia personale di Antonio Catricalà – ha detto ancora Gianni Letta parlando a braccio senza appunti, ma ricordando nomi cognomi date e circostanze estranee al suo mondo- è una storia simile a mille altre storie di successo di questo nostro Paese. Una infanzia “dorata” a Catanzaro, città dove Antonio frequenta il Ginnasio e il Liceo classico, Liceo Galluppi, e dove prende la maturità con il massimo dei voti. Predestinato a diventare un numero uno della vita del Paese. Ricordo, ogni qualvolta parlo di lui, che già da ragazzo, e parlo degli anni del ginnasio -lo ha raccontato meglio e più volte Peppe Soluri, suo compagno di banco per cinque anni e oggi presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria- già allora Antonio sapeva perfettamente bene cosa avrebbe fatto poi da grande”.

“Pensa che a noi- questo il racconto del Presidente Soluri– che non avevano la minima idea di cosa fosse quel tipo di lavoro, non faceva altro che ripetere ‘Da grande farò il Consigliere di Stato’. Immaginavamo fosse una via di mezzo tra il fare l’avvocato o il fare il magistrato, ma non ne eravamo certi. Quello che invece ricordo perfettamente bene è che gli anni del Galluppi a Catanzaro sono stati per lui anni di grandi relazioni all’interno della scuola. Antonio già allora era una forza della natura”.

“Aveva un carattere aperto, volitivo, avvolgente, brillante e, pur non essendo mai stato un bravissimo atleta, era invece riuscito a diventare uno dei leader della nostra squadra di pallacanestro al Galluppi.E già questo, da solo, gli valeva l’affetto e soprattutto l’ammirazione generale del nostro istituto”. Erano gli anni in cui al Galluppi di Catanzaro insegnavano professori di grande valore come Giovanni Mastroianni e Augusto Placanica, e che Antonio ha poi continuato a vedere e a sentire negli anni successivi, nel loro nuovo ruolo, questa volta di professori universitari in giro per l’Italia”.

Il momento più emozionante della serata è stato il rivedere Antonio Catricalà nelle immagini che Lella Golfoha messo insieme e a lui dedicate, lui che ricompare tra di noi con quel suo modo suadente e affabile da vecchio navigante e da vecchio saggio, questo suo sorriso appena accennato, sornione e guascone insieme, un mix di ricordi di questo “Uomo di Stato” – dice Gianni Letta– che coltivava e custodiva in maniera quasi sacra il gusto dell’amicizia verso gli altri.

Lella Golfo e la Fondazione Marisa Bellisario non potevano mettere in piedi – il termine non è nostro ma di Gianni Letta – “una sinfonia più completa e più solenne di questa”.

 

Pino Nano – Giornalista, già capo redattore centrale Rai

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